Politica

Giuseppe Torchio: "Politiche sbagliate, eredità pesante per le nuove generazioni"

Si trasferisce il debito al 2043 ma senza una riduzione del tasso d’interessi applicato dalla Cassa Depositi e Prestiti, se non per la carità pelosa del meno 0,2%, passando dal 3,8 al 3,6

BOZZOLO – Un’analisi cruda, senza troppa diplomazia. Va dritto al punto Giuseppe Torchio. Quando tutto questo sarà finito – l’emergenza sanitaria quantomeno, di quella economica sentiremo parlare a lungo – al sindaco di Bozzolo andrà sicuramente il merito di essere stato uno dei primi cittadini maggiormente vicino alla sua gente. L’ha sempre resa partecipe, senza mai cercare di addolcire la pillola. Più che pillola una supposta continua.

L’eloquio d’altronde non gli è mai mancato. E neppure la capacità di dire le cose.

Ieri sera, come è ormai sua abitudine, il punto sulla situazione. Comuni troppo soli, promesse che restano solo parole, carità pelosa, una preoccupazione, più che lecita, sulle generazioni future oltre che su quelle presenti. Si parte dalla situazione sanitaria legata ai tamponi.

“La realtà e le apparenze – scrive – potrebbe essere il titolo della nostra conversazione notturna. Dal 26 aprile tutti i cittadini del nostro territorio possono accedere gratuitamente alla prova tampone, con il ricorso al loro medico di medicina generale, cioè al medico di base o condotto.

In realtà gli stessi medici affermano di non essere stati avvertiti. Inoltre tutti corrono a pagare dai 40 ai 50 € per test sierologici presso laboratori privati e ignorano la mancanza di riconoscimento da parte del Ministero della Salute e di tutta la filiera pubblica.

Un periodo nel quale si avverte il peso di crescenti contraddizioni e di irrazionalità, che sospingono le persone a scelte spesso emotive e sicuramente di gran lunga più costose di qualsiasi presidio sanitario, ammesso e non concesso che si possa trovare.

Da diverse settimane i sindaci, anche del mantovano, stanno chiedendo di allargare la platea dei test sierologici pubblici.

La risposta è stata: si effettuano per il personale sanitario, ma non ancora per quello delle RSA come in Veneto, dove, invece, si fanno i tamponi e test sierologici a distanza di una decina di giorni e per tutta quanta la platea.

Poi arriverà la Polizia Locale e le altre categorie maggiormente esposte al potenziale contagio.

Mi ha fatto piacere che finalmente i sindaci scendano in campo contro le mezz’elemosine e le promesse verbali, senza adeguata copertura, che caratterizzano questa confusa stagione.

Non si riesce a comprendere che senza uno sviluppo importante della commessa pubblica, non sarà possibile prevedere alcun rilancio del Paese.

Già abbiamo esaminato le incongruenze di provvedimenti di semplice anticipo finanziario di risorse già dei Comuni, come il buono spesa o la spinta alla deresponsabilizzazione degli attuali amministratori.

Si trasferisce il debito al 2043 ma senza una riduzione del tasso d’interessi applicato dalla Cassa Depositi e Prestiti, se non per la carità pelosa del meno 0,2%, passando dal 3,8 al 3,6.

Significa mettere sulla groppa delle nuove generazioni un fardello di diversi milioni di euro, in una stagione nella quale le stesse proiezioni legate alle pensioni sono funeree, per non parlare della stessa difficoltà di trovare un posto di lavoro per i giovani.

Quindi generazioni più povere, con pochi contributi versati e che si troveranno sulle spalle il peso dei debiti insopportabili.

Una politica falsamente orientata ai valori della famiglia quando abbiamo il tasso di natalità più basso del continente e continuiamo a scaricare sulle spalle della gioventù un fardello insostenibile.

Mi verrebbe da chiedere quali siano le politiche familiari in atto, aldilà dei generosi accenni della ministra Bonetti.

Vorrei fare una proiezione delle misure degli altri paesi europei in questo campo raffrontandole al deserto italiano.

A me pare che questa analisi manchi completamente: quindi non una politica keinesiana di crescita della commessa pubblica e non un investimento sulle giovani generazioni.

In compenso cresce un clima di forte avvelenamento sociale nel paese e non si riesce a trovare nella gente quel minimo di obiettività per esaminare la complessa situazione che stiamo vivendo.

Prima di concludere alcuni dati di crescita dei casi, anche per i ritardi della bollinatura delle analisi dei tamponi e la necessità di garantire ancora i reagenti, come ha detto poco fa l’assessore al welfare della Lombardia, Gallera.

Questa immagine delle istituzioni con il cappello in mano rispetto all’industria farmaceutica mi mette in grande imbarazzo.

Immagino che senza essere in USA il Governo possa incidere, insieme alle Regioni, nel momento in cui Confindustria chiede una serie di misure per l’economia.

Vanno ottenute delle contropartite significative a livello di risposte produttive per la salute pubblica e presìdi sanitari necessari.

Diversamente ci sarà l’invasione di campo, del campo della politica da parte dell’economia, della Magistratura e di tanti altri, così come avviene per la natura e gli animali selvatici che si stanno riprendendo i luoghi impresidiati delle nostre città.

Può essere bello sul piano bucolico, ma occorre ristabilire le regole per poter procedere”.

N.C.

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