Salute

La comunità disabili di via Cattaro: 'Due mesi lunghissimi, ci hanno salvato le videochiamate'

“Lo stare chiusi in casa è stato pesante, ma inventando ogni giorno qualche attività diversa siamo riusciti a reggere. La preoccupazione maggiore, al di là del virus è il morale, sia dei disabili, ma anche dei genitori. Ieri parlavo con una mamma sola, che era molto contenta, perché aveva sentito il figlio contento”.

Gli ospiti di 'Dopo di noi insieme' FOTO D'ARCHIVIO

Due mesi di isolamento pesanti, ma alleviati dalle videochiamate alle famiglie: la piccola comunità per disabili gestita dalle famiglie di ‘Dopo di noi, insieme’ sta vivendo questo periodo di isolamento forzato con relativa serenità. Sette persone con disabilità psico-fisiche gravi, che necessitano di assistenza giorno e notte, che vivono nel grande appartamento di via Cattaro, zona piazza Castello, a cui il Coronovius ha tolto anche quel piccolo spazio di vita sociale costituito dai centri diurni (i Cdd) chiusi per legge dagli inizi di marzo e riaperti da qualche  giorno solo in forma parziale.

“Eh sì, credo che l’ultima uscita che i ragazzi hanno  fatto sia stata un lunedì di due mesi fa”, spiega Libero Zini, presidente dell’associazione. Da una ventina di volontari, tra cui quelli del servizio civile, che a turno fornivano assistenza creando anche un po’ di varietà alle giornate, si è passati ai soli operatori della cooperativa Società Dolce e sono vietate le visite dei famigliari. “E’ stata una situazione nuova sia per i famigliari che per i ragazzi; si organizzano giochi e intrattenimenti vari per alleviare il peso psicologico del lockdown; ma quello che ha giovato molto state le videochiamate con i familiari che tranquillizzano i ragazzi e anche i familiari”. “Lo stare chiusi in casa è stato pesante, ma inventando ogni giorno qualche attività diversa siamo riusciti a reggere. La preoccupazione maggiore, al di là del virus è il morale, sia dei disabili, ma anche dei genitori. Ieri parlavo con una mamma sola, che era molto contenta, perché aveva sentito il figlio contento”.

Le attività esterne che scandiscono l’anno sono naturalmente  sospese: coro degli alpini in primavera, pranzo sociale a fine maggio, che quest’anno avrebbe dovuto avere luogo alla Pro Loco di Pieve San Giacomo; forse si salverà l’esibizione del coro Paulli prevista in autunno. A peggiorare le cose c’è l’azzeramento delle offerte, cosa comprensibile in un periodo in cui l’attenzione generale è stata sull’emergenza sanitaria. Quest’anno avrebbe dovuto esserci un notevole cambiamento nella casa di via Cattaro dove, al piano superiore, vive un’altra comunità per disabili, gestita direttamente da Cremona Solidale: era previsto il trasferimento di quest’ultima in via XI febbraio, presso casa Barbieri dove è stata allestita una sede completamente nuova. Ma di trasloco, ovviamente, non se parla ancora.

gb

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...