Conciliazione vita-lavoro va messa sotto lente di ingrandimento
Mi appello pertanto a tutte le istituzioni, ma in primis ai Sindaci, perchè mettano la lente d’ingrandimento su una questione che diversamente contribuirà ad aggravare e peggiorare in modo drammatico il già discendente tasso di natalità del nostro paese e costringerà molte donne alla scelta dolorosa tra la cura dei figli e la professione.
Egr. Direttore,
che cosa ci porta di nuovo la così detta Fase 2 rispetto alla 1? Ben poco, in estrema sintesi possiamo dire: qualche passo in più per tutti e l’ampliamento, se pur limitato, delle aperture di alcune attività lavorative. Ma già questo esiguo allentamento del confinamento innesca una serie di problemi di non facile soluzione, tra i quali uno mi sta particolarmente a cuore, ed è quello che riguarda i genitori che possono/devono andare a lavorare, ma devono anche occuparsi e preoccuparsi della cura dei figli minori nei prossimi mesi.
Vede Direttore, quello della conciliazione vita-lavoro è una questione che investe i genitori anche in periodi diciamo di “normale quotidianità”. Ho parlato di genitori anche se prevalentemente le difficoltà maggiori vengono sopportate dalle mamme: attualmente presso l’Ufficio della Consigliera ci sono, sospesi a causa del Coronavirus, diversi casi di donne in difficoltà, il 60% dei quali riguarda per l’appunto la conciliazione. In un periodo tanto travagliato, in cui non solo asili nido e scuole di ogni ordine e grado, ma anche centri sportivi, oratori, ludoteche e quant’altro sono chiusi, un periodo in cui i nonni sono obbligatoriamente ‘fuori gioco’ al fine di tutelare la loro salute, il problema non può che amplificarsi enormemente. Le misure messe in campo dal Governo sino ad ora, seppure positive, sono assolutamente parziali e danno risposte insufficienti a chi vive queste difficoltà.
Mi appello pertanto a tutte le istituzioni, ma in primis ai Sindaci, perchè mettano la lente d’ingrandimento su una questione che diversamente contribuirà ad aggravare e peggiorare in modo drammatico il già discendente tasso di natalità del nostro paese e costringerà molte donne alla scelta dolorosa tra la cura dei figli e la professione, perchè si sa che alla fine in caso di necessità saranno le donne a fare un passo indietro per una serie di motivi che non sto ad elencare, ma che posso riassumere affermando, senza tema di essere smentita, che la parità in Italia è un obiettivo che non è mai stato raggiunto soprattutto perchè molti, troppi uomini, anche se non lo ammettono, sono ancorati alla visione della donna come ‘angelo del focolare domestico’, relegata al ruolo di madre, moglie e figlia, chiusa tra le quattro mura domestiche, che stanno dimostrando tra l’altro tutta la loro insicurezza, per non dire pericolosità: mi riferisco al fenomeno della violenza domestica in continua crescita a fronte della difficoltà di denunciare e/o di chiedere aiuto.
Mi rivolgo in primis ai Sindaci perchè la nostra provincia è formata prevalentemente da piccole realtà comunali dove forse potrebbe risultare più semplice organizzare servizi a favore non solo della genitorialità, ma anche dei bambini che hanno un estremo bisogno di ritrovare la loro socialità ed una briciola di spensieratezza, visto che molti di loro hanno già dovuto confrontarsi traumaticamente con la morte, hanno già conosciuto lo strazio della perdita improvvisa di una persona amata.
Come Consigliera di Parità sono, come sempre, disponibile a collaborare con istituzioni, associazioni, enti ecc. , con quanti insomma ritengano opportuno confrontarsi per approfondire il problema e ricercare idee, suggerimenti, indicazioni o proposte al fine di dare un contributo concreto di possibili azioni che vadano nell’ottica di una risposta positiva al problema.
Carmen Fazzi, Consigliera di Parità Provincia di Cremona
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