Covid-19, sindacati: 'Dati di Ats sulle Rsa incompleti e irricevibili Chiediamo nuovo confronto'
Nell’incontro di oggi (svoltosi in videoconferenza) con la Prefettura, Ats Val Padana e Asst Cremona, le associazioni sindacali hanno espresso quindi “la profonda insoddisfazione a causa delle risposte che l’Ats Val Padana e Asst di Cremona ci hanno fornito in merito all’evoluzione del contagio da coronavirus nelle Rsa” si legge nel documento.
Dati sull’evoluzione del contagio da Covid-19 nelle Rsa incompleti e irricevibili: così i sindacati del territorio Cgil Cremona Cisl Asse del Po Uil Cr-Mn in merito alla risposte ricevut(e dall’Ats Valpadana. Lo evidenziano, in una nota congiunta, Marco Pedretti e Marco Arcari (Cgil Cremona), Dino Perboni e Patrizia Rancati (Cisl Asse del Po) Paolo Soncini (Uil Cr-Mn), Sabrina Negri (Fp-Cgil), Roberto Dusi (Cisl FP), Uil Fpl, Domenico Palmieri (Spi-Cgil), Giancarlo Allegri (Fnp Cisl) e Amedeo Giuliani (Uil Pensionati).
Nell’incontro di oggi (svoltosi in videoconferenza) con la Prefettura, Ats Val Padana e Asst Cremona, le associazioni sindacali hanno espresso quindi “la profonda insoddisfazione a causa delle risposte che l’Ats Val Padana e Asst di Cremona ci hanno fornito in merito all’evoluzione del contagio da coronavirus nelle Rsa” si legge nel documento. “Abbiamo chiesto un quadro preciso di quanto sta accadendo nelle Rsa, ed in particolare: del numero decessi per covid-19, del numero positivi ai tamponi per Ospiti e operatori, dei dispositivi di sicurezza, del supporto verso le Rsa sia sugli aspetti organizzativi e sia nell’integrazione del personale in malattia”. I sindacati hanno inoltre chiesto “delle verifiche ispettive da parte dello Spasl sull’adozione e dei protocolli di sicurezza a seguito delle segnalazioni dei sindacati”.
Secondo i sindacalisti, “i pochi dati comunicati, hanno riguardato i tamponi effettuati sugli ospiti, e non in modo disaggregato, ma per le due Province di Cremona e Mantova che compongono l’Ats Val Padana, che ammontano a circa 3400 su 6000 ospiti, mentre per i dipendenti il dato è di 2298 tamponi sui 4500 operatori delle due Province”. Per tutte le altre richieste, ed in particolare per il numero di decessi, “non c’è stata data risposta, se non la giustificazione che il dato dovrà essere fornito una volta validato dal registro de decessi dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità)” si legge ancora nella nota. “Così come non sappiamo se presso le Rsa sono state fatte le verifiche per l’adozione dei protocolli di sicurezza”.
Per i sindacati, “questa scarsità di dati è irricevibile, riteniamo sia indispensabile fare chiarezza su tutti i punti di cui sopra; è fondamentale porre in atto un processo di trasparenza su tutto quanto è accaduto, e sta accadendo, nelle Rsa. Come parti sociali lo chiediamo a gran voce, per tutelare e difendere chi (ospiti e operatori), nelle Rsa, ci vive quotidianamente, e per senso etico nei riguardi delle persone decedute e verso i loro familiari. Ci appelleremo di nuovo a tutte le Istituzioni regionali, territoriali e ai Sindaci affinché non si mettano veli, ma si faccia, con coraggio e determinazione, un’operazione di verità e trasparenza su quanto è accaduto nelle Rsa”.
A questo proposito, verrà richiesto “il prima possibile un incontro ad Ats Val Padana, al fine di un ulteriore confronto con la dirigenza. Pertanto, dato l’importanza della salute e della sicurezza, riteniamo indispensabile predisporre un piano dettagliato ed efficace di azioni che affrontino l’imminente “Fase 2? di riapertura delle attività, al fine di evitare un drammatico ritorno dei contagi da covid-19”.
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