Altro che il caso don Lino... A Brescello estremo saluto al parente del boss con 15 persone, di cui due positive al virus
A rendere noto il fatto è Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, assieme ai rappresentanti emiliani - su vari livelli - del Movimento 5 Stelle Sabrina Pignedoli, Maria Edera Spadoni e Stefania Ascari. Morra in particolare sottolinea come il funerale sia un simbolo per le mafie.
BRESCELLO – Se il caso di don Lino Viola, redarguito dalla Diocesi di Cremona e balzato alle cronache nazionali per la Messa celebrata con alcuni fedeli in chiesa nonostante i divieti, ha fatto scalpore a Gallignano, frazione di Soncino, che dire di quanto accaduto a Brescello nei giorni scorsi? Qui ad essere celebrato è stato un funerale, o meglio un estremo saluto con tumulazione, ossia quello di Paolo Pucci, 85 anni. Il nome non dirà granché, ma quello di un suo parente è invece una spia molto indicativa: Pucci era infatti suocero di Francesco Grande Aracri, fratello del boss Nicolino, nome di punta del processo Aemilia contro la ‘ndrangheta al nord.
Un ultimo saluto normale, rispettando le regole? No, non proprio, come riporta “La Gazzetta di Reggio”: è vero infatti che non è stato celebrato alcun funerale, ma durante la benedizione al cimitero i carabinieri hanno accertato la presenza di quindici famigliari, quando l’ordinanza a Brescello, comune che prima delle ultime elezioni era stato sciolto per rischio di condizionamento della criminalità organizzata, prevede che vi siano al massimo dieci persone, compresi gli uomini delle onoranze funebri e il sacerdote celebrante. A rendere noto il fatto è Nicola Morra, presidente della Commissione Parlamentare Antimafia, assieme ai rappresentanti emiliani – su vari livelli – del Movimento 5 Stelle Sabrina Pignedoli, Maria Edera Spadoni e Stefania Ascari. Morra in particolare sottolinea come il funerale sia un simbolo per le mafie. “E a quell’estremo saluto erano presenti anche due parenti positivi al Coronavirus, che hanno dunque violato pure la quarantena”. Per loro, lo diciamo a titolo di cronaca, è scattata la denuncia per epidemia colposa da parte dei Carabinieri, che hanno inoltre sanzionato tutti gli altri presenti.
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