Don Claudio Rubagotti a Tv2000: dalla guarigione, alla "tragedia" dell'untore, al ricordo di monsignor Franzini
E' scattato il ricordo di monsignor Alberto Franzini, che non è stato soltanto parroco di Casalmaggiore prima di don Claudio (e di don Cesare Nisoli), ma è stata soprattutto una delle guide - come ha rivelato il sacerdote originario di Pontoglio - durante il suo cammino in seminario. "Ha guidato i miei primi passi nel diventare sacerdote".
CASALMAGGIORE – Il superamento della malattia e il dolore per la scomparsa di monsignor Alberto Franzini. Don Claudio Rubagotti, parroco di Casalmaggiore, è stato protagonista lunedì mattina su Tv2000 della trasmissione “Bel tempo si spera”, condotta dalla giornalista Lucia Ascione. Sullo sfondo sono stati riportati pure due articoli di OglioPoNews, che ha seguito il decorso della malattia di don Claudio Rubagotti, così come la fotografia dello stesso – una volta che il Coronavirus era stato sconfitto, anche se le dimissioni erano ancora di là da venire – scattata all’interno della Casa di cura Figlie di San Camillo. Don Claudio ha avuto modo di raccontare la sua esperienza e, in secondo luogo, di esprimere alcune riflessioni collegate alla malattia. “Ho vissuto soprattutto il disagio di essere positivo, ossia di essere considerato untore – ha evidenziato il parroco – e questo è un aspetto che tocca molti di noi e non va sottovalutato. Io sono guarito dal punto di vista clinico, mentre a livello virologico ancora non lo so, dunque osservo molta prudenza. Della tragedia dell’essere positivo, sentendo la responsabilità di avere contagiati gli altri, si parla poco. E’ un po’ come affacciarsi alla croce di Cristo”.
“Nel momento peggiore ho sempre pensato – ha detto Don Claudio – che quella era la seconda volta (don Claudio ha ricordato quando dieci anni fa rischiò grosso a seguito di una trombosi alla gamba, ndr) che mi affacciavo all’incontro con Dio, più che con la morte ed era una condizione che condividevo con tanti altri ammalati: gli stessi sintomi e la stessa preoccupazione, la stessa disperazione di chi muore senza assistenza, un momento forte. Io non ho mai vissuto la tragedia dell’intubazione, ero grave ma per certi versi quasi asintomatico”. Subito dopo è scattato il ricordo di monsignor Alberto Franzini, che non è stato soltanto parroco di Casalmaggiore prima di don Claudio (e di don Cesare Nisoli), ma è stata soprattutto una delle guide – come ha rivelato il sacerdote originario di Pontoglio – durante il suo cammino in seminario. “Ha guidato i miei primi passi nel diventare sacerdote”. Don Claudio è stato poi salutato dalla giornalista con un forte augurio: “Torna ad essere untore di bene”.
Giovanni Gardani