Coldiretti MN difende e attacca: azione ad ampio spettro sulla zootecnia territoriale
E’ un’azione continua quella che Coldiretti sta effettuando sul territorio con svariate comunicazioni volte a spianare il terreno per una ripartenza meno complicata. Due missive firmate dall’ente mantovano toccano due ambiti ben differenti, ma se contestualizzate danno la misura dell’ampiezza e della complessità della terra presidiata dai due fiumi.
E’ un’azione continua quella che Coldiretti sta effettuando sul territorio con svariate comunicazioni volte a spianare il terreno per una ripartenza meno complicata. Due missive firmate dall’ente mantovano toccano due ambiti ben differenti, ma se contestualizzate danno la misura dell’ampiezza e della complessità della terra presidiata dai due fiumi.
Nel primo comunicato il tema è legato alla produzione suinicola e soprattutto allo sbilanciamento dei prezzi attuali che sono superati dai costi di produzione…
Coldiretti Mantova condivide i contenuti della lettera che gli assessori delle Regioni Lombardia (Fabio Rolfi) ed Emilia-Romagna (Alessio Mammi) hanno inviato al ministro delle Politiche agricole Teresa Bellanova, esprimendo le preoccupazioni di una filiera strategica per le grandi produzioni Dop della suinicoltura italiana.
“I prezzi dei suini grassi da macello per il circuito tutelato, scesi a 1,352 euro al chilogrammo – rileva Coldiretti Mantova – si collocano al di sotto dei costi di produzione. Serve invertire la rotta e individuare politiche in grado di ristabilire gli equilibrio all’interno della filiera”.
La chiusura in seguito alla pandemia Covid-19 della destinazione horeca (hotel, ristoranti, catering), prosegue Coldiretti Mantova, ha appesantito un quadro che passa dalla crisi dei prosciutti crudi agli effetti della peste suina africana, fino alle difficoltà logistiche derivate dal lockdown.
Per Coldiretti Mantova sono indifferibili politiche di intervento di natura emergenziale (aiuti agli indigenti, deroghe al peso massimo di macellazione dei suini previsti dai disciplinari della salumeria Dop, alleggerimento delle filiere dei prosciutti crudi del circuito tutelato, interventi di ammasso per tipologie di prodotti condivisi dalla filiera) e strategie di medio periodo, in grado di rilanciare il comparto e garantire un futuro alla suinicoltura italiana”.
La seconda lettera è di natura ben diversa, parte dalla zootecnia, ma sfocia nel Po. De facto riprende un tema più volte esplorato dalla stessa Coldirette di Mantova, ovvero la necessità di smarcare l’inquinamento del fiume Po rispetto alle attività di allevamento e legarla maggiormente a quei fattori che oggi, fermandosi per l’epidemia, contribuiscono a migliorare la qualità dell’acqua del grande fiume…
“Chi ha memoria storica non ricorda le acque del fiume Po così limpide come in questi giorni dagli anni Cinquanta. Un evento storico, praticamente. È l’effetto collaterale positivo del lockdown imposto dal Coronavirus, che ha costretto in casa la popolazione, fermato le industrie, il traffico, gli insediamenti produttivi industriali e artigianali.
Ma non ha bloccato l’agricoltura, che – ricorda Coldiretti Mantova – continua imperterrita a produrre e che ha proprio nell’area padana il principale bacino produttivo in Italia per latte, carne suina, ma anche carne bovina e allevamenti avicoli.
Le fotografie del fiume Po all’altezza di Motteggiana sono la migliore risposta agli attacchi infondati e faziosi rivolti al sistema zootecnico lombardo dalla trasmissione Report di Rai3, pagata dai contribuenti e trasmessa dalla televisione di Stato.
Acqua limpida anche nelle derivazioni del canale Arrigona a Marmirolo. E anche in questa zona erano decenni che non ci si ricordava una simile limpidezza delle acque.
Se l’agricoltura non ha mai smesso di produrre, mentre le industrie e gli insediamenti artigianali hanno sospeso l’attività, la circolazione di automobili e camion è quasi azzerata, il turismo è congelato, come mai le acque del Po e dei canali sono ritornate ad essere limpide e cristalline?”
Alessandro Soragna