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Belli Franzini, lettera appello a Conte: "Gap digitale e infrastrutturale: dopo l'emergenza non dimenticatevi di noi"

"Patiamo una ormai cronica carenza di infrastrutture di primaria importanza e questo non agevole nemmeno le imprese presenti o un maggior sviluppo. Insomma, come la chiamo io, siamo una zona dimenticata che, da anni, non vede reali interventi di sviluppo e di investimento, lontana dalle attenzioni del governo, centrale e regionale".

GUSSOLA – Una lettera al Governo e al Premier Conte (oltre che ai Ministri alle rispettive partite) da parte di Stefano Belli Franzini, sindaco di Gussola. Una lettera per la ripartenza, quando questa sarà un po’ più vicina. Oltre che a Conte, Belli Franzini scrive anche al Ministro dello Sviluppo Economico, ing. Stefano Patuanelli, alla Ministra dell’Istruzione, prof.ssa Lucia Azzolina e al Ministro per l’Innovazione tecnologica e la Digitalizzazione, prof.ssa Paola Pisano. Di seguito ecco il testo, che tratta il tema del gap digitale dei piccoli comuni periferici rispetto alle grandi città, ma anche dei seri problemi infrastrutturali del comprensorio Oglio Po, che ben conosciamo.

“Pregiatissimi tutti,
Vi scrivo da un piccolo comune della provincia di Cremona, zona questa tra le più colpite d’Italia dall’emergenza in atto, come testimonia il triste primato del rapporto tra residenti e contagiati. Vi scrivo in qualità di Sindaco, rappresentante di una piccola ma vivace comunità, e questa mia missiva ha un obiettivo, ovvero quello di farVi presente come qui nella “Bassa” cremonese, nonostante la collocazione geografica nella regione più produttiva d’Italia, la Lombardia, e la vicinanza con l’Emilia Romagna, la regione che vanta il più alto tasso di occupazione del Paese, sia complicato adeguarsi ai nuovi stili lavorativi e di vita che si vanno prospettando.
Questa emergenza ha, da un lato, velocizzato alcune innovative strategie di gestione lavorativa, sintetizzate nella scelta quasi obbligata del lavoro così detto agile, che, ne sono certo, potrà per vari aspetti avere positive ricadute sull’ambiente, sul tempo, sulla gestione quotidiana della famiglia e della casa. Ha cambiato il modo di fare lezione, con docenti e discenti chiamati a cimentarsi con nuovi metodi d’insegnamento e d’apprendimento, e tanto non potrà che fare da volano a nuove metodologie a tutto vantaggio dei nostri studenti e dei nostri giovani.

Dall’altro lato, invece, questa emergenza ha messo in luce l’impressionante divario digitale che separa le realtà di periferia e quelle di città; a discapito, ovviamente, di chi lavora, di chi studia, di chi ha un’impresa. E tutti noi sappiamo e siamo ben coscienti che, oggi più di ieri, lo sviluppo di un territorio e di una comunità passa anche da qui, ovvero dall’eliminare quel divario digitale che crea disuguaglianza.
Troppe volte lo immaginiamo riferito agli splendidi borghi di montagna o di collina, ma purtroppo quel divario è molto presente anche qui, nella laboriosa Lombardia, e nella produttiva Pianura padana.
Nel mio comune sono molti i cittadini che mi hanno personalmente evidenziato difficoltà nella connessione e nello svolgere il lavoro da casa; per non parlare degli studenti che, per riuscire a fare lezione, sono costretti a “monopolizzare” la connessione e gli strumenti tecnologici, spesso inadeguati alle esigenze di una didattica avanzata, presenti nell’abitazione, ottenendo, nonostante gli sforzi, scarsi risultati e manifestando difficoltà nel seguire i docenti.
Tanto vi scrivo per far presente che vi sono molte realtà, analoghe a quella che amministro, che sono sì piccoli comuni – Gussola conta 2.700 residenti -, ma che vantano una vita sociale e scolastica attiva, oltre che una sorprendente vivacità imprenditoriale.

Come amministrazione abbiamo fatto notevoli investimenti nel settore del digitale, abbiamo connesso, tramite una nostra dorsale in fibra ottica, il palazzo comunale e tutte le sedi scolastiche e sportive, e ciò grazie ad una connessione molto performante, che ci permette di offrire migliori e più efficienti servizi soprattutto alle scuole, prima in seria difficoltà a causa di una connessione inadeguata. Grazie a questi investimenti riusciamo a gestire, in miglior modo, la rete di videosorveglianza e tanto altro.
Grazie al bando WI4EU, potremo prevedere zone Wi-Fi per i nostri cittadini, e lo faremo appena tutto questo sarà passato ed i cantieri potranno riprendere.
Come vedete, anche se piccoli, ci siamo impegnati ed anche molto, cosi come tanti comuni in Italia, con amministratori pronti a progettare, a modernizzare le proprie realtà, ad andare incontro a quel fattore che sempre più accumuna queste comunità, ovvero lo spopolamento dei piccoli centri.
Siamo nella cosiddetta “area bianca”, la zona a fallimento di mercato. Il mio ente come tanti altri della mia zona era inserito come piano di sviluppo del BUL per il secondo semestre 2020, mentre oggi, senza averne ricevuto alcuna comunicazione, apprendo che gli investimenti già programmati sono stati traslati al 2022. Come mai? Perché?
Questa emergenza ci ha fatto capire che dobbiamo cambiare alcune prospettive, dobbiamo realizzare nuove forme di lavoro, ma questo non lo possiamo fare pienamente se subiamo ancora questi divari, e quello che deve far riflettere è che tutto questo accade in zone del Paese dove si pensa che tutto funzioni.

Abbiamo, in questo territorio, una delle peggiori linee ferroviarie d’Italia, la Parma-Brescia, un ponte sul Po che collega la Lombardia all’Emilia che, riaperto dopo i lavori di ristrutturazione durati cinque mesi e dopo quasi due anni di chiusura al traffico, forse durerà, nella migliore delle ipotesi, ancora dieci anni, grazie ad un intervento tampone effettuato lo scorso anno con fondi messi a disposizione dal governo centrale; abbiamo subito la chiusura del punto nascite presso il nostro ospedale di riferimento, l’ospedale Oglio Po di Casalmaggiore, ospedale che, nato dalla chiusura di altri tre presidi ospedalieri, il quale a quanto pare non rientra nelle strategie principali di sviluppo della Regione Lombardia, e chissà che fine farà. Patiamo una ormai cronica carenza di infrastrutture di primaria importanza e questo non agevole nemmeno le imprese presenti o un maggior sviluppo. Insomma, come la chiamo io, siamo una zona dimenticata che, da anni, non vede reali interventi di sviluppo e di investimento, lontana dalle attenzioni del governo, centrale e regionale.

Per questo mi sono permesso di scriverVi, per far presente che, oltre alla situazione che ho sopra sommariamente descritto, non abbiamo nemmeno una connessione come si deve, qui come in molti piccoli centri come quello da me amministrato. E questo, soprattutto in questa emergenza, ci fa sentire ancor più lontani. Soprattutto quando ascolti gli studenti riferirti che fanno fatica a fare lezione, oppure i tuoi concittadini che iniziano a trasferirsi nelle città anche per questo motivo.
Queste mie parole sono per avanzare una richiesta di attenzione per questa parte di territorio, cosi come per i tanti comuni d’Italia che si trovano, loro malgrado, nelle medesime condizioni: non possiamo attendere “forse” il 2022, non possiamo aspettare “forse” altri due anni per connetterci in modo “normale”, la revisione degli stili di vita, lavorativi, professionali lo richiede ora!
L’emergenza che stiamo vivendo ha messo in luce tante qualità ed eccellenze, ma allo stesso tempo ha evidenziato criticità sulle quali lavorare per dare un futuro migliore alle nostre comunità, al nostro Paese, ai nostri figli. Criticità che occorre affrontare velocemente, che devono essere priorità ineludibili per tutti, e costituire una parte importante del piano di ripartenza dopo questa emergenza che ci ha coinvolti tutti. Vi ringrazio per l’impegno ed il lavoro che state svolgendo in questo difficile momento.
In attesa di un Vostro gentile riscontro.
Distintamente”.

redazione@oglioponews.it

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