Cronaca

"Regione e Stato, dovete fare di più!". L'appello delle sigle sindacali per il personale sanitario

Le cifre messe a disposizione a livello Nazionale sono in assoluto insufficienti e inadeguate e di conseguenza la quota di competenza della nostra Regione è poca cosa rispetto all’abnegazione e allo stress psichico e fisico che i colleghi stanno affrontando

Sigle sindacali unite. Regione e Stato possono e devono far di più per il personale sanitario. “È inaccettabile e politicamente miope che la classe politica lombarda non prenda, nelle sedi opportune, a partire da quelle Regionali e arrivando a quelle Nazionali, una chiara e decisa iniziativa per tutelare i propri lavoratori con misure specifiche, in termini di sicurezza ed economici. Chiediamo pertanto che vengano stanziate risorse corrispondenti all’enorme impegno profuso”.

La Lombardia rappresenta la regione maggiormente colpita dalla calamità Covid-19 di tutto il Paese e il suo personale sanitario sta svolgendo un lavoro senza sosta da mesi. A livello regionale e nazionale sono diverse e divergenti le opinioni su quali siano le misure a tutela dei lavoratori da mettere in campo e le risorse disponibili, da predisporre in favore di Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale.

La certezza è che le misure stabilite non siano adeguate alle circostanze e agli enormi sforzi compiuti, ecco il motivo della lettera sottoscritta dalla gran parte delle sigle della dirigenza del SSR e da ANAAO-ASSOMED Lombardia (ANAAO ASSOMED – CIMO – AAROI-EMAC – FP CGIL MEDICI E DIRIGENTI SSN – FVM Federazione Veterinari e Medici – FASSID (AIPAC-AUPI-SIMET-SINAFO-SNR) – CISL MEDICI – FESMED – ANPO- ASCOTI-FIALS MEDICI – UIL FPL COORDINAMENTO NAZIONALE DELLE AREE CONTRATTUALI MEDICA, VETERINARIA SANITARIA– FEDIRETS) e indirizzata a Parlamentari e Consiglieri Regionali Lombardi. Le cifre messe a disposizione a livello nazionale sono insufficienti e inadeguate per la Regione Lombardia, si chiede dunque maggior senso critico e la costituzione di un fondo a carico della retribuzione di risultato, la cui distribuzione terrà conto dell’impegno e del rischio corso da Aziende ed Enti del SSR. Una proposta di 45 milioni comprensivi di oneri.

Al riconoscimento in termini economici si ritiene indispensabile, superata l’emergenza, un periodo di riposo per i lavoratori del personale sanitario da programmare con una opportuna organizzazione dei turni di lavoro.

“È per questo motivo che Vi chiediamo di assumere tutte le opportune azioni e di adottare tutti i necessari provvedimenti legislativi affinché venga riconosciuto il carattere assolutamente eccezionale del rischio e del disagio lavorativo in cui versa il personale che opera nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche lombarde e in particolare la dirigenza, sanitaria e non, che sta pagando in prima persona anche con un triste e ingiustificabile tributo di vite umane”, dichiara Stefano Magnone, Segretario Regionale ANAAO-ASSOMED Lombardia.

Richieste, quelle della Sanità Lombarda, che non possono rimanere senza risposta.


 

Ai Parlamentari Lombardi
Ai Consiglieri Regionali Lombardi

Gentile Onorevole, Gentile Consigliere Regionale, la drammatica situazione che il nostro Paese sta vivendo è, purtroppo e in gran parte, legata all’evoluzione e alle conseguenze del contagio nella nostra Regione, che da sola rappresenta al 14 aprile il 53% dei decessi, il 43% dei ricoverati non intensivi e il 35% dei ricoveri in Terapia Intensiva rispetto al livello nazionale. Il totale dei casi lombardi rappresenta invece 38% di tutti i casi italiani. E’ pertanto inaccettabile e politicamente miope che la classe politica lombarda non prenda, nelle sedi opportune, a partire da quelle Regionali e arrivando a quelle Nazionali, una chiara e decisa iniziativa per tutelare i propri lavoratori con misure specifiche, in termini di sicurezza ed economici, che non possono essere parametrate in quantità e criteri a quelle delle altre Regioni, come se le dimensioni del problema fossero di pari entità. Le cifre messe a disposizione a livello Nazionale sono in assoluto insufficienti e inadeguate e di conseguenza la quota di competenza della nostra Regione è poca cosa rispetto all’abnegazione e allo stress psichico e fisico che i colleghi stanno affrontando. In termini concreti si parla di circa 250 euro a testa per un impegno e un rischio che non hanno precedenti nella storia repubblicana.Chiediamo pertanto che vengano stanziate risorse corrispondenti all’enorme impegno profuso, costituendo un fondo a carico della retribuzione di risultato la cui distribuzione terrà ovviamente conto del diverso impegno e rischio a livello delle varie Aziende ed Enti del Servizio Sanitario Regionale conseguenti all’emergenza COVID. La quantificazione proposta è di circa 45 milioni comprensivi di oneri (corrispondenti per la dirigenza a circa 2500 euro pro capite al lordo degli oneri riflessi).

Al pari dell’adeguato riconoscimento economico riteniamo indispensabile anche il riconoscimento di un necessario periodo di riposo biologico da programmare superata la fase dell’emergenza con opportuno turnover del personale che ha lavorato fino ad oggi in condizioni di elevatissimo stress psicofisico, considerando anche il necessario isolamento dalle proprie famiglie.E’ per questo motivo che Vi chiediamo di assumere tutte le opportune azioni e di adottare tutti i necessari provvedimenti legislativi affinché venga riconosciuto il carattere assolutamente eccezionale del rischio e del disagio lavorativo in cui versa il personale che opera nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche lombarde e in particolare la dirigenza, sanitaria e non, che sta pagando in prima persona anche con un triste e ingiustificabile tributo di vite umane.Una mancata risposta a questo appello non potrà passare sotto silenzio.

 


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