'Solo ora vi ricordate di noi?' La lettera di un anziano ospite in una Rsa di San Bassano
L’ospite del Vismara-De Petri ammette di “sentirsi protetto qui dentro” e che il coronavirus non è acnora entrato nel suo reparto, ma attacca: “Prima nessuno parlava di noi, ora sono tutti esperti del nostro mondo interiore ed esteriore ma per accusare, recriminare e dari contro quelli che ci curano”.
“Allora vi siete finalmente accorti degli anziani che vivono in Rsa! Era ora!”. Inizia così la lettera che il signor Luigi, un ospite della struttura di San Bassano, l’Istituto Vismara-De Petri, che un’operatrice ha trascritto sotto dettatura. “Ho 94 anni – racconta – e vivo in Rsa da un anno e mezzo e..cosa posso dirvi? Ci sto bene. Certo, avevo una vita mia con mia moglie e una bella casa. Poi è morta e io che ho tanti acciacchi e sono cieco ho scelto di entrare qui”. Luigi sottolinea di aver “fatto bene” perché si sente “accudito e anche voluto bene”, benché ammetta di “essere spesso un po’ pesante e insistente perché a me piace vivere come dico io e allora qualche volta questa nuova vita mi sta un po’ stretta”.
L’ospite del Vismara-De Petri ammette di “sentirsi protetto qui dentro” e che il coronavirus non è acnora entrato nel suo reparto, ma attacca: “Prima nessuno parlava di noi, ora sono tutti esperti del nostro mondo interiore ed esteriore ma per accusare, recriminare e dari contro quelli che ci curano”. “Solo ora – aggiunge – sento afermare che esistiamo e siamo da proteggere perché più fragili: strano, pensavo che fossimo un peso!”.
Il signor Luigi quindi rifltte: “Penso che in ogni settore della nostra società ci siano organizzazioni buone ed altre meno buone o addirittura truffaldine, ma, di sicuro, prima di sparare a zero sulle Rsa occorrerebbe conoscerle dal di dentro e magari scoprire quanta competenza e umanità ci sono in esse”. L’ospite poi riprende: “Non è semplice aiutare noi vecchi che spesso non capiamo niente, ce la facciamo addosso, siamo lenti, impacciati, incapaci di fare da soli, urliamo e disturbiamo a tutte le ore del giorno e della notte. Per curarci occorre saperlo fare con uno stile che non si impara per corrisponedenza o sui libri”. “Allora – conclude – basta, per piacere: se volete parlare di noi per aiutarci a vivere sempre meglio..va bene. Se no ridateci il nostro oblio, che sarà poi il vostro… se ci arriverete!”.
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