Mattia è stato dimesso. Bosio: 'Ora ha bisogno solo delle cure minime: i baci e le carezze della mamma'
“Medici e infermieri hanno trattato Mattia come fosse il loro figlio – ha poi aggiunto la mamma del ragazzo -. Secondo me gli angeli esistono veramente, e sono qua in ospedale. Credo però che Mattia sia stato graziato anche da Anastasia, mia figlia, diventata un angelo 5 anni fa, il suo angelo custode”.
Mattia può finalmente tornare a casa. 27 giorni dopo quel 21 marzo in cui era entrato in ospedale con la tac che imponeva l’intubazione immediata. Dal primo messaggio alla mamma – “Lotterò per te, non ti lascerò sola” – al sorriso in videochiamata e alla prima vera telefonata del 29 marzo: in mezzo la sofferenza di un ragazzo di 18 anni colpito dal Covid-19, ma anche i tanti attestati di vicinanza e affetto da parte dei compagni di classe e del mondo dello scuola e dello sport con i videomessaggi di Cremonese e Inter, le sue squadre. Senza dimenticare il provveditore Fabio Molinari che in queste settimane si è anche speso per far arrivare aggiornamenti puntuali. “Oggi – dice lo pneumologo Giancarlo Bosio -Mattia va a casa con le cure minime, ossia i baci e le carezze della mamma”. Oltre alla volontà di Mattia, guarito completamente, sono stati proprio i medici e gli operatori sanitari gli artefici di questa storia a lieto fine.
Stamattina un piccolo drappello di giornalisti e fotografi ha accolto il 18enne, uscito in carrozzina dall’ospedale, accompagnato dal direttore sanitario Rosario Canino, dal primario di Pneumologia Giancarlo Bosio, e dal medico che per primo lo aveva visitato quando era giunto al pronto Soccorso, Massimo Cannavò. Era da poco arrivato in aiuto dei colleghi di Cremona dall’ospedale di Varese, dove opera come chirurgo. “Mi sono subito preoccupato quando ho sentito il suo respiro affannoso, non normale per un ragazzo di 18 anni senza patologie. Mi è scattato un campanello d’allarme, anche perchè in quei giorni ormai tutti i pazienti che arrivavano li consideravamo Covid. Quindi abbiamo saltato la radiografia e abbiamo subito eseguito una Tac che ha evidenziato una compromissione dell’80% dei polmoni. Ho chiamato gli anestesisti e quando gli abbiamo detto che dovevamo addormentarlo per poterlo intubare ho visto la paura nei suoi occhi, è normale. Gli ho detto di non preoccuparsi, che tutto sarebbe finito bene”.
“Medici e infermieri hanno trattato Mattia come fosse il loro figlio – ha poi aggiunto la mamma del ragazzo -. Secondo me gli angeli esistono veramente, e sono qua in ospedale. Credo però che Mattia sia stato graziato anche da Anastasia, mia figlia, diventata un angelo 5 anni fa, il suo angelo custode”. Mattia ha subito risposto bene alle cure e oggi può dirsi guarito. Può tornare alla sua casa, ai suoi gatti, allo studio per l’esame di maturità, denso di incognite per tutti i 18enni, ma per per lui ancora di più. Superato uno scoglio tanto grande come quello della lotta per la vita, l’esame sarà sicuramente un’altra cosa. Un ragazzo tranquillo che ha sempre reagito con serenità allo stress della malattia, così lo descrivono medici e infermieri che l’hanno avuto in cura.
g.biagi