Lettere

Covid19, torniamo
ad essere un
paese normale

da Sante Gerelli (Sinistra Italiana)

Egregio Direttore

La situazione attuale mette a nudo i pregi e i difetti che il nostro paese ha.

Pregi rappresentati dalla rete del volontariato che si mobilità ad ogni occasione che il paese ne ha bisogno, che mette la propria sensibilità al servizio di una scelta solidaristica, pregi rappresentanti dai medici, dagli infermieri ,dai professori in prima linea in questa battaglia per salvare cittadini colpiti dal coronavirus, dai lavoratori impegnati per garantirci i generi di prima necessità.

Ma ce anche un’altra Italia, quella che rischia di vincere sempre, l’Italia dei furbi, quelli che egoisticamente pensano solo a se stessi , baipassando le normative di legge, trafugano dagli ospedali mascherine per poi venderle al mercato nero , decuplicandone i prezzi.

Mentre il nostro paese monta la polemica sulla mancanza delle mascherine e dei respiratori, ci sono delle ditte Italiane che li vendono alla Grecia ( nave bloccata ad Ancona) o agli Stati Uniti.
Il senso della vita viene prima del senso degli affari, ma qualcuno ha invertito le priorità.

Un giorno sentiremo questi definirsi paladini della patria, perché vige da sempre che chi più grida ha ragione, mentre chi opera in modo silenzioso, con un comportamento onesto alla fine cercano di farli passare dalla parte del torto.

Non è una sensazione è una constatazione dei fatti quotidiani, purtroppo.

È un momento particolare in cui dobbiamo essere uniti, in cui l’unità fa la forza e crei le prospettive di un domani migliore , dove torni a prendere il suo posto nella società, l’impegno, l’intelligenza, lo studio, il lavoro.

Dove la vicinanza delle persone aiuti a ricreare quei rapporti umani di amicizia e di solidarietà che erano scomparsi.

Abbiamo visto tanti cittadini di ogni parte del nostro paese , cantare dai balconi, dalle finestre , persino sui tetti, dando un senso di fiducia e di affetto a chi è in prima linea impegnato in questa difficile e sconosciuta battaglia, ma dobbiamo a mio avviso stare molto attenti, soprattutto chi in questi momenti decide le scelte da applicare, se si compie un passo falso possiamo passare dai canti sui balconi alle proteste di piazza.

Quindi ritengo che il momento difficile che stiamo tutti attraversando , serva per mettere in un angolo gli approfittatori e i furbi e dia spazio e fiducia a chi si impegna in prima linea, a chi con abnegazione costruisce comunità.

Iniziando a mettere le basi per una nuova società, dove le persone non siano considerati numeri, ma parte viva del tessuto sociale.

Dove l’odio e l’egoismo , non abbia più il sopravvento sulla ragione e sulla solidarietà tra le persone.

Dall’amarezza di oggi , dalle paure che serpeggiano in tutti noi, traiamone una lezione positiva, sentiamoci più utili , più amici, dove le differenze delle sensibilità sociali e politiche siano un arricchimento per tutti noi e non motivi di scontro .

Forse torneremo ad essere un paese normale.

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