Chiesa

Don Andrea Spreafico e i 51 km per consegnare la lettera di Pasqua: ai cristiani e anche ai non cristiani

“Se ho fatto bene i conti - spiega don Andrea - ho depositato 1701 buste, perché ne avevo preparate 1727 e 26 sono avanzate. In realtà dal Consiglio Pastorale mi indicano un numero superiore, ossia quasi 1900 buste, ma poco importa. Quel che conta è che siano tutte state ritirate. E dai messaggi che ricevo, molti hanno gradito”.

CICOGNARA/RONCADELLO – Più che una maratona: si è fatto 51 km in due giorni, don Andrea Spreafico, parroco dell’unità pastorale che racchiude le frazioni viadanesi di Cicognara e Cogozzo e quella casalese di Roncadello. Se li è fatti a piedi, perché in auto non avrebbe avuto senso: doveva infatti consegnare in ciascuna delle cassette della posta delle frazioni un pacchetto speciale. “Se ho fatto bene i conti – spiega don Andrea – ho depositato 1701 buste, perché ne avevo preparate 1727 e 26 sono avanzate. In realtà dal Consiglio Pastorale mi indicano un numero superiore, ossia quasi 1900 buste, ma poco importa. Quel che conta è che siano tutte state ritirate. E dai messaggi che ricevo, molti hanno gradito”.

Il contenuto, si diceva, è molto particolare. Mettendo in atto una bella idea maturata qualche settimana fa dal Consiglio Pastorale, don Andrea ha consegnato a ciascun residente nelle tre frazioni un piccolo ramoscello d’ulivo benedetto – non contravvenendo alle indicazioni della Diocesi di Cremona, che vietava il ritiro in chiesa o in luoghi in cui fosse possibile l’assembramento – e soprattutto due fogli di carta: “Nel primo – spiega don Andrea – erano indicate le messe da seguire in tv o in radio, l’altro invece riportava due lettere di auguri di Buona Pasqua, con alcune riflessioni. Una l’ho pensata per i cristiani e l’altra per i nostri residenti che professano altre religioni”.

Due lettere sullo stesso foglio di carta, letteralmente due facce della stessa medaglia: da un lato la pagina per i Cristiani, dall’altro la lettera per “i Cari Amici – si legge – Islamici, Sikh, Induisti, Testimoni di Geova e credenti in altre Divinità”. Don Andrea ha ricevuto il grazie anche di tanti residenti delle frazioni profondamente intrisi, ad esempio, di cultura indiana, partendo proprio dal credo religioso. Il senso della sua iniziativa è molto chiaro: in questo momento la preghiera serve da parte di tutti, a prescindere dalla propria fede. Da qui l’invito a una Pasqua comune e comunitaria, nonostante le distanze e le norme che ci imporranno, anche nel weekend più importante del Cristianesimo, di restare in casa.

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Giovanni Gardani

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