Cronaca

Le sirene, le piccole luci e le divise: l'omaggio a Oglio Po (Video e Gallery)

Quelli sulla rampa d'accesso del nosocomio casalasco sono le persone di sempre, i professionisti di sempre, le stesse persone che professionalmente prestavano la loro opera prima e continuano a prestarla adesso

VICOMOSCANO – Sirene, che spaccano il silenzio che – finalmente – è anche quello delle ambulanze che arrivano con meno frequenza. Non sembra vero, rispetto solo ad una settimana fa ma anche qui, come in tutte le strutture ospedaliere d’Italia, il silenzio non è mai stato così importante. Sirene che arrivano dritte al cuore, s’insinuano e lasciano il segno.

Fuori, sulla salita che porta all’accesso principale dell’Oglio Po ci sono loro. Medici, infermieri, inservienti. L’anima dell’Ospedale. E in strada ci sono altri professionisti in divisa: carabinieri, poliziotti, finanzieri, vigili del fuoco ed uomini della polizia municipale, oltre agli uomini della Protezione Civile, Croce Rossa e Padana Soccorso. Uniti in un abbraccio che – anche se non si può dare – c’è.

Non parleremo di guerre, di battaglie. Lo abbiamo promesso, anche se a volte è più facile paragonare la ‘cura’ in corsia ad una lotta. E non parleremo di eroi. Quelli sulla rampa d’accesso del nosocomio casalasco sono le persone di sempre, i professionisti di sempre, le stesse persone che professionalmente prestavano la loro opera prima e continuano a prestarla adesso. E la stessa gente di sempre. Un po’ più provata certamente, un po’ meno serena per aver dovuto affrontare un percorso di cura nei confronti di un virus che cure – e vaccini – ufficiali non ne ha specifici.

Ce l’hanno fatta con tanti e tanti li hanno dovuti lasciare andare dopo averci provato. E l’omaggio degli altri uomini in divisa ha proprio questo senso. Un grazie comunque, un grazie a prescindere un grazie ad altri uomini e ad altre donne in divisa. Verdi, azzurre o bianche, guanti alcuni e maschere tutti. Un grazie per aver fatto il proprio dovere con passione, con spirito di abnegazione, in qualche caso rimettendoci pure in salute.

Un grazie scandito dal suono assordante delle sirene che entra nelle carni e alla fine scatena, spontaneo, un applauso degli uni nei confronti degli altri. Manca l’abbraccio ma c’è quello che stringe l’anima: ed è comunque fortissimo.

“Non mollate”. Queste, le ultime parole, tra le poche dette in generale, del maresciallo Giuliano Bertinelli alla direttrice medica dell’Oglio Po dottoressa Daniela Ferrari, prima che il corteo si disperdesse. Non molleranno, non lo hanno fatto prima dello scatenarsi delle polmoniti, non lo faranno adesso che qualche debolissima (seppur importante) luce nell’infinito buio degli ultimi 40 giorni si è accesa.

Sono lucciole nella notte e son sirene che spaccano il cielo nel giorno. E’ la gente di Oglio Po e quella dell’Oglio Po. La stessa terra che ha gente testarda e determinata, che ha gente che cura e che viene curata e che, anche se i limiti dovuti ad anni di politiche dissennate si sentono, non si è mai arresa. Sotto a quelle maschere tanta gente conosciuta, ed altre giovani leve i cui occhi vediamo per la prima volta. Un unico gruppo di gente che – passo dopo passo – prosegue il cammino di cura. Anche per il bene di tutti noi.

N.C.

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