I sindaci dell'Azienda Speciale Consortile Oglio Po alla Regione: "Dramma nelle RSA e il sistema della Centrale Unica così non aiuta"
"Tutte le istanze sono ferme e si tratta di richieste di aiuto da parte di familiari che non sanno come gestire i propri cari al domicilio per un aggravamento della loro condizione clinico-sanitaria o perché sono in quarantena o malati loro stessi o perché questi vengono dimessi da ospedali, strutture riabilitative o reparti di Cure Intermedie in condizioni di non autosufficienza".
L’Azienda Speciale Consortile Oglio Po scrive ai vertici della sanità regionale e mantovana per chiedere di intervenire in merito ai gravi e drammatici problemi legati alle RSA del territorio. A scrivere è Alessandro Cavallari, sindaco di Viadana, in rappresentanza anche dei Sindaci dei comuni di Bozzolo, Commessaggio, Dosolo, Gazzuolo, Marcaria, Pomponesco, Rivarolo Mantovano, Sabbioneta, San Martino dall’Argine.
“In seguito ad una videoconferenza – si legge – avvenuta in data 2 aprile 2020 tra i 10 Sindaci e le R.S.A. del territorio viadanese sono emersi temi che hanno creato molta preoccupazione e ci hanno spinto a chiedere informazioni precise e un intervento concreto, da parte delle istituzioni, in aiuto alle nostre strutture. Primo fra tutti il tema dell’approvvigionamento dei DPI necessari a garantire la sicurezza degli operatori socio sanitari quale categoria di lavoratori ad alto rischio. Ci riferiscono le strutture di aver ordinato importanti quantitativi anche a costi molto elevati che restano fermi in dogana. Nel frattempo gli operatori si ammalano e propagano il virus tra gli ospiti della struttura creando focolai devastanti. Un ulteriore problema è rappresentato dalla necessita di effettuare i tamponi a tutto il personale ed agli ospiti. Questa operazione potrebbe prevenire situazioni che possono diventare esplosive. Pur rendendoci conto delle difficoltà che a qualsiasi livello hanno investito il nostro paese ed in particolare la nostra zona ci sentiamo in dovere di chiedere una particolare attenzione per questi luoghi di accoglienza che ospitano persone estremamente fragili”.
“Per ultima vi rappresentiamo – spiegano i sindaci – la difficoltà dovuta al blocco dei posti letto legata all’istituzione del portale “PRIAMO” che prevede che gli ingressi siano effettuati direttamente dalla Centrale Unica. I comuni del viadanese hanno attiva ormai da diversi anni una Convenzione con tutte le Residenze Sanitarie Assistenziali del territorio finalizzata ai ricoveri d’urgenza. Questo servizio ci ha permesso di accedere al primo posto libero in una delle 10 residenze per l’inserimento di persone in dimissione dall’ospedale oppure al domicilio, per un improvviso peggioramento della situazione generale che richiedesse un ricovero temporaneo, urgente e inderogabile valutato dall’équipe del Centro Multiservizi. Attualmente tutte le istanze sono ferme e si tratta di richieste di aiuto da parte di familiari che non sanno come gestire i propri cari al domicilio per un aggravamento della loro condizione clinico-sanitaria o perché sono in quarantena o malati loro stessi o perché questi vengono dimessi da ospedali, strutture riabilitative o reparti di Cure Intermedie in condizioni di non autosufficienza e non hanno una rete familiare in grado di accoglierli. Queste situazioni a chi le dirottiamo? Senza parlare delle piccole/medie strutture che con i posti letto scoperti presto non riusciranno più a far quadrare i loro bilanci e si vedranno costretti a chiudere. Vogliate considerare che questa zona è una delle più colpite e merita, a nostro parere, una particolare attenzione a tutela dei lavoratori delle strutture e a tutela degli anziani ospiti”.
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