Cronaca

Tamponi nelle RSA, ATS: 'Noi ruolo di coordinamento, non li eseguiamo direttamente'

“Per quanto attiene al tema dei tamponi, è opportuno evidenziare innanzitutto che l’ATS della Val Padana non esegue direttamente i tamponi, ma – per quanto riguarda quelli previsti nell’ambito dell’attività di sorveglianza - ha sempre svolto e svolge un ruolo di coordinamento e raccordo con le ASST territoriali e i laboratori incaricati dell’esecuzione del test”.

Non si è fatta attendere la risposta di ATS Val Padana dopo che, in merito alla questione dei tamponi agli ospiti in Rsa, l’Uneba aveva lamentato che la stessa Ats non provvedesse e rinviass a laboratori privati. In una nota diffusa nella serata di oggi, venerdì 3 aprile, ha infatti precisato: “Questa ATS ha sempre agito nel solco delle indicazioni nazionali e regionali che stabilisconole linee di azione e di comportamentoper la gestione dell’epidemia in corso, provvedendo a comunicare tempestivamente a tutte le strutture territoriali ognidisposizione adottata dagli organi superiori”.

ATS quindi aggiunge: “Oltre ad un’azione di rilevazione epidemiologica, sorveglianza sanitaria e prevenzione, mirata al contenimento della diffusione dell’epidemia anche attraverso l’isolamento dei contatti dei casi di COVID-19, ATS svolge un ruolo di governo dei fabbisogni territoriali, di raccordo interistituzionalee di coordinamento con le strutture direttamente coinvolte nell’erogazione dell’assistenza ai pazienti”. Sui tamponi l’Azienda evidenzia: “Per quanto attiene al tema dei tamponi, è opportuno evidenziare innanzitutto che l’ATS della Val Padana non esegue direttamente i tamponi, ma – per quanto riguarda quelli previsti nell’ambito dell’attività di sorveglianza – ha sempre svolto e svolge un ruolo di coordinamento e raccordo con le ASST territoriali e i laboratori incaricati dell’esecuzione del test”.

Tuttavia uno dei nodi più importanti da sciogliere riguarda le RSA: “In linea con le indicazioni regionali e in accordo con le ASST del territorio, l’ATS della Val Padana ha definito i percorsi per l’esecuzione dei tamponi anche per gli operatori sanitari e sociosanitari delle RSA che devono rientrare al lavoro dopo assenza per patologia potenzialmente Covid, o che presentano sintomatologia febbrile a inizio turno (ne sono stati già effettuati oltre 300 in collaborazione con le ASST nella provincia di Cremona e oltre 1500 –tra operatori e ospiti -con l’ASST di Mantova, con la quale è stato stipulato uno specifico accordodi collaborazione anche per consulenze e formazione)”. “Per quanto riguarda – si legge nella nota – la questione relativa ai tamponi per gli ospiti sintomatici delle RSA, nel rispetto dell’autonomia gestionale di ciascuna Struttura e stante l’opportunità di intervenire senza spostare i pazienti, d’intesa con le ASST è stato impostato un modello organizzativo che prevede il prelievo del campione sugli ospiti direttamente nelle Strutture, ad opera delle stesse.Alle Strutture Sociosanitarie sono state, quindi, fornite indicazioni precise circa i riferimenti dei laboratori delle ASST a cui rivolgersi per ricevere i tamponi necessari, la formazione e l’addestramento del personale, nonché le istruzioni per la conservazione ed il trasporto dei campioni al laboratorio”.

In questo contesto, l’ATS ha “indicato il laboratorio di riferimento individuato per il proprio territorio ed ha fornito l’elenco dei laboratori autorizzati in Regione Lombardia, per ogni eventuale necessità”. Inoltre “provvederà peraltro, a seguito delle recenti disposizioni regionali cui è seguita il 2 aprile una prima fornitura di tamponi ad ATS, alla loro distribuzione alle ASST per coprire – per quanto possibile – anche il fabbisogno di test delle strutture sociosanitarie”.

L’Azienda quindi sottolinea: “Si è ritenuto in tal modo di offrire un sistema organizzativo che risponda alla necessità di eseguire tamponi anche agli ospiti sintomatici delle RSA e che sia al contempo snello, rapido ed efficiente. Si ribadisce infine che, pur comprendendo la richiesta di aumentare la capacità di effettuare tamponi (adottando una politica ‘a tappeto’ che tuttavia non corrisponde alle attuali indicazioni regionali e nazionali),anche all’interno delle RSA, di fronte a potenziali casi di COVID-19 (ovveroospiti che presentano sintomi riconducibili all’infezione da Coronavirus), ove non sia disposto il trasferimento in ambiente ospedaliero, la migliore azione di prevenzione della diffusione dei contagi èl’isolamento immediato sia del paziente sintomatico che di altri eventuali ospiti divenuti contatti”.

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