Cronaca

Silvia Stringhini, da San Giovanni a Ginevra con l'equipe che effettua i test sul siero per battere il Covid

E’ stata intervistata dalla tv svizzera Lemanbleu.tv proprio perché presso l’Hôpitaux Universitaires de Gèneve è partita in questi giorni un test per la ricerca sierologica di chi ha avuto il coronavirus e ha prodotto anticorpi. Di fatto la possibilità di sconfiggere, o meglio di inattivare il virus, passa dal sangue di chi ha già battuto la malattia.

Nella foto la dottoressa Stringhini intervistata dalla tv svizzera

SAN GIOVANNI IN CROCE – Mentre all’ospedale Poma di Mantova i pazienti sottoposti alla cura del siero autoimmune migliorano (in ben 8 casi su 12, mentre gli altri restano stazionari), ecco che una cura simile viene ora sperimentata anche in Svizzera, per la precisione a Ginevra. E a guidare l’equipe è una dottoressa casalasca, di San Giovanni in Croce. Si tratta di Silvia Stringhini, responsabile dell’unità di Epidemiologia presso l’Hôpitaux Universitaires de Gèneve. La ragazza da diversi anni vive in Svizzera proprio per lavoro ed è figlia di Franco Stringhini e di Laura Corbari, entrambi di San Giovanni.

E’ stata intervistata dalla tv svizzera Lemanbleu.tv proprio perché presso l’Hôpitaux Universitaires de Gèneve è partita in questi giorni un test per la ricerca sierologica di chi ha avuto il coronavirus e ha prodotto anticorpi. Di fatto la possibilità di sconfiggere, o meglio di inattivare il virus, passa dal sangue di chi ha già battuto la malattia, un po’ come avviene appunto col siero autoimmune a Mantova. Per Silvia una bella soddisfazione e l’ennesimo contributo, che parla italiano e in questo caso casalasco, alla ricerca. In due mesi si prevede che il test toccherà ben 5mila persone in Svizzera, per verificare al meglio le risposte immunitarie su larga scala.

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G.G.

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