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Piloni (PD): "Manca materiale di cancelleria per i ragazzi, lo si venda nei supermercati"

“Pensiamo però che un lavoro istituzionale di squadra sia più efficace e rappresenti in modo unitario e con più forza la voce delle tante famiglie lombarde che oggi si trovano a convivere con questa carenza che va ad incidere direttamente anche sulla qualità della didattica"

Manca materiale didattico: famiglie e ragazzi si trovano in difficoltà. Sollevano il problema, rivolgendosi direttamente al presidente Fontana e all’assessore all’Istruzione Rizzoli, i consiglieri regionali del Pd con una lettera firmata anche da Matteo Piloni che questa mattina aveva già segnalato la questione attraverso un post su Facebook.

“Segnaliamo una serie di problemi che, seppur piccoli rispetto all’emergenza sanitaria che stiamo vivendo in queste settimane, stanno iniziando ad investire diverse famiglie lombarde, soprattutto le più fragili – spiega Piloni –. Stiamo parlando della progressiva carenza di materiale didattico, cioè quaderni, penne, pennarelli…, che non rientrando nella fattispecie di beni di prima necessità non possono essere oggetto di vendita nelle attività commerciali oggi aperte al pubblico”.

L’invito dei consiglieri è “a farsi parte attiva con il Governo per cercare di trovare una soluzione che dia una risposta a questa esigenza, naturalmente nel massimo rispetto delle misure di contenimento in essere. Una possibile soluzione potrebbe essere quella di prevedere, all’interno di uno dei prossimi atti ministeriali o regionali, la possibilità di vendita del materiale didattico almeno da parte dei supermercati, delle edicole e delle cartolerie aperte per garantire il servizio di fotocopiatura”.

I consiglieri del PD avevano già evidenziando il problema su diversi tavoli. “Pensiamo però che un lavoro istituzionale di squadra sia più efficace e rappresenti in modo unitario e con più forza la voce delle tante famiglie lombarde che oggi si trovano a convivere con questa carenza che va ad incidere direttamente anche sulla qualità della didattica, compresa quella a distanza” conclude Piloni che ricorda quanto la questione sia molto sentita soprattutto nei paesi: “Infatti, mentre attività di vendita all’ingrosso possono distribuire anche questi articoli, nella vendita al dettaglio e nella grande distribuzione non è possibile e il divieto di uscire dal proprio comune accentua sicuramente le difficoltà”.

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