Cronaca

No ai pazienti Covid nelle Rsa Montini: 'La quasi totalità non ha strutture adatte'

Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con dei distinguo, anche il presidente dell’Arsac (l’associazione che raggruppa le rsa provinciali) Walter Montini: “Le case di riposo della provincia di Cremona sono quasi tutte contrarie perchè l’accoglienza di ex Covid richiede strutture con isolamento che la maggiore parte di esse non hanno".

I pazienti dimessi dagli ospedali in quanto hanno superato la fase acuta non devono essere trasferiti nelle Rsa, già alle prese con pazienti difficili da trattare anche al di fuori dell’emergenza Covid (si pensi ad esempio ai malati di Alzheimer). La richiesta arriva a chiare lettere dai sindacati della funzione pubblica di Cgil Cisl e Uil, che mettono le mani avanti contro il progetto ipotizzato da Regione Lombardia e a cui stanno lavorando le singole Ats e le Asst.  Per Cisl e Cgil Funzione pubblica di Cremona, non c’è nessuna casa di riposo sufficientemente attrezzata, nella nostra provincia, per accogliere questo tipo di pazienti.

Sulla stessa lunghezza d’onda, ma con dei distinguo,  anche il presidente dell’Arsac (l’associazione che raggruppa le rsa provinciali) Walter Montini: “Le case di riposo della provincia di Cremona sono quasi tutte contrarie perchè l’accoglienza di ex Covid richiede strutture con isolamento che la maggiore parte di esse non hanno; per esempio Cremona Solidale o Sospiro, ovvero quelle molto grandi, possono attrezzare un fabbricato isolato dagli altri per tenere questi pazienti. E poi c’è una questione sanitaria: a livello medico non si sa ancora molto del Covid di ritorno, non è certo che chi è guarito una prima volta non possa infettarsi di nuovo. Quindi credo che l’accoglienza di Covid positivi dimessi da ospedale vada valutata caso per caso e comunque la quasi totalità delle nostre case di riposo non è attrezzata per accoglierli”.

A Cremona Solidale, ad esempio, è iniziata la sanificazione di un nucleo attualmente vuoto al piano terra delle Cure intermedie (quindi non della Rsa) che potrebbe accogliere i pazienti dimessi. Ma l’azienda comunale deve fare i conti con una contrazione del personale a causa delle tante malattie, e prima di poter effettivamente accogliere dovrà valutare di quanta forza lavoro potrà disporre. Altre Rsa, oltre a questo problema, hanno quello strutturale, per la mancanza di spazi compartimentabili.

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