Casa di Riposo Busi, CNC chiama in causa il Prefetto: "Si dispongano i controlli!"
A chiederla, questa volta, e a nome del gruppo che rappresenta, CNC, l'avvocato Fabrizio Vappina che scrive al sindaco Filippo Bongiovanni e al Prefetto di Cremona Vito Danilo Gagliardi
CASALMAGGIORE – Quello che emerge è solo la punta dell’iceberg perché la posizione scelta dal CDA della Casa di Riposo Conte Carlo Busi non è certo quella di altre RSA sul territorio (Canneto, giusto per fare un esempio, che qualche comunicazione in più la dà). E se la comunicazione ufficiale difetta, non difettano certo le voci del personale che in quella struttura vi opera. Si dirà che è la situazione di tutte le RSA, ma almeno in questo caso il mal comune non è per nulla un mezzo gaudio, e neppure un quarto. Com’è la situazione all’interno della RSA di Casalmaggiore? E’ corrispondente o vicino al vero (o vero del tutto) il dato del consigliere regionale Marco Degli Angeli? E’ una stima per difetto? Ci sono vite in gioco. Che non sono solo quelle – preziosissime – degli ospiti ma che sono pure quelle di tutto il personale che merita una tutela maggiore di quella avuta sin ora.
A chiederla, questa volta, e a nome del gruppo che rappresenta, CNC, l’avvocato Fabrizio Vappina che scrive al sindaco Filippo Bongiovanni e al Prefetto di Cremona Vito Danilo Gagliardi perchè si faccia carico di una situazione complicata.
“Al Sig. Sindaco del Comune di Casalmaggiore
Al Sig. Prefetto di Cremona
Oggetto: richiesta intervento per l’esecuzione misure prevenzione e rilevazione tampone naso faringeo Coronavirus presso RSA Fondazione Conte Carlo Busi
I sottoscritti Consiglieri Comunali,
Vista la l’art. 50 D. l.vo 267/2000;
visto l’art. 11 del D.lvo 300/1999;
Considerato
che, alla data odierna la RSA Fondazione Conte Carlo Busi si trova in grave stato di emergenza derivante dal difondersi epidemia da Covid 19;
che avendo registrato tra gli ospiti numerosi decessi è verosimile la relazione diretta tra il diffondersi dell’epidemia e l’aumento della mortalità;
che nonostante la dichiarazione della epidemia da Covid 19 quale “emergenza di sanità pubblica di rilevanza internazionale” e la notoria vulnerabilità degli ospiti della RSA, questa non è stata ancora messa in condizione di monitorare la diffusione del virus, sia tra gli ospiti come pure tra il personale non essendo alla data odierna attuata alcuna esecuzione di “tamponi” sugli stessi soggetti;
che tale mancanza non risulta formalmente motivata, non risultando da una precisa disposizione normativa, regolamentare, o comunque provvedimentale delle amministrazioni interessate;
che l’ordinanza della Regione Lombardia n. 514 del 21 marzo u.s. dispone “Le strutture sanitarie attuano un monitoraggio clinico degli operatori sanitari con rilevazione della temperatura corporea prima dell’inizio del turno di lavoro, e il rilievo del rialzo della temperatura oltre i 37,3 °C comporta l’effettuazione del tampone naso-faringeo per ricerca di SARS-CoV-2 e l’allontanamento dal luogo di lavoro con sospensione dell’attività lavorativa”.
che non è stato individuato il profilo di discrezionalità esercitato per escludere la RSA Fondazione Conte Carlo Busi da tale procedura, nel senso che non è dato sapere se la mancata esecuzione di tamponi è scelta attribuibile al livello normativo o provvedimentale della Regione Lombardia, al livello della ASST o AST locale e nemmeno quali siano i profili di opportunità, siano essi di tipo scientifico, economico, organizzativo;
che la scelta di non eseguire i tamponi, almeno sul personale dipendente, è in stridente contrasto con le scelte fatte dalla vicina regione Veneto, che invece ritiene tale forma di controllo la modalità principale per il contenimento a la successiva riduzione della diffusione del virus;
che tale scelta può produrre gravissime conseguenze immediate, sotto il profilo della agevolazione della diffusione del virus tra gli ospiti, tra gli ospiti ed il personale, tra il personale e i rispettivi familiari, interessando quindi in maniera rilevantissima la sicurezza della intera comunità locale;
che tale scelta può produrre gravi conseguenze sulla gestione, in seguito, non potendo escludere importanti istanze risarcitorie legittimamente attivabili dalla famiglie di ospiti e personale a fronte della eventuale verifica di violazione degli obblighi di protezione spettanti alle amministrazioni e alle singole strutture;
Tutto ciò considerato, i sottoscritti consiglieri,
chiedono
Alle S. V. Ill.me, di provvedere per quanto di propria competenza, anche nella forma dell’ordinanza, al fine di disporre gli adeguati controlli e presidi di contenimento della epidemia Covid 19 presso la RSA Fondazione Conte Carlo Busi“.
N.C.