Coop. Progetto Assistenza, è emergenza: "Mandiamo in giro carne da cannone"
anche i dipendenti delle cooperative, a maggior ragione, hanno la necessità di continuare a fare il loro lavoro con standard di sicurezza al massimo. Serve un'azione del governo, e della regione, e di ATS per fare in modo che anche chi combatte lo possa fare al meglio.
Nessun presidio o quasi, poche garanzie di sicurezza per chi ogni giorno è impegnato nell’assistenza di persone. Che sono spesso anziani, o portatori di handicap medio gravi. E che in questo periodo sono anche persone positive al CoVid19. Un tempo – e in stato di guerra – l’avrebbero definita carne da cannone. Ed è la situazione che vivono e stanno vivendo tantissimi operatori (personale, medici, infermieri, assistenti domiciliari) mandati in prima linea. Alla stregua di tutto il personale sanitario che sta operando nei presidi ospedalieri. Ma un po’ più soli, e sicuramente meno protetti.
“Io mando nelle case carne da macello, ed è giusto che si sappia che i problemi non sono solo in ospedale, ma ce ne abbiamo tanti, e seri, anche fuori. Tutti e giustamente parlano di ospedali in prima linea, io sto mandando in giro gente in guerra e non ho neppure le armi”. A parlare Alessandra Guarneri. 70 operatori da gestire tra OSS, infermieri, personale. Vanno in giro nelle case, a prendersi cura dei positivi, degli anziani, dei disabili. “Non riesco a trovare neppure i presidi medici. E quando li trovo li acquisto a prezzi esorbitanti”.
Alessandra Guarneri gestisce la Cooperativa Progetto Assistenza insieme a Giovanni Bozzini. Il personale opera in tutto il cremonese e nell’area viadanese. “Gestisco una cooperativa sociale di assistenza domiciliare accreditata con ATS e accreditata per servizi Sad per anziani e soggetti fragili e dimissioni protette nella zona di Cremona! Ora qui si parla di ADÌ COVID 19, progettualità fondamentale stante gli ospedali al collasso! Curare pazienti a casa con infermieri e Oss per noi è una missione. Ma come portare a termine correttamente questo lavoro se nessuno ci aiuta a reperire i Dpi necessari? Tutti i nostri fornitori ci dicono che sono stati bloccati dal ministero per una distribuzione da parte della Protezione Civile! Ma quando? Quando saremo tutti malati? Quando avrò tutto il personale in quarantena? Il nostro è un servizio essenziale, ma stiamo lavorando proprio con la miseria di dpi acquistati a prezzi da paura! Chiedo aiuto per continuare a svolgere il nostro lavoro in sicurezza!”.
70 operatori. “E solo 15 Tute Protettiva Tyvek, nessun copriscarpa perché non se ne trovano, guanti in abbondanza, occhiali protettivi perché fortunatamente almeno quelli si possono utilizzare, nessuna fpp2 o fpp3 a disposizione perché gli ordini sono bloccati alla dogana, prezzi esorbitanti per tutti i presidi fondamentali senza che nessuno sia stato in grado di fare nulla. E’ una vergogna e mi vergogno a mandare in giro gente così. 5 euro per un disinfettante per mani, mascherine che servono a poco a prezzi da capogiro. Ripeto, il personale ospedaliero è in prima linea, ed è giusto che si pensi alla loro tutela e protezione, ci mancherebbe. Ma chi pensa a noi? ATS non ci dà nulla, ci dice quali sono i casi da seguire. Noi continuiamo a fare la nostra parte, non ci tiriamo indietro, ma davvero a volte mi viene la tentazione di dire ‘Noi ci fermiamo’ perché così non si può andare avanti. Poi cerchiamo di tutelarci il più possibile, anziani soli in casa ce ne sono tanti e tante sono le persone da assistere visto che tanti contagiati o in quarantena sono seguiti a casa. Cosa facciamo, li lasciamo senza assistenza?”.
Attualmente la cooperativa, e solo di presunti contagiati da coronavirus, ne segue una quarantina. “Non ci sono solo gli ospedali. E non posso nemmeno pensare di continuare a mettere a rischio operatori solo perché non riesco a dare loro tutta la protezione che serve. Entriamo ed usciamo da case con lo stesso materiale, perché non ne abbiamo altro. Questa è la situazione che stiamo vivendo. Non è solo un nostro problema, ci sono 18 cooperative in provincia di Cremona più o meno nella nostra stessa situazione”.
Qualche aiuto inaspettato è arrivato dai privati. “Mi ha contattato Pool Pharma, dopo un appello che avevo lanciato dai social, e mi ha dato una mano per quanto possibile. Ho comprato presidi anche da quella farmacia parmense che poi è finita nell’occhio del ciclone per la vendita delle mascherine sfuse. Fortunatamente poi non l’hanno sanzionata anche perché sarebbe stato paradossale”.
Infine un consiglio: “Chi può se ne stia a casa. E cerchiamo il più possibile, di tutelare gli anziani, pur stando loro vicino. Perché sono ancora tanti, e soprattutto anziani, quelli che vedo in giro. Sotto la sede di Casalmaggiore, l’altro giorno ce ne erano quattro che colloquiavano fra loro seduti su una panchina, come nulla fosse. Senza mascherina. E’ importante che i social continuino a lanciare appelli, ma spesso gli anziani, e soprattutto quelli che vivono soli, non sono social e sono i soggetti maggiormente a rischio. Dobbiamo e sempre trovare il modo di tenerli informati e rassicurarli, così come ad esempio ha fatto il sindaco Ceresini a Solarolo Rainerio, con i ciclostilati”.
Nessun presidio o quasi, i ‘soldati’ delle cooperative continuano a combattere. Ma è ora di sostenere anche loro, visto che il numero degli assistiti a casa continua a crescere in maniera esponenziale. Ed anche i dipendenti delle cooperative, a maggior ragione, hanno la necessità di continuare a fare il loro lavoro con standard di sicurezza al massimo. Serve un’azione del governo, e della regione, e di ATS per fare in modo che anche chi combatte lo possa fare al meglio.
Nazzareno Condina