Dai sindaci mantovani dell'Oglio Po l'appello: "Il piano Codogno funziona, chiudiamo due settimane e andrà tutto bene"
Intanto proprio nella zona mantovana Oglio Po, i sindaci di Marcaria, Gazzuolo, San Martino dall’Argine, Bozzolo e Rivarolo Mantovano hanno costruito il Centro Operativo Sovracomunale e sono pronti per affrontare l’emergenza con la Protezione Civile.
Tre sindaci fanno sentire la propria voce nella parte mantovana dell’Oglio Po in questi giorni di emergenza. E lo fanno prendendo spunto da una buona notizia: a Codogno, la prima zona rossa in assoluto e primo focolaio italiano di Coronavirus, i contagi sono calati drasticamente. Significa che le misure restrittive hanno avuto effetto, anche se servirà confermare questo dato per qualche altro giorno. Intanto proprio nella zona mantovana Oglio Po, i sindaci di Marcaria, Gazzuolo, San Martino dall’Argine, Bozzolo e Rivarolo Mantovano hanno costruito il Centro Operativo Sovracomunale e sono pronti per affrontare l’emergenza con la Protezione Civile.
Alessio Renoldi nel suo post su Facebook martedì sera non ha dato alcun ordine, ma ha caldeggiato la chiusura delle attività. “Mi associo a tutti i Sindaci della Lombardia. E invito – ha scritto Renoldi – anche tutte le attività di San Martino d/A (esclusi alimentari e farmacia) a valutare già da domani la chiusura. È un invito ovviamente, non un obbligo, ma che va nella direzione di limitare il più possibile i contagi. Che ci piaccia o no, siamo in guerra, ma non è una guerra di quelle che siamo abituati a leggere sui libri di storia, perché il “coprifuoco” ci viene imposto dal buonsenso, non dall’aereo Pippo. Ci sono migliaia di medici e infermieri che si stanno facendo in quattro per noi, non vanifichiamo questo lavoro. Ognuno di noi ha una grande chance, quella di salvare la vita ad altre persone, sfruttiamola. Restare in casa in questo momento, è un atto di eroismo, facciamolo. Non si scherza più adesso. Non ci chiedono di partire per il fronte, ma di stare a casa sul divano. L’opinione di chi la pensa diversamente adesso non è sul tavolo, l’unica cosa che conta è seguire le leggi dello Stato e della comunità scientifica. Siamo seri, e consapevoli. Fra qualche settimana tutto sarà finito, e ci guarderemo allo specchio più fieri di noi. Diamo il nostro piccolo grande contributo”.
Si associa Alessandro Sarasini, sindaco di Commessaggio. “Il governo con la emissione delle misure di lunedì sera non ha spostato molto l’attenzione, almeno sul nostro territorio, e la situazione della nostra sanità è quasi al collasso. Nel pomeriggio ho incontrato la minoranza ed abbiamo condiviso un percorso di confronto con le attività commerciali del centro abitato di Commessaggio e domani ore 8,30 lo affronteremo tutti insieme. Siamo convinti che l’unico vero modo per debellare l’infezione sia ridurre i contatti sociali chiudendo e contingentando gli accessi ai negozi per le provviste di prima necessità. È opportuno per gli anziani rimanere in casa ed utilizzare il servizio per la spesa domiciliare, non uscire per evitare contagi. Siamo veramente in una condizione critica mai accaduta prima, se tutti facciamo la nostra parte ne usciremo indenni senza complicazione non volute e non necessarie. Serve solo stare in casa ed aspettare tempi migliori. Insieme ai può, insieme debelliamo il virus, insieme per la vita”.
Intanto una precisazione e un invito alla responsabilità giunge anche da Giuseppe Torchio, sindaco di Bozzolo. “Mi permetto una nota dopo tante giornate snervanti: finalmente in alto hanno capito che, nella grande concitazione di un evento inatteso, bisogna fare riferimento alla nostra realtà, alle strutture locali che sono in grado di dare risposte.
Non possiamo fare ordinanze, e questo può essere un bene per evitare l’anarchia, ma non eravamo nemmeno informati sulle generalità. Dopo una settimana di tira e molla sui casi di Bozzolo, finalmente sulla Pec riservata sono giunti i riferimenti dei due bozzolesi colpiti dal virus. In poche ore, grazie alla collaborazione di vari uffici, abbiamo verificato che si tratta di persone da tempo in cura in strutture esterne, non presenti in loco. A loro manifestiamo tutta la nostra solidarietà, con gli auguri di pronta ripresa!
Il bollettino della Prefettura, in serata, ha confermato i dati precedenti pubblicati sulla stampa. Per ora nessun incremento e speriamo davvero che le cose restino così. Confermo che il Presidente della Lombardia Fontana, con la firma di tutti i sindaci capoluogo e delle provincie, a fronte della crescita dei casi di coronavirus, ha chiesto al governo un provvedimento forte e temporaneo per il fermo produttivo, ad eccezione dei settori strategici e di prima necessità. Con le necessarie compensazioni e dilazioni per il mondo economico e del lavoro. Nell’occasione ringrazio quanti vigilano per evitare assembramenti nei parchi ed in altre strutture, i volontari che hanno distribuito i testi dispositivi dell’emergenza, quanti lavorano in Comune e nei vari settori per garantire i servizi essenziali, le cinque ditte che, in altrettanti cantieri pubblici e privati, stanno operando a Bozzolo, nonostante la grave crisi”.
“Registro tanta cautela – conclude Torchio – file ordinate davanti a negozi e farmacie, mascherine protettive per i cantieri di lavoro, per i cittadini che incontri per la via e l’uso dei presìdi sanitari per chi è in movimento. Ma il mio pensiero più sentito va a tutti i sanitari delle Farmacie, del territorio e soprattutto a tutto il mondo degli Ospedali, a quelli del nostro ed a tutti gli altri, in qualsiasi luogo, ruolo e mansione, per la splendida prova di resistenza, competenza ed abnegazione, pur di fronte alla dimostrata insufficienza dimensionale delle infrastrutture. Mi auguro che questa considerazione non sia il luogo delle buone intenzioni, di cui è lastricato l’inferno”.
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