Lettere

"Coronavirus: l'amore ai tempi
del colera, le falle della politica
e il dovere di rimanere normali"

da Cristian Lana

Era “L’Amore ai tempi del colera” e ad anni ove abbiamo creduto non potesse quasi più esistere pandemia, siamo qua a raccontarci una situazione ben diversa e fautrice di tante speranze, di illusioni, affidandoci alla scienza, alla coscienza, ai talk show, a Governanti attoniti, a virologi esperti, al nostro “Io” che mai ci toccherà o alla paura di essere contagiati e possibili untori. Chi urla al vento che la paura è Ignoranza, che i blocchi sono esagerazione, chi parla di fine del Mondo, chi esagita anime in tempesta e chi solletica sarcasmo per sfuggire alle onde. Siamo tutti Capitani di una nave che vorremmo salvare, ma che affonda pian piano.

In tutto ciò si sente e si vive in questi giorni, tra esagerazioni e pressappochismo, siamo esattamente ciò che abbiamo voluto avere. Siamo frustrati da anni di mala politica, di malaffari, di tagli drastici ad ogni livello, di governanti ghiotti di intascare e tanto ghiotti da sollevare polveroni anche sul vetro, ma mai consci che esistono in Italia anche dei soggetti che si chiamano cittadini, persone, essere umani. E allora ci si trova in questa barca, che un po’ naviga a vista, un po’ a balia dei venti. E allora ci si trova dinanzi a strutture sanitarie elitarie ormai al collasso, a vertigini di decreti che un po’ sono carne, un po’ pesce, ma per non scontentare tutti anche un po’ vegane e in questo cocktail del pressappochismo inizia pure ad andare bene che alla fine dei conti i deceduti hanno età medie elevate, meno pensioni, meno costi.

Continuiamo a navigare in questo mare così, viene sera lo stesso, qualcuno arriverà in soccorso, qualcuno morirà, qualcun altro, chi lo sa! Allora resettiamo davvero le menti per cinque lunghissimi minuti, cancelliamo per poco il pressapoco e torniamo ad utilizzare il buonsenso delle cose. Senza essere esperti, senza essere medici , che spesso ,poco ascoltiamo, senza essere politici, che troppo ascoltiamo . Torniamo ad essere normali, se il buon senso esiste ancora, sono dell’idea che tanta paura è davvero ingiustificata, assalire i supermercati veramente assurdo, ma tanto buonsenso deve essere base. Iniziamo a ragionare sul prevenire sia meglio curare, allora la Politica ad ogni vertice sia, si adoperi a misure serie, iniziando a verificare non numeri ma persone, iniziando ad emanare direttive chiare, cooperative di uno Stato e non di un terno al lotto.

La creazione di una rete regionale e Nazionale su disponibilità di posti letto, di unità di terapia intensiva , di ospedali da campo installati a priori, di contenimento significativo con minimi assembramenti può essere qualcosa di funzionale al propagarsi di un virus epidemico? Possiamo avere da parte dei politici una maggiore attenzione a tutto ciò ci stanno chiedendo i nostri bravissimi sanitari? Iniziamo ad ascoltare le persone e non solo dati empirici? Iniziamo ad essere trasparenti, seri, decisi e risoluti e per esserlo bisogna davvero essere seri, trasparenti, decisi e risoluti. Da oggi, sicuramente ci laveremo tutti le mani qualche volta in più, ma alti livelli politici che da troppi anni si stavano lavando le mani, dovrebbero per una volta iniziare a sporcarsele un pochino di più, anche con provvedimenti molto forti, ma che siano efficacia e non placebo. Tergiversare per non scontentare troppo, provvedimenti che sian poca carne e poco pesce, non migliorano situazioni che andrebbero affrontate con decisione e fermezza.

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