Calcio e sport, si gioca, anzi no: il Ministero dà la possibilità, la Figc regionale rinvia tutto fino all'8 marzo
In concreto significa che tutti i tesserati come agonisti di Federazioni afferenti al CONI che partecipano a campionati e manifestazioni strutturati dalla propria Federazione di appartenza, possono riprendere allenamenti e gare a porte chiuse. Poi lo stop di Regione Lombardia.
Si torna tutti in campo, giovanili e non, anche se sarebbe meglio di no, o, almeno, bisognerebbe pensarci bene. A seguito dell’avviso di chiarimento del DPCM 1/3/2020 (Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri recante ulteriori disposizioni attuative del decreto legge 23 febbraio 2020, n. 6, recante misure urgenti in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19, ndr) dell’Ufficio Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, pubblicato oggi, lunedì 2 marzo, ne consegue infatti che “è possibile lo svolgimento degli eventi e delle competizioni sportive nonché delle sedute di allenamento degli atleti tesserati agonisti all’interno degli impianti sportivi utilizzati a porte chiuse”. Chiarimenti arrivano anche circa l’uso degli spogliatoi: si potranno utilizzare solo dagli agonisti e solo garantendo la misura precauzionale della distanza di un metro negli spogliatoi.
In concreto significa che tutti i tesserati come agonisti di Federazioni afferenti al CONI che partecipano a campionati e manifestazioni strutturati dalla propria Federazione di appartenza, possono riprendere allenamenti e gare a porte chiuse, anche se minori e anche se partecipano a campionati giovanili, escluse tutte le attività di avviamento alla disciplina e lo sport di base. Il Comune di Cremona, però, invita “a prendere completa visione della comunicazione e a rispettare con assoluto rigore, con totale assunzione di responsabilità societaria, le misure organizzative previste dalla normativa comprese quelle atte a garantire adeguata distanza tra le persone come indispensabile presidio della tutela della salute”. Ma soprattutto, il Comune “invita altresì a valutare l’opportunità di effettuare allenamenti e a realizzare eventi, in considerazione della necessaria tutela della salute pubblica degli atleti e di tutta la comunità”.
Trattandosi di una decreto della Presidenza del Consiglio, le Amministrazioni comunali non possono emettere ordinanze in contrasto con lo stesso, ma da parte dell’Amministrazione di Cremona filtra preoccupazione riguardo alla salute degli atleti ed in particolare dei ragazzi. L’Assessore allo Sport Luca Zanacchi, che, avendo avuto gli strumenti formali, avrebbe voluto rendere obbligatoria la sospensione per le giovanili, invita alla responsabilità e al senso civico le società. L’equazione ‘niente scuola uguale niente allenamenti’ è conisderato l’orientamento più saggio da adottare in questa situazione, benché, come detto, non sia obbligatorio. Lo stesso Zanacchi nella giornata di lunedì ha anche incontrato Vbc èpiùPomì Casalmaggiore, Vanoli, JuVi Ferraroni ed Esperia: tutte società che autonomamente avevano già deciso di sospendere l’attività giovanile.
Il Comitato Regionale Lombardia della Lega Nazionale Dilettanti di calcio, in ogni caso, “considerate le ulteriori misure varate dal Governo fino all’8 marzo 2020 in materia di contenimento e gestione dell’emergenza da COVID-19 “Coronavirus” ed in particolare le misure che interessano il territorio della Regione Lombardia e le limitazioni che le Amministrazioni locali prevedono all’utilizzo dei centri sportivi nonché la necessità di mantenere l’uniformità e la regolarità di tutti i campionati”, ha disposto la sospensione dell’intera attività regionale e provinciale, dilettantistica e giovanile, in programma in settimana e fino a domenica 8 marzo 2020 compresa.
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