Cronaca

Casalmaggiore piange Maria Palmieri: fu economa all'asilo nido tra anni '70 e '80

Così la ricorda il figlio Giorgio: "La frase che amava ripetermi era questa: “Devo poter guardare negli occhi tutti i genitori quando vengono a riprendere i loro bimbi, senza mai sentire la necessità di abbassare lo sguardo, sapendo di avere agito nel modo più appropriato”.

CASALMAGGIORE – Da qualche tempo non viveva più a Casalmaggiore, dove però ha lasciato un ottimo ricordo in tante generazioni di bambini che sono entrati in contatto con lei durante la sua lunga esperienza da economa all’asilo nido comunale. Si è spenta nei giorni scorsi Maria Palmieri, ma per rispetto della volontà della famiglia ne diamo notizia solo a funerali già avvenuti. Nata a San Lupo (Benevento) il 7 aprile 1929, Maria è morta a Fabriano (Ancona) il 6 febbraio 2020 a seguito del terzo infarto acuto del miocardio.

Licenza di Liceo Classico a Napoli con la media del 9, Maria aveva poi interrotto gli studi universitari all’Università di Napoli per collaborare con il padre Antonio, industriale nel ramo dell’olio di oliva (aveva creato uno dei primi stabilimenti di raffinazione ed estrazione dell’olio dalle sanse, residui della spremitura dell’olio extravergine di oliva). Dopo la morte del padre e la fine dell’azienda di famiglia, Maria aveva vinto il concorso nazionale per Economa dell’O.N.M.I. (Opera Nazionale Maternità ed Infanzia) collaborando con tale istituto a Terni, dove ha conseguito il premio in denaro della Prefettura per alcune campagne vaccinali che hanno interessato l’intera popolazione nel secondo dopoguerra, e successivamente a Pavia.

Dall’inizio degli anni ’70 si è stabilita a Casalmaggiore, dove l’O.N.M.I. è stata liquidata dal governo dell’epoca (essendo considerato un ente del Ventennio Fascista) ed è stata assorbita dal Comune di Casalmaggiore. Maria Pamieri ha agito come direttrice economa all’asilo nido di via Combattenti Alleati. “Mamma non avrebbe gradito essere celebrata – la ricorda il figlio Giorgio – ma ricordata per la sua specchiata onestà, competenza e dedizione ai bambini, per i quali si sentiva oltremodo responsabile, senza distinzioni di censo. La frase che amava ripetermi era questa: “Devo poter guardare negli occhi tutti i genitori quando vengono a riprendere i loro bimbi, senza mai sentire la necessità di abbassare lo sguardo, sapendo di avere agito nel modo più appropriato”.

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