Salute

Coronavirus, l'ospedale di Cremona in sofferenza: così l'Oglio Po può diventare una risorsa

Una buona notizia, insomma, anche per il territorio, sperando possa durare in questi giorni concitati. Ad oggi nel Casalasco abbiamo soltanto casi singoli di isolamento consigliato da parte delle autorità sanitarie, senza però tamponi confermati positivi.

Più attenzione all’ospedale di Cremona, che va sempre di più verso il collasso. L’appello arriva dal sindaco Gianluca Galimberti, che nella giornata di giovedì ha scritto alla Regione Lombardia, al Presidente Attilio Fontana e all’Assessore Giulio Gallera, “per chiedere di sostenere lo sforzo che il nostro ospedale sta facendo per far fronte alla situazione coronovirus” sottolinea il sindaco. Un appello che fa eco a quello già inviato dal consigliere regionale Matteo Piloni.

Del resto la situazione sta arrivando veramente ad un punto di saturazione, come riferisce anche il Corriere della Sera, secondo cui i ricoverati sarebbero in realtà “addirittura 81, di cui 42 polmoniti”. Di questi, 18 pazienti “sono in condizioni gravi” scrive ancora il quotidiano. Dati che si discostano da quelli forniti in via ufficiale dalle autorità regionali e che dipingono uno stato delle cose decisamente più pesante. La cosa certa è che difficilmente il nosocomio locale riuscirà a reggere ancora a lungo con questi ritmi: “Il numero dei pazienti ricoverati, le fatiche dei medici, degli operatori sanitari e dei responsabli, le necessità relative a materiali indispensabili al personale, un’attenzione particolare che pensiamo la Regione debba avere, ancora in misura maggiore, nei confronti del nostro istituto” si legge nella missiva inviata da Galimberti.

“La disponibilità a continuare il lavoro comune con Regione e Ats della Val Padana è massima” precisa il sindaco. “Sappiamo e lodiamo il grandissimo impegno che viene portato avanti in questo momento da moltissimi operatori sanitari a diversi livelli e conosciamo il lavoro in atto da parte della Regione per coordinare il sistema sanitario”. “Abbiamo chiesto alla Regione interventi che aiutino l’organizzazione, che sostengano e implementino il personale e che recuperino il materiale idoneo e necessario allo svolgimento dei delicati compiti cui i sanitari devono adempiere, in un indispensabile lavoro di rete a livello regionale e nazionale” conclude il sindaco. “Senza polemiche e con spirito costruttivo, lavoriamo insieme per superare questo momento il più in fretta possibile e aiutare medici, infermieri e operatori sanitari a fare il loro lavoro nel modo più efficace possibile”.

Intanto nella mattinata di giovedì si sono aggravati quattro pazienti ricoverati all’ospedale di Cremona per il Coronavirus. Al punto che sono stati trasferiti all’Ospedale di Niguarda a Milano in terapia intensiva. Ad annunciarlo è stato l’assessore regionale Giulio Gallera, al termine della riunione in prefettura. Del resto l’ospedale di Cremona sta risultando essere uno dei principali protagonisti di questa emergenza: delle 130 persone ricoverata in tutta la Regione, 50 sono ricoverate presso il nosocomio del territorio cremonese, in quanto su esso grava anche buona parte dell’area del Lodigiano. Ciò nonostante Cremona non diventerà zona rossa: è sempre l’assessore Gallera a dirlo, in quanto “i casi in quella provincia sono comunque legati al focolaio originario nel Lodigiano”. Il focolaio strutturato e vero è infatti, secondo Gallera, “quello del lodigiano e anche i casi del cremonese che sono quelli più numerosi dopo Lodi sono ancora legati a quel focolaio”. C’è però un tema bergamasco su cui la Regione sta ragionando, che è l’area di Alzano. “I tecnici stanno verificando e valutando se ci sia questa necessità o se il tema dell’isolamento sia sufficiente” ha concluso Gallera.

E l’Oglio Po, inteso come comprensorio e come ospedale? Un caso a Collecchio, provincia di Parma, nessuno per il momento a Mantova, più tutti quelli che già conosciamo a Cremona e provincia. Il Casalasco-Viadanese continua a mantenersi libero da contagi, nella speranza che il dato regga anche il rischio del tempo, dato che per ottenere risultati dai vari tamponi adesso serve molta pazienza: in qualche occasione si arriva a 50 ore per avere una risposta. Quel che è certo è che i tamponi sono giunti anche all’ospedale Oglio Po di Vicomoscano, dopo la mancanza di questi strumenti nei giorni scorsi, il che significa che oggi è possibile – nei casi sospetti – sapere con certezza se qualche casi di contagio si sia verificato anche nel Casalasco.

A tal proposito, ecco che l’ospedale Oglio Po, specie se dovesse mantenere questo invidiabile primati di zero casi di contagio, potrebbe divenire una valvola di sfogo molto importante nonché un riferimento anche per gli ospedali maggiori, in particolare quello di Cremona. Se infatti il nosocomio della città del Torrazzo è in sofferenza, Vicomoscano ha invece posti letto a disposizione e soprattutto, sino ad ora, zero situazioni di rischio certificate. Una buona notizia, insomma, anche per il territorio, sperando possa durare in questi giorni concitati. Ad oggi nel Casalasco abbiamo soltanto casi singoli di isolamento consigliato da parte delle autorità sanitarie, senza però tamponi confermati positivi.

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