Il calo demografico è una emorragia: la ricetta di Luca Zanichelli, sindaco di Rivarolo del Re
"Abbiamo in mente una serie di progettazioni a lungo termine atte a migliorare il paese sui punti cardine del vivere bene, cercando di sfruttare qualsiasi opportunità finanziabile data dagli Enti Statali superiori. Progetti che mirano al miglioramento dei nostri plessi scolastici e di tutti i servizi connessi".
RIVAROLO DEL RE – Sono 57 gli abitanti in meno (circa il 3%) dal 1° gennaio 2019 al 31 gennaio 2019 a Rivarolo del Re: partito da 1940 abitanti, il comune casalasco contava a fine 2019 1883 abitanti. Ma soprattutto è molto alta la percentuale di popolazione ultrasessantenne, tanto da essere giunti al cosiddetto punto di non ritorno. A commentare i dati è il sindaco Luca Zanichelli. “Analizzando dettagliatamente abbiamo avuto nel 2019 un saldo migratorio di meno 47 persone, risultato ottenuto dalla differenza dei 92 emigrati e dei 45 immigrati, oltre a questo abbiamo avuto un saldo naturale di meno 10 persone, differenza ottenuta dalle 10 nascite meno le 20 morti. Da notare un calo degli stranieri, il cui numero era 234 nel 2018 mentre è sceso a 201 nel 2019, una differenza di 33 persone in meno di origini diverse”.
“Le nascite si abbassano da 13 nel 2018 a 10 nel 2019 quindi un calo rispetto all’anno precedente del 24% – spiega Zanichelli -. Il divario naturale e sugli standard degli anni precedenti, una differenza di 10 persone tra nascite e morti, confermando una involuzione molto gravosa per il nostro paese. Il 32% della popolazione di Rivarolo del Re ed Uniti sono persone che rientrano nella fascia di età dai 60 anni ai 100 anni, superando la percentuale del 24% di persone oltre i 60 anni dei piccoli comuni d’Italia. Siamo vittima di una sorta di legge dell’invecchiamento: se un paese arriva ad avere una percentuale di ultrasessantenni pari o superiore al 30% della popolazione totale, allora quel paese (così sostengono i demografi) raggiunge un punto di non ritorno demografico, a meno di una strategia specifica ben studiata contro il calo demografico che avrà effetti solo a lungo termine”.
Ecco perché è urgente programmare alcuni cambiamenti sempre più necessari. “Evidente è il problema: saremo di meno, e con più anziani, e dobbiamo preoccuparci della crisi demografica non solo per il calo della popolazione (numero abitanti) ma soprattutto per l’aumento degli squilibri tra generazioni, più anziani e meno giovani che vivono nei piccoli comuni. La diminuzione dei giovani fa sì che diminuisca il bacino di utenza di molti servizi pubblici (asili, scuole) costringendo i piccoli comuni ad accorparsi per far fronte ai costi di gestione, oltre ovviamente alla perdita di tanti altri servizi quali ad esempio il commercio di vicinato che nei nostri paesi svolgeva anche un punto di aggregazione sociale, oltre che un importante riferimento commerciale per l’acquisto di beni primari per le persone anziane meno facilitate negli spostamenti. Maggiore prudenza nelle coppie giovani nel mettere al mondo figli è determinata dall’incertezza delle prospettive economiche per il futuro prossimo (lavoro stabile, possibilità di comprare casa, costi della vita sempre più elevati, impossibilità ad ottenere mutui bancari), e dall’altro il calo demografico che rende sempre più difficile la ripresa economica, soprattutto nei piccoli paesi. C’è una stretta correlazione dal punto di vista demografico, tra spopolamento ed invecchiamento. Infatti, l’emigrazione interna è caratterizzata dalla forte numerosità della componente giovanile e, inoltre, i giovani adulti tendono ad emigrare maggiormente proprio da contesti invecchiati, in cui le possibilità economiche sociali risultano scarse. Tuttavia l’apporto dell’immigrazione straniera nel recupero dei territori spopolati sembra essere a differenza di quanto si crede, decisamente contenuto. Inoltre, coloro che hanno abbandonato i piccoli comuni, a parità di condizioni non tornerebbe nel proprio luogo di origine. In altri termini, il lavoro non è decisivo”.
Il problema è dunque l’attrattività del territorio. “Puoi avere un ottimo impiego lavorativo, ma è il modo di vivere che fa la differenza. Dove non si produce ricchezza la gente sopravvive, lo Stato smantella servizi ritenuti “inutilmente costosi” come ospedali, punti nascita, scuole, uffici postali e quant’altro. Non si provvede più alla manutenzione delle infrastrutture (quando ci sono) e passano ventenni per arrivare a decidere che un pezzo di collegamento autostradale (CR-MN) farebbe bene al territorio, nel frattempo i giovani, terminato il ciclo scolastico, fanno le valigie e partono per trovare lavoro altrove, conseguenza di tutto ciò è il vanificarsi di qualsiasi probabilità che questi possano creare una futura famiglia nel loro paese di origine. La probabilità del rischio spopolamento di Rivarolo del Re ed Uniti è quella che accomuna tanti piccoli Comuni sotto i 3000 abitanti: non nego da Sindaco una forte preoccupazione”.
Dunque cosa fare? “Abbiamo come amministrazione una sola strada a mio avviso da percorrere che è quella di lavorare su tutti i fronti possibili, dando vita ad una serie di progettazioni a lungo termine atte a migliorare il paese sui punti cardine del vivere bene, cercando di sfruttare qualsiasi opportunità finanziabile data dagli Enti Statali superiori. Progetti che mirano al miglioramento soprattutto dei nostri plessi scolastici e di tutti i servizi connessi, progetti che vanno a migliorare la situazione urbanistica del paese oltre al miglioramento degli spazi comunali e progetti che creano le condizioni per l’insediamento abitativo di giovani coppie. Particolare attenzione cercheremo di dedicare alla possibilità di creare le condizioni per l’insediamento di attività artigianali/industriali (abbiamo disponibili 20.000 mq di area artigianale urbanizzata da poter vendere), oltre al recupero di qualche struttura privata al limite dell’agibilità in centro paese, che possa dar vita a negozi di vicinato. Creeremo le condizioni per dare sostegno culturale, sociale ed economico alla famiglia, l’ottica è quella di migliorare e potenziare i servizi per le fasce deboli, giovani ed anziani”.
“Particolare aiuto ed attenzione – spiega Zanichelli – andrà verso le associazioni locali, l’obiettivo è riuscire ad avere un’intensa vita sociale e culturale di cui l’aggregazione ne è la priorità. Abbiamo inoltre la responsabilità amministrativa di creare le condizioni per cui i nostri bambini, giovani, donne, anziani vivano in paese in sicurezza. Dalla sicurezza alla persona, alla sicurezza delle strutture comunali, a quella stradale, a quella ambientale, oltre ai progetti eco-sostenibili. Assicurare una buona qualità della vita nel nostro piccolo paese, vuol dire combattere le dis-economie tipiche delle aree urbane affollate e proporsi un modello di vita sostenibile, evitando e combattendo lo spopolamento e il depauperamento dei territori, fenomeni forieri di disgregazione e dissesto: è questa una condizione di coesione sociale, oltre che di tutela dell’integrità dei nostri territori. L’abbandono del nostro paese provoca rovina anche dell’ambiente circostante, mentre la riqualificazione e il rilancio portano una crescita di valore e di opportunità in un territorio pieno di cultura, identità e tradizioni locali. Il nostro paese prettamente agricolo, gode ancora di un punto di forza importante che dobbiamo cercare di sfruttare come una opportunità di rilancio del paese che è la produzione e lavorazione del pomodoro. Prodotto di eccellenza che contraddistingue il nostro paese. Abbiamo insediato a Rivarolo del Re ed Uniti il “Consorzio Casalasco del Pomodoro” azienda leader mondiale nella lavorazione di molteplici prodotti alimentari, in primis il pomodoro; questa azienda è un punto di forza notevole per il nostro paese, sia dal punto di vista occupazionale che per quanto riguarda tutto l’indotto coinvolti nei vari processi lavorativi. Solo tramite complessi industriali come questi, che offrono lavoro possiamo noi cercare di creare le condizioni per riuscire a combattere il continuo calo demografico ed avere ancora una speranza che il nostro paese possa superare questo momento di staticità e ritornare a crescere”.
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