Ambiente

Tutela delle acque superficiali: il bilancio dell'attività dei forestali nel cremonese

L’impatto ambientale dei liquami è rilevante e pertanto, il loro utilizzo a fini agronomici, è strettamente disciplinato anche da normative Regionali, per i quantitativi utilizzabili, i periodi di divieto e le modalità di spandimento.

Nel mese di Gennaio in corso, i militari coordinati dal Gruppo Carabinieri Forestale Cremona, a seguito segnalazione, accertavano che in roggia afferente il Canale Vacchelli , da un appezzamento agrario , era in atto evidente percolamento di liquame zootecnico. Si verificava che, il percolamento, era conseguente ad una espletata attività di spandimento agrario senza porre attenzione al rispetto distanze da reticolo idrografico. Sanzionato il responsabile che subito provvedeva a far cessare il percolamento.

La tutela delle matrici acquatiche (fiumi e reticolo idrografico minore) è principale settore di intervento operativo delle Stazioni Carabinieri Forestali del Cremonese anche in considerazione della caratteristica tipologia territoriale e la correlata vocazione economica agraria e di allevamenti intensivi della provincia.

Gli specifici accertamenti dei Carabinieri Forestali sono effettuati sia di iniziativa sia e soprattutto a seguito delle segnalazioni di privati cittadini o Istituzioni.

Le attività di controllo e sopralluogo, in alcuni casi, sono effettuate in azioni congiunte con militari delle Compagnie Territoriali Carabinieri, con personale della Polizia Provinciale e supportate da tecnici ARPA.

I rilievi più frequenti riguardano spandimenti di liquami (o digestato da impianti biogas) eseguiti in modalità non corretta come il non rispetto delle distanze da canali /rogge, il mancato interramento, strutture aziendali non adeguate allo stoccaggio e l’utilizzo di attrezzi agricoli per irrigazione ad aspersione con pressioni non consentite; riscontrati anche casi di assenza del Piano Utilizzazione Agronomica Aziendale (PUA).

L’impatto ambientale dei liquami è rilevante e pertanto, il loro utilizzo a fini agronomici, è strettamente disciplinato anche da normative Regionali, per i quantitativi utilizzabili, i periodi di divieto e le modalità di spandimento. Alcune sostanze contenute nei liquami, come nitrati ed ammoniaca, se disperse nella falda acquifera o in atmosfera, possono costituire, se consistenti e continue, un inquinamento con compromissione ambientale. Ad essere spanti per finalità agronomiche sono anche i digestati da impianti biogas, equiparati a tutti gli effetti ai liquami.

In tre casi si è configurato l’illecito penale con deferimento alla Autorità Giudiziaria.

In uno di questi casi, il copioso percolamento in roggia determinato da non corretta gestione delle attrezzature deputate allo spandimento, ha determinato oltre ad un evidente visibile contaminazione delle acque la derivata e accertata morte di ittiofauna (pesci, crostacei.). In questi casi di particolare gravità la pena prevista è l’arresto fino ad un anno e/o ammenda fino a 10.000 €.

Nel 2019 Sono state elevate ventitré sanzioni amministrative per l’irregolare utilizzo agronomico degli effluenti da allevamento. Le sanzioni a seconda delle fattispecie normative violate vanno da 500€ a 10.000€ Gli illeciti amministrativi e penali sono principalmente afferenti al settore degli spandimenti liquami/digestati a fini agronomici e, relativamente alle segnalazioni alla Autorità Giudiziaria, al percolamento degli stessi nel reticolo idrografico con conseguente depauperamento delle matrici ambientali acquatiche.

BILANCIO 2019

  • Illeciti penali rilevati 3
  • Deferiti alla Autorità Giudiziaria 4
  • Sanzioni Amm.ve Contestate n. 23 per un tot. di 46.500 €

Fatta eccezione per i rilievi amministrativi e penali e considerato l’alto numero di aziende zootecniche ed impianti biogas/biometano del Cremonese, dalla totalità dei controlli siano essi d’iniziativa o a seguito segnalazione, si riscontra, per quanto rilevato e di competenza dei Carabinieri Forestali, un sostanziale rispetto delle normative e del “Bollettino Nitrati” della Regione Lombardia che disciplina i periodi ammessi allo spandimento.

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