Cronaca

Santo Versace, un Toson d'Oro tra manualità e genio: "Dopo Obama, c'è Sabbioneta"

Un imprenditore nato il 16 dicembre 1944 eppure giovane dentro. “Ho fatto per la terza volta i miei 25 anni, adesso entro nel quarto periodo della mia vita. Sono sempre stato abituato, e così sempre sarà, a guardare al futuro”. GUARDA IL SERVIZIO TG E L'INTERVISTA DI CREMONA 1

Nella foto da sinistra Pasquali, Bocchi, Versace, Strozzi

SABBIONETA – “Da oggi mi considero vostro concittadino”: firma così, sul libro mastro del Toson d’Oro, Santo Versace, l’imprenditore originario di Reggio Calabria che ha lanciato la grande casa di moda grazie allo splendido rapporto coi fratelli Gianni e Donatella. Sesto premiato dal Rotary Casalmaggiore Viadana Sabbioneta col Toson d’Oro Vespasiano Gonzaga, Santo Versace sabato a Sabbioneta ha voluto chiudere, dopo avere ricevuto il premio, con queste parole. “Dopo Obama e dopo il premio ricevuto nel 2011, non avevo più voluto ricevere riconoscimenti. Questo è stato uno strappo alla regola ed è stata una felice intuizione: non immaginavo di emozionarmi tanto”.

L’ultimo premio accettato da Versace fu nel 2011 proprio dall’allora presidente degli Stati Uniti Obama. Prima dell’incontro al Teatro all’Antica, Versace sabato pomeriggio è stato accompagnato e guidato, tra gli altri, dallo storico dell’arte Giovanni Sartori, alla scoperta dei gioielli della Piccola Atene. A Teatro i primi interventi sono stati del past president del Rotary Gianluca Bocchi, dato che il premio si riferisce al 2019, del presidente attuale Giorgio Penazzi, del governatore del Rotary 2050 Maurizio Mantovani e dal sindaco Marco Pasquali. Ritrovato il 4 luglio 1988 al collo della salma di Vespasiano Gonzaga durante gli scavi nella Chiesa dell’Incoronata voluti dal socio rotariano Luigi Monici, dal 2014 il Toson d’Oro viene assegnato a personaggi che hanno fatto grande l’Italia nel mondo.

Intervistato da Francesca Strozzi, Versace ha ricordato l’ottimo rapporto con i genitori e ha poi lanciato un vero e proprio inno all’Italia. “Siamo ripartiti dal Secondo Dopoguerra come popolo di contadini e analfabeti, ma appena abbiamo avuto l’occasione di fare e di mostrare la nostra intraprendenza e creatività, abbiamo dato vita al boom economico. Noi siamo figli del Rinascimento, non a caso, ma ora stiamo rinnegando la bellezza del lavoro manuale, che invece è alla base dell’arte, in tutte le sue forme”.

Si diventa grandi con la fatica, lavorando 25 ore al giorno, 8 giorni la settimana e 33 giorni al mese, ha detto Versace. “Solo dopo ci siamo presi dei lussi. Di diritti oggi rischiamo di morire, disse Marchionne. Eppure i diritti nascono con il dovere. Invece siamo arrivati al punto di disprezzare il lavoro manuale e l’artigianalità: la strada è ritrovare tutto questo. Un tempo tutti sapevano ricamare o fare il taglia e cuci in casa, oggi no. Oggi chiediamo ai ragazzi prima di aspettare il diploma. Ebbene, per fare un paragone calcistico, non ci sarebbero stati Pelè o Maradona se questi non avessero toccato un pallone prima degli anni del diploma”.

Tanti gli aneddoti: dalle cene a Miami commentando la notte degli Oscar con Woody Allen o Elton John (grande amico di Gianni Versace, che con lui condivideva gite in barca), alle amicizie con Sting, Madonna o Lady Diana, al primo contratto nel 1972 strappato per il fratello Gianni, quando Santo chiese e ottenne la stessa cifra che riceveva Albini, all’epoca il più importante stilista italiano. Nel 1976 poi la profezia: “Faremo meglio di Saint Laurent”: sembrava sfacciataggine, invece accadde davvero. “Quando uccisero mio fratello Gianni a Miami, morì la moda, qualcuno ha scritto. E forse non ha avuto torto. Lui ha ridato slancio a un mondo che appariva un po’ ingessato. Non c’è mai stata rivalità con i grandi marchi italiani, anzi insieme abbiamo creato sfilate uniche nel cuore di Roma e non solo. Certo, da Gianni e dalla sua eredità artistica adesso attingono tutti. Di lui mi manca il suo essere un eterno bambino. Adesso con la mia famiglia, mia moglie e i miei due figli ho ritrovato la serenità che cercavo da tempo”.

Un imprenditore nato il 16 dicembre 1944 eppure giovane dentro. “Ho fatto per la terza volta i miei 25 anni, adesso entro nel quarto periodo della mia vita. Sono sempre stato abituato, e così sempre sarà, a guardare al futuro, senza volgere mai troppo lo sguardo all’indietro”. Da qui la volontà di portare avanti progetti per le carceri per la terza età, con la moglie e i figli. “Una persona che si appresta a concludere la sua esistenza, merita di essere trattata divinamente. Ecco perché l’impegno, che a lungo è stato per i giovani e continua anche su questo fronte, si è ultimamente concentrato proprio sulle persone anziane”.

Non sono mancate diverse stoccate a sanità e politica, “con le Regioni che andrebbero chiuse – ha detto Versace – perché sono associazioni criminali di stampo politico”, frase che Santo Versare pronunciò in Parlamento durante il suo percorso nel centro-destra. “Mi candidai con Berlusconi, è vero, eppure una volta entrato in Parlamento per me destra e sinistra non esistevano più. C’ero io al servizio del cittadino, punto e basta. Guardiamo quanti disastri tante Regioni hanno combinato. E nella Sanità a volte sembra vigere una regola: più sei ignorante, più diventi primario. Io non ci sto”. Infine il riferimento alla creazione della Fondazione Altagamma, che racchiude il meglio del Made in Italy “dall’imbianchino al grande artista, dallo stilista al gioielliere”. Sempre nel segno di artigianato e manualità.

Giovanni Gardani

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