A Sacca di Colorno ecco le barriere antiplastica. Un'idea anche per la sponda Casalasca?
L’80% dei rifiuti nell’Adriatico, infatti, proviene dalla terraferma e così, per salvaguardare il mare, occorre prima di tutto curarsi dei corsi d’acqua che fanno da tramite in questo trasporto "involontario", ossia i fiumi.
SACCA (COLORNO) – Sono state posizionate a Sacca di Colorno, non lontano dunque da Casalmaggiore, ora anche più vicina alla sponda parmense grazie alla riapertura del ponte dopo un’attesa di quasi due anni. E si tratta di un metodo innovativo che prova a ridurre l’afflusso di rifiuti nel Mare Adriatico. E, ovviamente, pure lungo il corso del fiume Po.
E’ la Davines, azienda cosmetica di Parma, a farsi carico della campagna “Tuteliamo il mare” e a sperimentare l’utilizzo di barriere antiplastica posizionate vicino alla riva del fiume Po. Il progetto “Il Po d’Amare” fa così un passo avanti importante: studiato dall’Autorità distrettuale del fiume Po, in collaborazione con la Fondazione per lo sviluppo sostenibile, con Castalia Operations e con il Consorzio nazionale per la raccolta, il riciclo e il recupero dei rifiuti plastici, lo stresso progetto intende bloccare a riva la plastica che altrimenti scorrerebbe lungo il fiume Po, per arrivare poi in mare aperto. L’80% dei rifiuti nell’Adriatico, infatti, proviene dalla terraferma e così, per salvaguardare il mare, occorre prima di tutto curarsi dei corsi d’acqua che fanno da tramite in questo trasporto “involontario”, ossia i fiumi.
Il progetto agisce direttamente sul Po e, come ha spiegato la Gazzetta di Parma, la creazione e il posizionamento di apposite barriere lungo il fiume, nella zona di Sacca di Colorno, a pochi passi dal Casalasco ma sulla sponda di destra del Grande Fiume opposta a Casalmaggiore, permette alla plastica di essere recuperata più facilmente e nell’eventualità di essere riciclata. “Il ruolo dell’Autorità distrettuale – afferma Meuccio Berselli, Segretario generale Autorità distrettuale del fiume – è di pianificare azioni che possano migliorare l’habitat del bacino idrografico”. I rifiuti intercettati dalle barriere a Sacca di Colorno resteranno bloccati in una sorta di mini trappola e saranno raccolti da piccole imbarcazioni. Qualche rifiuto sarà smaltito, altri entreranno nel sistema di riciclo nazionale grazie a Corepla. Una buona idea, riproducibile anche sulla sponda lombarda e dunque cremonese: gli enti preposti prendano nota…
G.G.