Arte

Mario Pozzan, inaugurata la mostra al MuVi: "Ho sempre messo l'uomo al centro"

Inaugurata domenica la mostra di Pozzan, come lo stesso artista spiega, sonda il dramma umano, tornando per certi versi all’origine della sua carriera, quando disegnava uomini al di fuori della società. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1 (IMMAGINI TELEMANTOVA)

VIADANA – Lo stampo espressionista, che ha sempre caratterizzato la produzione di Mario Pozzan, emerge con forza nella mostra dell’artista cremonese – che ha però vissuto i suoi anni più floridi a Casalmaggiore – organizzata al MuVi di Viadana. Inaugurata domenica la mostra di Pozzan, come lo stesso artista spiega, sonda il dramma umano, tornando per certi versi all’origine della sua carriera, dato che lo stesso iniziò disegnando uomini al di fuori della società, ossia emarginati ed esclusi. Uno studio dell’uomo, anatomico e simbolico.

Paolo Conti, curatore del MuVi, spiega che è stato Valter Rosa, omologo per il Diotti di Casalmaggiore, a proporre la mostra di Pozzan. Una collaborazione tra musei dello stesso comprensorio, senza gelosie, col tramite di Andrea Visioli, terzo curatore della mostra. Essendo Pozzan di Casalmaggiore, la sua mostra entra nella logica di promozione della galleria che guarda ai talenti del territorio padano.

La pittura materica di Pozzan, a volte quasi in 3D, che si può toccare e offre spessore alla tela, è una delle chiavi di lettura del titolo dell’esposizione, che non a caso è “De Re Aedificatoria”. Rosa ha fatto un excursus sulla carriera di Pozzan, che ha vissuto varie fasi, smentendo la fama di asociale dell’artista, anzi evidenziandone la sua attenzione a un mondo ai margini, quello degli esclusi e degli ultimi. La mostra di Viadana non è però un discorso retrospettivo a tutto tondo, ma il racconto di una parte della produzione, quella in cui l’anatomia umana reinventa e disegna architetture nuove. Buona la partecipazione al vernissage: per tutti gli altri l’esposizione si può ammirare fino al prossimo 1° marzo al MuVi di Viadana.

Giovanni Gardani

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