Cronaca

Mirko Savi, l'Ulisse e la sua Itaca. Il viandante torna a casa, pronto a ripartire

Cittadini, amministratori, gente di lago e di fiume, gente d'acqua dolce. Il tempo per rilassarsi un attimo e poi si riparte con l'ultima - e forse la prima - delle consapevolezze: che combattere è ogni giorno possibile. C'è tanta energia ancora da spendere

ASOLA – Ce ne sarà ancora – e tanta – di strada da fare. Ne è consapevole il viandante che un cammino non ha termine mai, perché poi ad ogni arrivo si aprono nuovi orizzonti da raggiungere. Ma Mirko Savi, da ieri, ha pure qualche consapevolezza in più. E’ arrivato (ieri poco prima di mezzogiorno) ad Idro. Era partito da Acquanegra, il bastone in mano, lo zaino in spalla e la volontà di testimoniare che un’altra via è possibile per la tutela del Chiese. Era partito quasi solo per quel viaggio catartico e si è ritrovato, alla fine, con la prima delle consapevolezze. Che sulla strada ci sono altre storie, altre vite e soprattutto altri combattenti che a quel fiume e all’ambiente tengono quanto lui. Guerrieri del quotidiano, membri dei vari comitati, altri pulitori. Gente che ama quel fiume, che ha, come lui stesso dice, una “Identità di fiume”. Gente del Chiese.

A Idro Mirko ha riabbracciato la compagna che lo attendeva per riportarlo a casa. Penelope consapevole che quell’Ulisse dalla folta barba e dal cuore aperto all’ascolto è un testimone importante, un guerriero che tante battaglie ha combattuto e tante ne combatterà ancora. Consapevole che non sarà mai solo, anche se la strada da percorrere è ancora tanta. “E’ stata un’esperienza intensa, bellissima – ci racconta – e la cosa più bella che ho trovato lungo il camino è stata la partecipazione di tante persone, la consapevolezza che c’è gente che si interessa al fiume. In fondo il mio obiettivo è e rimane quello di portare sempre più gente sul fiume, di rendere consapevoli sempre più persone di un’identità di fiume”.

Un’identità che quando te la senti dentro poi la vivi. Perché il fiume non è solo quello che corre tra i due argini che lo incasellano, ma è quello che da quegli argini poi ti corre dentro “Dobbiamo sentirci, e tutti, abitanti del Chiese più che dei vari comuni e andando incontro alle persone ho scoperto che questa consapevolezza c’è in tante persone, nei comitati a difesa del Chiese. Ho parlato con tante persone, mi sono fermato a scambiare due chiacchiere, a prendere un caffé con persone che sentono il Chiese come il loro fiume. Dobbiamo continuare a parlare con le persone perché è solo così che si può crescere”.

Non ha intenzione di fermarsi Mirko. Zaino in spalla, bastone tra le mani e cuore aperto, seppur ferito dalle tante aree di incuria incontrate lungo il cammino, è pronto per rimettersi sulla strada: “Ho tante idee in testa – prosegue – e ve ne anticipo una. Cercherò di far diventare quello lungo il Chiese un cammino vero e proprio che sia fruibile per tutti. Un cammino che non comprenda solo gli argini, ma che sia quello delle sterrate, con meno asfalto possibile. Si può fare”. Sulla strada Mirko non ha incontrato solo la gente comune ed i guerrieri dei vari comitati, ma pure amministratori attenti e consapevoli con i quali si può iniziare un discorso che non preveda solo la tutela del Chiese e dell’Idro, ma anche la promozione di un territorio, la sua conservazione, la sua riscoperta. “Ci sono aree davvero belle, ma ho anche incontrato tante zone davvero imbarazzanti per quanto sporco e rifiuti si sono accumulati col tempo. Non trovi un comune in cui non ci sia almeno un’area da risanare”. Anche questo deve diventare un impegno.

Arrivato – scrive Mirko – ad Idro. Grazie, a mia mamma e mio papà. Grazie a chi c’è stato. Grazie a chi non c’è stato e a chi solo per un pezzo. Il Chiese, il Lago d’Idro e il monte Adamello, ci sono sempre stati. Grazie con il cuore a chi mi ha dato ospitalità, e a chi ho incontrato lungo il percorso. Questa è la fine di questa prima esperienza, ma è l’inizio di qualcosa di più grande. La difesa del nostro territorio passa anche attraverso questi messaggi. Come ho detto a tanti altri che ho incontrato lungo il percorso, da solo posso fare gran poco, ma se insieme portiamo la nostra passione in difesa del Fiume, possiamo fare tanto. È un sogno da realizzare. Insieme

A Idro Mirko è stato accolto dal comitato Amici della Terra lago d’Idro Valle Sabbia e dal sindaco di Idro. E’ stato accolto con calore. Perché in fondo la battaglia di Ulisse, il suo peregrinare lungo il Chiese, la sua Itaca, é un po’ la battaglia di tanti uomini di buona volontà.

“Oggi a mezzogiorno – scrive Gianluca Bordiga, Presidente Associazione Amici della Terra Lago D’Idro Valle Sabbia – Mirko Savi è arrivato alla destinazione che si era prefissato nel suo primo cammino lungo l’asta del Chiese: Idro. Era la 5a tappa. Ha percorso circa 100 chilometri a piedi e tutti costeggiando il fiume Chiese ; era partito il 1 gennaio da Acquanegra, è arrivato il 5 gennaio a Idro. Questo nelle sue intenzioni è stato il cammino del pioniere: per arrivare alla sorgente del Chiese, la Val di Fumo ovvero il ghiacciaio dell’Adamello, ci sono ancora circa 60 chilometri, ma il cammino completo verrà preparato e quindi presentato più avanti, e probabilmente sarà una attività che vedrà la partecipazione diretta del TAVOLO DELLE ASSOCIAZIONI CHE AMANO IL FIUME CHIESE E IL SUO LAGO D’IDRO, quale caratteristica del processo culturale di unità dell’intera asta del Chiese e del suo Lago D’Idro. Oggi Mirko è stato accolto all’inizio di Idro da una rappresentanza dell’Associazione Amici della Terra Lago D’Idro Valle Sabbia, e poi è stato accolto dal Sindaco di Idro, in Comune, dove gli è stato donato un Libro sulla storia di Idro e del Lago, e c’è stato un bellissimo momento di riflessione sulla improcrastinabile salvaguardia del Fiume Chiese e del suo Lago D’Idro”.

Cittadini, amministratori, gente di lago e di fiume, gente d’acqua dolce. Il tempo per rilassarsi un attimo e poi si riparte con l’ultima – e forse la prima – delle consapevolezze: che combattere è ogni giorno possibile. C’è tanta energia ancora da spendere: quella accumulata – paradossalmente, in un viaggio di 100 chilometri a piedi. Quella da investire nei giorni che verranno. La sosta del viandante dura solo il tempo per una riflessione. Quella di Mirko forse, solo e giusto il tempo di un pensiero e di un abbraccio.

Nazzareno Condina

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