Ambiente

Da Ljubljana a Pontelagoscuro, Aipo e Ministero in campo contro l'inquinamento del Po

Il progetto Interreg boDEREC-CE infatti, avviato lo scorso aprile nell’ambito del Programma Central Europe, avrà durata di tre anni e prevede la predisposizione di strumenti idonei “ad hoc” per il monitoraggio fedele delle acque.

Nella foto l'incontro a Ljubljana

PARMA – Lotta agli inquinanti emergenti, livelli di concentrazione e successiva rimozione negli impianti di trattamento delle acque del Po e monitoraggi in tempo reale grazie al progetto Interreg boDEREC-CE presentato dall’Autorità Distrettuale del fiume Po ed Arpae, con la Struttura Idro-Meteo-Clima, nella sede dell’Acquedotto di Ljubljana (Slovenia), in occasione del secondo incontro transnazionale del progetto boDEREC per la protezione delle acque potabili.

Il progetto Interreg boDEREC-CE infatti, avviato lo scorso aprile nell’ambito del Programma Central Europe, avrà durata di tre anni e prevede la predisposizione di strumenti idonei “ad hoc” per il monitoraggio fedele delle acque e per il riconoscimento e gestione dei così detti “inquinanti emergenti”, in particolare: farmaci, prodotti per la cura e l’igiene personale (PPCP-Pharmaceutical and Personal Care Products), sostanze stupefacenti. Il campionamento degli inquinanti inizierà già nei prossimi mesi presso l’impianto di trattamento delle acque potabili a Pontelagoscuro (Ferrara), gestito dal Gruppo HERA SpA.

Tali strumenti, presentati come modello nella capitale slovena e sviluppati con il coinvolgimento dei principali stakeholders sulla base dei loro reali bisogni, consentiranno la realizzazione di differenti scenari relativi alle risorse idriche su scala di bacino in contesto di cambiamenti climatici, di possibili variazioni di utilizzo delle acque, dell’uso del suolo e delle diverse pratiche agricole ed industriali.

Esprime soddisfazione Meuccio Berselli, Segretario Generale dell’Autorità Distrettuale del fiume Po: “L’attività svolta dai 2200 depuratori lungo l’asta del Po ha consentito di migliorare la qualità della risorsa idrica, dimostrata dalla presenza di una ritrovata biodiversità. Questo non deve far abbassare la guardia sulle nuove tipologie di inquinanti, che intendiamo arginare con ogni strumento tecnico-scientifico possibile”.

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