Cultura

Il Gran Pavese, usato nei mari del mondo, nacque nel 1431 a Casalmaggiore

A spiegarne le origini, nel volume che Tentolini ci mostra dopo averlo ben custodito, sono Lorenzo Confortini e Marco Bonino. La ricerca si intitola “Antiche barche e battelli del Po”: a riportarla alla luce Raul Tentolini di Vicobellignano. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

CASALMAGGIORE – Ci sono usanze e tradizione che, cristallizzate dal passare degli anni, e nel caso specifico dei secoli, spesso diamo per scontate. Senza chiederci dove sia nata una determinata codifica che, appunto, viene considerata come un passaggio banale. A combattere l’ignoranza, nel senso nobile del termine, è Raul Tentolini, appassionato di storia locale e non solo, di Vicobellignano, frazione di Casalmaggiore.

La storia che sta dietro alcune usanze spesso nasconde origini antichissime, che svelano a loro volta legami col territorio: è il caso del Gran Pavese, tecnicamente detto anche Gran Gala di Bandiera, che viene utilizzato dalle marinerie di tutto il mondo. Di cosa si tratta? Di fatto il Gran Pavese è una figura realizzata con una serie di bandiere che le navi innalzano in caso di particolari solennità: in tutto il mondo marinaro questa tradizione è ben conosciuta, oltre a risultare scenografica e spettacolare.

Il nome, Gran Pavese, farebbe pensare a un’origine della provincia di Pavia. Fuochino, nel senso che geograficamente non siamo lontani. Sorprendente, casomai, è scoprire come il Gran Pavese sia nato non in mare, ma sul fiume. Sul nostro Po. E lo abbia fatto, udite udite, a Casalmaggiore. A spiegarne le origine, nel volume che Tentolini ci mostra dopo averlo ben custodito, sono Lorenzo Confortini e Marco Bonino. La ricerca si intitola “Antiche barche e battelli del Po”.

L’etimologia, si scopre, è riconducibile ad una battaglia fluviale avvenuta sul Po il 23 giugno 1431 proprio a Casalmaggiore: erano le guerre tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, per il controllo di alcuni territori dell’Italia Settentrionale. E Casalmaggiore fu uno snodo strategico, oltre a risultare fatale per Venezia, che per mare di solito vinceva ovunque: non quel giorno, quando la squadra navale del duca Filippo Maria Visconti di Milano sconfisse 70 galee veneziane.

A guidare i milanesi era Pasino degli Eustachi, che arrivava, naturalmente, da Pavia. Da qui il nome Gran Pavese, in quanto al rientro dopo il trionfo, lo stesso Pasino fece issare sulle navi di ritorno tutti i vessilli e le bandiere delle barche veneziane distrutte, assieme alle uniformi degli ufficiali catturati. Una sconfitta che costò carissimo anche al Conte di Carmagnola, al secolo Francesco Bussone, accusato nel 1432 di tradimento e poi giustiziato dai veneziani, come racconta Alessandro Manzoni nell’omonima tragedia dedicata a questo personaggio storico. Da quel momento il Gran Pavese, nato a Casalmaggiore, si usa nei mari e nei corsi d’acqua di tutto il mondo.

Giovanni Gardani

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