Piena: sindaci in prima linea e protezione civile all'opera. Tutti sullo stesso fiume
La piena unisce gente dai diversi comuni, è un 'aggregatore' sociale: le golene non hanno confini, sono golene, terre del Po che la gente difende strenuamente. Dai primi cittadini agli ultimi volontari. Tutti su un'unica barca. Tutti uniti da un unico destino che traccia la natura
GUSSOLA/MARTIGNANA – E’ in giro da stamattina, e lo sarà anche stanotte. Ormai lo sgombero è quasi del tutto terminato “Ma ho dato ordine che entro le 17 finiscano, perché é pericoloso stare lì”. Stamattina sono stati rinforzati con sacchetti di sabbia alcuni punti critici, quelli in genere di passaggio, dove insistono strade d’accesso all’ultimo tratto di golena che guarda al fiume. Gussola ha un grosso tratto di golena. Stefano Belli Franzini ancora spera: “Sta crescendo di 3, 4 centimetri l’ora. Se arriva dove hanno previsto è facile che l’acqua venga di qui. Ma speriamo si siano sbagliati”.
E’ davvero questione di centimetri. Qualcuno in più o in meno faranno la differenza. In golena ormai, salvo gli ultimi rimasti a portare via le ultime cose, non si passa più. Dalle 17 in poi l’argine verrà presidiato proprio per evitare che qualche incoscente decida di scendere. A Gussola, dalle 3.30 in poi sarà in giro anche la Polizia Municipale a fare servizio. Ha riposato solo qualche ora il primo cittadino: “Sarò in giro stanotte”. Insieme agli uomini della protezione civile.
Da Gussola a Martignana, un altro di quei sindaci encomiabili. Alessandro Gozzi è operativo da questa mattina. Col suo trattore ha trasportato sacchi prima nella sua golena ed adesso a Casalmaggiore dove la Protezione civile si è ritrovata, nell’ex cascina Sereni, a riempire. C’è la Protezione civile di Casalmaggiore, quella di Piadena, alcuni uomini della Protezione civile di Gabbioneta oltre ad alcuni volontari. Riempiono e ripartono, a ciclo continuo.
A Martignana stanotte ci sarà la presenza di quattro uomini per turno. E’ stato montato il gazebo, come nel 2014, che fungerà da base operativa. L’argine sarà presidiato tutta la notte e all’occorrenza domani se servirà. La gente continua ad andare e venire. Discreta, chiede com’è la situazione e con pazienza gli uomini della protezione civile rispondono. Nei punti più bassi sono stati messi sacchi a rinforzo dell’argine comprensoriale. Un anziano uomo della protezione civile presidia la sbarra d’accesso alla golena. Passano solo gli uomini dell’Aipo o quelli in divisa. Guarda l’orizzonte. C’era nel 2000, c’era nel 2014 e c’è adesso. E’ tranquillo: “Sarà quel che sarà, noi ci siamo. Questa – spiega guardando le terre appena giù dall’argine – sono terre di fiume ed è il fiume a decidere quando rivenirsele a prendere”.
Polizia stradale e carabinieri continuano discretamente a vegliare su tutto il tratto arginale. La Stradale continuerà a dar man forte anche nella notte con il comandante Rino Berardi. Ognuno con quel che può e con quel che può. La piena unisce gente dai diversi comuni, è un ‘aggregatore’ sociale: le golene non hanno confini, sono golene, terre del Po che la gente difende strenuamente. Dai primi cittadini agli ultimi volontari. Tutti su un’unica barca. Tutti uniti da un unico destino che traccia la natura.
N.C.
