Proposta di ANPI: "Viadana e non solo diano la cittadinanza onoraria a Liliana Segre"
"Uno dei suoi tre figli ha preso in moglie Marina Bonatti la cui famiglia è di origini mantovane. La consuocera di Liliana Segre, Luciana Nolli madre di Marina, ancora vivente, proviene da Viadana ed è figlia di Longari Angela e Nolli Anselmo" spiega l'ANPI tra le motivazioni.
VIADANA – L’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia di Viadana avanza una proposta per il conferimento della cittadinanza onoraria in favore della Senatrice della Repubblica Liliana Segre, “testimone vivente dell’Olocausto, una delle più grandi tragedie collettive prodotte dall’umanità”: la richiesta è stata inoltrata ai Comuni di Viadana, Pomponesco, Dosolo, Commessaggio e Sabbioneta.
“L’ANPI viadanese – si legge nelle motivazioni – riconoscendo il valore della memoria come leva fondamentale per “mantenere vivo il ricordo del passato” e per ribadire l’avversione “contro ogni potere totalitario, a prescindere da qualunque ideologia” (come recentemente richiamato dalla Risoluzione del Parlamento Europeo del 19 settembre 2019 sull’importanza della memoria europea per il futuro dell’Europa), propone l’attribuzione della cittadinanza onoraria a Liliana Segre sulla base delle seguenti motivazioni:
1. La sua storia personale
Milanese di famiglia ebraica, nata il 10 settembre 1930, ha vissuto l’esperienza della deportazione nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau a tredici anni. Vittima della discriminazione prodotta dalle leggi razziali fin dall’età di otto anni, nel 1938 è stata espulsa dalla scuola pubblica e costretta a trascorrere un lungo periodo in fuga dalle persecuzioni razziste. Arrestata insieme al padre dopo un tentativo di trovare salvezza in Svizzera, fu incarcerata a Varese per poi passare al carcere di Como e infine a quello di San Vittore a Milano. Deportata il 30 gennaio 1944 dal Binario 21 della Stazione Centrale di Milano al campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau, fu separata dal padre, che non rivedrà mai più, e internata nella sezione femminile del lager. Durante la sua permanenza fu destinata a lavori forzati in una fabbrica di munizioni. Fu liberata il 1° maggio del 1945. Dei 776 bambini italiani deportati ad Auschwitz Liliana Segre fu una dei soli 25 sopravvissuti. A partire dagli anni ’90 si è dedicata alla testimonianza dell’Olocausto soprattutto tra i ragazzi ed è venuta anche nelle scuole del nostro territorio. Il suo costante impegno è stato volto a tramandare alle future generazioni la memoria. L’alto valore morale e civile di questo suo impegno è stato riconosciuto anche dal Presidente della Repubblica Italiana che nel gennaio 2018 le ha conferito il titolo di Senatrice a vita.
2. La memoria degli ebrei locali
Il mantovano e la nostra zona hanno visto per secoli, fino alla prima metà del Novecento, la presenza operosa di numerose comunità ebraiche che hanno convissuto con la maggioranza della popolazione cattolica. Anche queste furono oggetto di persecuzione da parte del regime dopo le leggi razziali del 1938 che si intensificarono dopo l’8 settembre del 1943 con l’arrivo delle truppe di occupazione tedesche.
Il 4 aprile del 1944 furono deportati da Mantova ad Auschwitz 44 ebrei. In totale furono 104 gli ebrei mantovani deportatati nei campi di sterminio, di cui tre di Rivarolo Mantovano. Solamente 5 furono i sopravvissuti. Il dottor Alberto Orefice, ebreo di Viadana, riuscì a riparare in Svizzera e fece parte del primo Consiglio Comunale dopo la Liberazione.
3. Liliana Segre è una di noi
Uno dei suoi tre figli ha preso in moglie Marina Bonatti, la cui famiglia è di origini mantovane. La consuocera di Liliana Segre, Luciana Nolli madre di Marina, ancora vivente, proviene da Viadana ed è figlia di Angela Longari e Anselmo Nolli, antifascista. La famiglia dovette emigrare da Viadana dopo che Anselmo subì violenze che gli procurarono la morte, nel 1940, a soli 44 anni”.
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