Cronaca

Multa perché ha lavorato il 1° novembre: il caso a Casalmaggiore, dove è stata applicata l'ordinanza

Aggiungiamo poi che il 1° novembre a Casalmaggiore era anche il primo giorno di Fiera, con ottimo afflusso in piazza Garibaldi e nelle vie del centro storico. E’ vero che chi viene in Fiera non lo fa per andare a pettinarsi, però non si sa mai.

CASALMAGGIORE – Prendere la multa perché si è lavorato: detta così fa un po’ sorridere, ma in realtà va detto che tutto è assolutamente a norma di legge. Anche se la discussione, in questi casi, non manca mai. Accade a Casalmaggiore e accade il 1° novembre, giorno festivo. Un negozio di parrucchieri in via Cairoli viene multato perché ha tenuto aperta l’attività durante questa giornata. Pare non essere un caso isolato, ma in assenza di conferme certe prendiamo per buona almeno questa circostanza, che è certificata.

Tutto parte da una ordinanza, rinnovata il 5 gennaio 2019 da parte del comune di Casalmaggiore a firma del sindaco Filippo Bongiovanni, che limita gli orari lavorativi per particolari attività, ossia acconciatore ed estetista. Se l’orario è libero, rispettando il numero massimo di ore imposte dal contratto di lavoro, e va dalle ore 8 alle ore 22, ecco che in determinati giorni la chiusura è obbligatoria: tra questi anche il 1° novembre, oltre al 1° gennaio e poi, in ordine cronologico, 6 gennaio, 21 aprile e 22 aprile (Pasqua e Pasquetta), 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, 15 agosto e infine 25 e 26 dicembre (Natale e Santo Stefano).

Nulla di strano dunque, se la contravvenzione è stata fatta ai solerti parrucchieri, o forse sì: il dibattito, ora come ora, riguarda infatti l’utilità di una chiusura in un giorno festivo, quando magari proprio questa tipologia di servizio può essere richiesta. Aggiungiamo poi che il 1° novembre a Casalmaggiore era anche il primo giorno di Fiera, con ottimo afflusso in piazza Garibaldi e nelle vie del centro storico. E’ vero che chi viene in Fiera non lo fa per andare a pettinarsi, però non si sa mai. Giusto ricordare che l’ordinanza è in vigore in molti comuni d’Italia, non solo a Casalmaggiore.

Il problema diventa addirittura culturale se teniamo conto che il negozio in questione è gestito da persone di diversa etnia e credo religioso, che non imporrebbe loro nello specifico di rispettare quella determinata festività: ma in questo caso si scoperchierebbe un vaso di Pandora decisamente insidioso. Molto più terra terra – ed è questo forse il vero nodo della questione – la motivazione della rabbia dei parrucchieri multati: quella ordinanza a loro non sarebbe mai stata recapitata prima. Anche fosse vero, essendo il documento affisso all’albo pretorio, è comunque più che valido. Di certo, in mezzo ai due fuochi, il dibattito sul lavoro nei giorni festivi, al centro pure di questioni governative pochi mesi fa e in fondo sempre attuale, è destinato a riaprirsi…

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