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San Carlo tra luci, ombre e maltempo Ma la Pro Loco è soddisfatta: "La gente ha vissuto il centro"

Per il resto la voglia di tornare in centro s’è vista quando il tempo l’ha consentito. Ed essendo stata una delle fiere più piovose degli ultimi anni, è difficile essere soddisfatti al 100%.

CASALMAGGIORE – Diciamolo pure chiaramente: la Fiera di San Carlo, quest’anno, era una grande incognita. Una Pro Loco rinnovata, con la prima volta di Liliana Cavalli presidente dopo le dimissioni di Marco Vallari, che aveva retto l’associazione fino all’edizione precedente della Fiera; lo spostamento in via definitiva della sagra del cotechino e del blisgòn da piazza Garibaldi all’Oratorio Maffei, stavolta senza più ristotenda; il maltempo, che del resto per una fiera che cade – da calendario ed essendo dedicata a San Carlo Borromeo – attorno al 4 novembre, non può mai essere trascurato tra i fattori decisivi del successo o dell’insuccesso.

Alla fine la Pro Loco si dichiara soddisfatta, pur dovendo ammettere che proprio l’incognita non gestibile – appunto il meteo – ha rovinato almeno metà delle giornate di fiera. Il pienone di venerdì, giorno d’apertura e giorno dei Santi, dunque festivo, ha lanciato l’appuntamento tra piazza Garibaldi, Oratorio Maffei e vie limitrofe; la pioggia scrosciante di sabato e domenica ha svuotato le strade, costringendo anche alcuni commercianti – che mai avevano preso questa decisione in oltre 40 anni – a chiudere l’attività con qualche ora di anticipo. Il lunedì si è tornati a numeri significativi, mentre martedì la chiusura è stata quella tradizionale con gli anziani ospiti della casa di riposo Busi invitati a consumare il pranzo presso la sagra del cotechino e del blisgòn.

La sagra ha avuto alti e bassi: secondo Liliana Cavalli qualcuno non ha risposto presente perché ha visto nella collocazione in oratorio un messaggio quasi religioso, quando in realtà era noto a tutti da tempo come la decisione fosse meramente logistica; secondo il suo vice Mirko Devicenzi e secondo buona parte del consiglio Pro Loco, la decisione è stata felice. Dall’associazione intera, in questo caso, è giunto il grazie agli splendidi volontari e alla squisita ospitalità di don Claudio Rubagotti e don Arrigo Duranti, parroco e vicario, che hanno fatto di tutto per mettere i volontari a loro agio. Addirittura all’inizio don Claudio voleva aprire il Palazzo Abbaziale alla sagra, dopo di che si è pensato di restare nel salone dell’oratorio, che peraltro si è animato come raramente capita durante l’anno.

Da questo punto di vista una prova superata, sperando che già dal prossimo anno vengano messe da parte visioni singolari e retropensieri, che poco hanno a che vedere col clima di festa. Per il resto la voglia di tornare in centro s’è vista quando il tempo l’ha consentito. Ed essendo stata una delle fiere più piovose degli ultimi anni, è difficile essere soddisfatti al 100%. Ma al contempo non avrebbe senso disperare: la risposta della cittadinanza, da sempre innamorata della sua Fiera, è stata forte quando è stato possibile. Il prossimo anno, magari, come gadget si potrà regalare un ombrello…

G.G.

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