"In ricordo
di Giovanni,
dieci anni dopo..."
Si partiva al mattino presto, il buio non aveva ancora lasciato il posto alle luci dell’alba, ci si salutava, si era contenti se il pullman era completo, se vi erano persone che per la prima volta partecipavano alle nostre gite si era premurosi ad avvicinarle e a farle da subito sentire parte del gruppo.
Molte gite nascevano da visite fatte con la famiglia in località turistiche o in città artistiche, se si notava qualche cosa di bello, subito l’idea si trasformava in gita, voler far vedere anche ad altri che non avevano la possibilità individuale luoghi belli del nostro Paese; a volte con spirito avventuristico si usciva anche dai confini nazionali.
Certo è difficile dimenticarsi delle gite, ogni gita porta con se piccoli o grandi ricordi, avventure, ma anche disavventure, queste risolte sempre con abnegazione e impegno sociale, mai uno si è sentito ultimo, mai uno è stato lasciato da parte, mai uno è stato lasciato solo nella sua disavventura. Venezia, 4 pullman, che significano 200 persone. S.Marino, Moena, Folgaria, Comacchio, Ferrara, Roncone, Ravenna e tante altre località della nostra Italia.
Ma la gita che ormai era ed è diventata una tradizione è quella delle mele a Stenico in Trentino, gita nata per puro caso e per coincidenze estive, gita che al suo inizio ha avuto come tutte le prime volte una certa difficoltà nel riempire il pullman e poi via via siamo arrivati anche a due pullman e ad un pulmino, una gita questa che ha sempre collegato visite a castelli o a mostre all’acquisto delle mele e di altri prodotti Trentini.
La memoria mi riporta alla gita del 2003, nella notte ci fu il blackout, era la mattina dove tutto era buio ,sia le case sia le strade, eravamo preoccupati, il dubbio che avremmo lasciato qualche partecipante a casa, il pensiero andò alle sveglie elettriche molto in uso in questi tempi, sveglie ferme persone addormentate, ma non fu così.
Tutti arrivarono in piazza; alcuni, ricordo avevano le pile elettriche, partimmo e la prima tappa doveva essere Rovereto con la visita alla Campana della pace, arrivammo sul piazzale dove è situata la campana ma il blocco dell’elettricità aveva colpito anche Rovereto, ci incamminammo per ritornare al pullman. Mentre uscivamo dal cancello sentimmo il rintocco della campana, ,la luce elettrica tornava piano piano, paesi e città gradualmente riprendevano il loro ritmo, tornammo sul piazzale e oltre ai rintocchi della campana sentimmo la voce di Arnoldo Foà che ineggiava alla pace, contro ogni guerra.
Ripartimmo, Giovanni che come sempre era una guida perfetta, preparata (nei giorni che precedevano la gita si studiava tutto l’itinerario) ci indicava alcuni palazzi importanti della città e ci segnalò dove abitava Maria Pia la farmacista di Gussola (natia di Rovereto). Arrivammo a Fiavè, località delle Giudicarie , dove è situato un importante caseificio, la tappa era quasi d’obbligo perché sia i prezzi , ma soprattutto i prodotti invogliavano all’acquisto.
Tra il dire e il fare come tutti gli anni , in un attimo mezzogiorno era ormai alle porte, e quindi ci portammo a Ponte Arche per il pranzo, dobbiamo dire che il ristorante Don Pedro ci ha sempre trattato bene e ogni anno cambiava menù per non essere ripetitivo. Quel giorno ad aspettarci vi era anche Gian Carlo Corada, allora Presidente dell’Amministrazione Provinciale di Cremona, era venuto in quella zona per commemorare il 155° anniversario dell’eccidio di 12 Cremonesi che facevano parte dei Corpi Franchi durante il primo risorgimento.
Avevamo programmato con il comune di Stenico che l’iniziativa si svolgesse nel giorno della gita per fare in modo che un avvenimento tanto importante come i fatti che erano avvenuti 155 anni prima a Sclemo, frazione di Stenico, non riguardassero un piccolo gruppo di persone , ma un discreto gruppo di cittadini Cremonesi, i quali poi, al loro ritorno, avrebbero potuto far conoscere ai loro familiari e ai loro amici quanto era accaduto. Tra il pranzo e la celebrazione ci recammo all’acquisto delle mele, queste erano già preparate in sacchi da 10 kg.e come sempre riempimmo i bauli dei pullman.
Non ricordo bene un fatto e quindi non voglio dirlo con certezza, ma molto spesso al ritorno ci fermavamo in un grappificio per l’assaggio e il relativo acquisto del prodotto. Si può dire” Gita che passione”, ma molto spesso gita è servizio, è mettersi a disposizione degli altri, è non voler vivere certi frammenti della vita in modo egoistico e solitario ma condividerli con altri. La gita delle mele del 2009 doveva essere diversa dagli altri anni, come in verità lo è stata, la programmammo negli ultimi giorni di ferie a Stenico, Giovanni sua moglie Leida ed io, andammo tutti e tre assieme al proprietario del Don Pedro a visitare LA CA’DAL MEL,a Fiavè a prendere contatto con un caseificio artigianale.Insomma avevamo impostato la gita del 2009 con nuove cose da visitare ed eravamo contenti delle scelte fatte o meglio che ci avevano suggerito.
A la Cà del mel trovammo un preparato apicoltore ci ha fatto rivivere dal vivo la vita delle api e alla fine la degustazione di tre tipi di miele, e nel nuovo caseificio trovammo tanta familiarità, può essere stato anche il caso della prima volta, ma tutti i partecipanti alla gita si trovarono a loro agio ,in questo caseificio molto piccolo e artigianale a causa dell’arrivo inoltrato non abbiamo potuto assistere alla preparazione di un tipo di formaggio locale. Giovanni per il riempimento della mattinata aveva suggerito la visita del museo della guerra di Rovereto, suggerimento che si è concretizzato e che è stato accolto molto bene dai partecipanti. Purtroppo questa è stata una gita diversa, con un sapore diverso,un po’ amaro. La saracinesca del negozio quella sera non venne alzata, la resa dei giornali era gia stata fatta da altri.
redazione@oglioponews.it