Cultura

La guerra di Priori: al Diotti una mostra imperdibile sulla Campagna (e ritirata) di Russia

La mostra dedicata all’artista cremonese, nato a San Daniele Po nel 1918, è una visione particolare anche del grande paese sovietico e per questo è stata inserita dall’ideatore Valter Rosa all’interno del calendario di Stupor Mundi. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

CASALMAGGIORE – Un diario, originale e inedito, una macchina fotografica, di quelle pieghevoli che erano diffuso soprattutto negli anni ’30 e ’40. Le cartoline, i disegni e le opere, le fotografie scattate in Russia, una scultura, una sola. Nonostante Ercole Priori, morto nel 2011, fosse soprattutto uno scultore, appunto. Si intitola “La ritirata” e sembra scolpire corpi aggrovigliati e disperati, mentre tornano a casa, o cercano di farlo. Priori c’è riuscito e ha potuto narrare l’orrore: nei suoi racconti, nei suoi ricordi, nei suoi incubi, nelle sue opere. Centinaia di migliaia sono rimasti là, negli immensi spazi della Russia e del suo inverno.

La mostra dedicata all’artista cremonese, nato a San Daniele Po nel 1918, è una visione particolare anche del grande paese sovietico e per questo è stata inserita dall’ideatore Valter Rosa all’interno del calendario di Stupor Mundi. L’inaugurazione di sabato ha aperto a una esposizione di storia da non perdere, nelle stanze del Museo Diotti di Casalmaggiore, che durerà fino al 2 febbraio. Priori, legato a Casalmaggiore perché qui visse la sua infanzia – tra “listone” e oratorio come tanti altri ragazzi come lui – studiò alla scuola di disegno Bottoli e e proprio qui poi si arruolò come certifica uno dei documenti originali esposti. Lettere dal fronte e un settore speciale dedicato ai Reduci o Caduti di Casalmaggiore passati dalle tremende battaglie sul Don e non solo.

I pannelli sulle pareti alternano ingrandimenti di riproduzioni di alcuni passaggi del diario a una ricostruzione storica per inquadrare il momento. Priori era andato in missione col Genio Pontieri di Piacenza, col compito di aprire varchi sui fiumi di quella che oggi chiamiamo Ucraina, per fare strada all’esercito. A prendere la parola, durante la presentazione, l’assessore alla Cultura Marco Micolo, che ha ricordato tutti i Caduti in quella operazione militare disastrosa, il già citato Rosa e il professore del Romani Stefano Prandini, che ha ricordato la Campagna di Russia italiana, durata dal 1941 al gennaio 1943 e chiusasi con la disfatta per una missione mal preparata e tentata soprattutto su spinta dell’alleato Hitler. Si puntava a Mosca o Leningrado, poi invece la direzione fu il Don per arrivare al Caucaso, dove gli Alpini potevano dare man forte e invece furono utilizzati in pianura.

La battaglia decisiva di Stalingrado e, dopo strenui combattimenti, la rottura dell’accerchiamenti e il ritorno a casa per pochi, anche a causa delle condizioni climatiche estreme. Tra le curiosità pure una Balalaica, tipico strumento a corde russo, e la testimonianza scritta di Priori su una valigia di ricordi perduta a Nikolajewka, probabilmente durante la ritirata. In quel frangente, interminabile per molti, Priori non ha potuto scattare fotografie, per evidenti motivi. Le sue sono foto di relitti, mercati etnici, ambienti, paesaggi o ritratti, ma sono comunque una delle testimonianze migliori che resta di quell’incubo di neve e sangue.

G.G.

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