Cultura

"Leonardo è stato qui nel Natale 1499. E il ritratto partì da qui": Caroli riscrive la storia di Villa Medici

"Cecilia Gallerani era una sua grande amica, forse una delle migliori - ha spiegato Caroli - e dunque è molto probabile che Leonardo fosse passato da questo luogo, quasi certamente nel Natale 1499". GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1

SAN GIOVANNI IN CROCE – Leonardo da Vinci, il genio toscano del quale ricorre in questo 2019 il cinquecentesimo anniversario della scomparsa, molto probabilmente è passato anche da San Giovanni in Croce. E soprattutto ha speso parte del suo tempo, e dunque della sua carriera artistica, a Villa Medici del Vascello. A dirlo è una fonte autorevole, ossia il critico d’arte, volto noto come divulgatore in televisione, Flavio Caroli, che ha una residenza a San Martino del Lago, non lontano proprio da San Giovanni, e che ha studiato Villa Medici, e ovviamente l’epopea di Leonardo. “Cecilia Gallerani era una sua grande amica, una delle migliori – ha spiegato Caroli – e dunque è molto probabile che Leonardo fosse passato da questo luogo, quasi certamente nel Natale 1499. Oggi siamo qui anche per dimostrare, seguendo una novità interpretativa generale che ho fatto mia, il passaggio di Leonardo, nel corso della sua carriera, dall’ordine al caos, inteso come energia. Un passaggio progressivo dimostrato dagli studi”.

Dopo il saluto di Laura Nardi e Federica Copelli, a nome dell’intero staff di Villa Medici che si è speso nell’organizzazione, Caroli ha presentato la sua teoria in un evento d’eccezione, organizzato proprio domenica pomeriggio a a San Giovanni in Croce nella dimora che fu di Cecilia Gallerani tra 1400 e 1500, alla presenza del sindaco Pierguido Asinari e di 200 persone che hanno prenotato il proprio posto nelle tre sale: in una di queste lo stesso Caroli ha presentato le proprie idee e i propri studi, mentre nelle altre due era possibile ascoltare lo storico dell’arte mediante una trasmissione televisiva in diretta.

“E’ la prima volta che organizziamo questa conferenza” ha precisato Caroli, quasi a dare il senso dell’importanza del pomeriggio, fortemente voluto dal comune che ha “strappato” Caroli a una concorrenza forte nell’anno leonardiano. Un percorso completo dentro l’arte di Leonardo, partendo dai primi lavori alla bottega del Verrocchio, e analizzando sempre teoria e pratica, ossia disegni preparativi – per i quali spesso Leonardo investiva più tempo rispetto alle opere vere e proprie – e i successivi capolavori. “E’ un Leonardo che in certi paesaggi precorre i tempi e anticipa quelli che saranno gli artisti del ‘600, con la ricerca della tensione e dell’equilibrio tra anima e corpo che via via diventa più misteriosa e tende appunto all’energia” ha spiegato Caroli, la cui lectio magistralis è stata inframezzata dalle letture di Rossana Valier, che riprende passi scritti dallo stesso artista toscano nel periodo rinascimentale, ad accompagnare i suoi studi.

Si passa alla conoscenza diretta di Giorgione, che sarà molto influenzato da Leonardo ed è proprio nel tragitto da Milano a Venezia, iniziato nel 1498, che Leonardo passa da Mantova e quasi certamente si ferma a San Giovanni in Croce. Della conoscenza di Leonardo con Cecilia Gallerani, la dama con l’ermellino, già si sapeva, e qui la prova più schiacciante è proprio il celebre ritratto oggi custodito a Cracovia, uno dei capolavori di Leonardo secondo solo alla Gioconda. “Un ritratto, quello di Cecilia, che fino a 40 anni fa non era così amato – ha svelato Caroli – e che celebra una donna a tutto tondo, con i suoi misteri e la sua inafferabilità. Proprio come Monna Lisa”.

Non è questa l’unica rivelazione dello storico. “La Dama con l’ermellino è stata dipinta tra il 1488 e il 1490: nel 1498 Isabella d’Este, duchessa di Mantova, volle che venisse realizzato un suo ritratto: era indecisa se assegnarlo a Leonardo oppure a Giovanni Bellini. Per togliersi il dubbio mandò un cavallaro a recuperare il ritratto di Cecilia. Tutti hanno sempre pensato che il cavallaro fosse andato a Milano, alla casa meneghina di Cecilia, che nei secoli è poi diventata la vecchia sede del Piccolo Teatro. In realtà possiamo affermare con una certa sicurezza che il ritratto nel 1498 è partito da qui, da Villa Medici, dove si trovava. A livello territoriale, stante la vicinanza con Mantova da dove il cavallaro è partito, avrebbe anche senso”.

Uno dei tanti enigmi di Leonardo, insomma, conduce al Casalasco. Anche per questo lo storico si è lasciato andare a una suggestione, per confermare la quale servirà un po’ di tempo in più, ma che comunque già fa sognare: e se la dama con l’ermellino fosse stata dipinta tra il 1488 e il 1490 proprio nelle stanze di Villa Medici? Il problema è di date, che non coinciderebbero, essendo la venuta di Leonardo a San Giovanni in Croce, come detto, successiva, ossia risalente al 1499. A meno che Leonardo non fosse stato a San Giovanni prima del passaggio da Milano a Venezia già narrato. Stante l’amicizia con Cecilia, perché no? Mai tralasciare – come suggerisce Caroli – il fascino del dubbio e, naturalmente, della ricerca…

Giovanni Gardani

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