Cronaca

Piadena, a meno di un mese dal figlio Marco si è spenta Adriana Rosati. "Rivedrò el me putèl"

"Un grazie, di cuore, agli angeli dell'hospice dell'Ospedale Maggiore di Cremona, per la sensibilità con cui si muovono, parlano, agiscono". Il feretro giungerà questa mattina nella casa di via Libertà 34 a Piadena. Domani alle 14.30 nella parrocchiale, le esequie

PIADENA/DRIZZONA – Si è spenta a poco meno di un mese dalla scomparsa del figlio Marco. Con discrezione, sopportando due dolori immensi. Quello fisico di un male che non perdona e quello – intensissimo – prsicologico della perdita di un figlio. Adriana Rosati, 81 anni, mamma del collega Davide Bazzani se ne è andata in punta di piedi, venerdì sera, all’Hospice dell’ospedale maggiore di Cremona dove era ricoverata. Se ne è andata per incontrare Marco ‘el me putel’ come aveva ricordato solo pochi giorni fa dal letto d’ospedale, consapevole della propria sorte.

Adriana Rosati era nata a Piadena, aveva lavorato come operaia in una fabbrica di bambole a Canneto sull’Oglio, poi era stata sarta e casellante sulla linea ferroviaria Parma Brescia. Era coniugata con Giancarlo Bazzani, dal quale aveva avuto due figli, Marco e Davide. Dopo il matrimonio aveva dedicato tempo ad aiutare il marito nell’agenzia di Piadena del Consorzio Agrario, ma si era sempre anche dedicata alla famiglia.

Così la ricorda, in un intensissimo messaggio, il figlio Davide (al quale ci stringiamo anche noi colleghi da tanti anni, in un abbraccio): “Ciao mamma. Carissima e dolcissima mamma Adriana, ora riposa in pace, finalmente. Neanche un mese fa hai dovuto sopportare, da ammalata grave, la notizia della scomparsa di Marco, che ti ho dato con il cuore spezzato, mentre eri costretta in un letto d’ospedale, come l’avevo data al papà. Il dolore più grande, per dei genitori costretti a sopravvivere ai figli.

Ma tu hai retto quello strazio con una dignità sovrumana, così come hai trascorso tutto il tuo periodo di malattia. Quella maledetta malattia alla quale abbiamo già pagato troppi tributi in famiglia. E tu mai un lamento, mai un disturbo a nessuno. Mai. Com’eri tu, sempre discreta, umile, silenziosa. In ospedale non ti si sentiva mai, all’hospice nemmeno. C’eri, ma era quasi come non ci fossi, tanto delicata era la tua presenza.

Io non so che cosa c’è dopo la morte, se c’è qualcosa, ma lo spero davvero tanto adesso. Mi auguro che ti sia incontrata con Marco. L’hai anche detto un po’ di giorni fa: “Non starò qui molto ancora, ma almeno incontrerò il mio bambino, ‘el me putèl'”. Dev’essere così.

Grazie di tutto, mamma. Non basteranno mai i grazie per com’eri e per quello che mi hai dato. Ho vissuto con te tutta la mia vita e io solo so quanto ti volevo bene. Ora al dolore per la scomparsa di Marco si aggiunge quello per la tua. E’ stato, è, un periodo molto lungo e difficilissimo, una continua prova, per me, per tutti noi famigliari.

Un grazie, di cuore, agli angeli dell’hospice dell’Ospedale Maggiore di Cremona, per la sensibilità con cui si muovono, parlano, agiscono”.

Il feretro giungerà questa mattina nella casa di via Libertà 34 a Piadena. Domani alle 14.30 nella parrocchiale, le esequie.

N.C.

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