Vho, il miracolo del paliotto ritrovato si svela: "Così in due anni lo abbiamo recuperato"
Nel 2011, pulendo la canonica e rimuovendo la carta sopra un vecchio armando, ecco emergere pezzi di legno che, riuniti, creavano un’unica tavola, con la caratteristica, eccezionale per il 1500, di essere dipinta su ambo i lati. GUARDA IL SERVIZIO TG DI CREMONA 1
VHO (PIADENA DRIZZONA) – Il paliotto riscoperto, risalente al 1500 e ritrovato per caso, quando rischiava di finire al macero, è un nuovo tesoro al Vho di Piadena. La sua storia, davvero avventurosa, e il suo recupero sono stati narrati domenica pomeriggio in un evento speciale organizzato presso la chiesa di San Pietro in Vho, alla presenza di don Cristino Cazzulani, don Antonio Pezzetti, futuro parroco di Piadena Drizzona, don Paolo Fusar Imperatore, del consigliere parrocchiale Callisto Rech, della storica dell’arte Mariella Morandi e di Enrico Perni, dello studio di restauro. Presente anche il sindaco Matteo Priori in prima fila tra il pubblico, con l’Ensemble Sonus Faber diretto da Gregorio Stanga, che ha allietato il pomeriggio, con un programma completo di canti dal latino, che ha inframezzato letture e spiegazioni tecniche. Quasi duecento i presenti in chiesa.
Il vicario don Paolo ha benedetto il paliotto, mostrato sui due lati – da una parte (maggiormente conservato) la raffigurazione di San Pietro in Cattedra, e dall’altra Gesù risorto che esce dal sepolcro – mentre Rech ha svelato la storia del suo rinvenimento: nel 2011, pulendo la canonica e rimuovendo la carta sopra un vecchio armando, ecco emergere pezzi di legno che, riuniti, creavano un’unica tavola, con la caratteristica, eccezionale per il 1500, di essere dipinta su ambo i lati. Mancava un pezzo, in basso a sinistra, ricreato poi in sede di restauro, usando legno comunque antico, anche se ovviamente non dello stesso periodo. Di questo paliotto si parlava già in tre documenti dell’archivio parrocchiale, uno del 31 marzo 1935 e due antecedenti, ossia del 1842 e addirittura del 1779.
Il paliotto, come visto, è del 1500, essendo peraltro questa un’epoca in cui tale particolare forma artistica stava tornando in voga, come Mariella Morandi ha spiegato nel suo intervento, mostrando altri paliotti famosi. L’oggetto d’arte serviva a schermare l’altare, abbellendolo. E così il paliotto recuperato verrà ora sistemato proprio sull’ultimo altare a destra della chiesa del Vho. Altri paliotti sono stati rinvenuti a Cremona, Soncino e Scandolara Ravara, pochi però si sono conservati: quello del Vho è stato miracolosamente ritrovato e restauro, con un lavoro di due anni. Il paliotto classico è di epoca medievale, ma quello del Vho risale al Rinascimento, come visto, come si è scoperto con analisi e comparazione chimiche, storiche e culturali.
Le varie parti dell’opera d’arte sono state assemblate e tenute insieme con spine in vetroresina, ridipinte poi con acquerelli e pigmenti naturali (come la tempera all’uovo) e fissate con la resina, ha spiegato Perni dell’omonimo studio: in alcuni punti il tarlo era ancora attivo ed è stato necessario vincere la sua resistenza, in altri si nota il passaggio di tante mani su quel paliotto, che hanno inevitabilmente rovinato parte della superficie. Ma dopo avere rischiato di perdere un tale patrimonio, e dopo un restauro davvero certosino, ecco che la giornata vissuta domenica dalla frazione piadenese del Vho profuma di miracolo.
Giovanni Gardani