Salute

Riabilitazione cardiorespiratoria, 22 sindaci uniti per chiedere che torni a Bozzolo

Come è accaduto spesso negli ultimi mesi, infatti, i primi cittadini del Casalasco-Viadanese mettono da parte divergenze e differenze politiche di pensiero e uniscono le forze per dare ancora più peso alla richiesta.

BOZZOLO – La riabilitazione cardiorespiratoria? Deve tornare a Bozzolo, all’ospedale don Primo Mazzolari, dove si trovava fino a pochi anni fa. Almeno finché, per i prossimi tre anni, i lavori al nosocomio “Carlo Poma” di Mantova priveranno la struttura della città virgiliana di questo servizio. A chiederlo questa volta non è più soltanto il comune di Bozzolo con il sindaco Giuseppe Torchio, bensì tutta l’area comprensoriale Oglio Po, con ben 22 sindaci.

Come è accaduto spesso negli ultimi mesi, infatti, i primi cittadini del Casalasco-Viadanese mettono da parte divergenze e differenze politiche di pensiero e uniscono le forze per dare ancora più peso alla richiesta. “Le volontà politiche del territorio – si legge nella missiva firmata dai 22 sindaci – hanno portato alla realizzazione di un unico ospedale per Acuti a Vicomoscano, di un presidio multizonale di Riabilitazione a Bozzolo e di un Distretto Socio Sanitario a Viadana, in luogo dei tre ospedali aperti fino a metà anni ’90. Sono state raccolte 15mila firme per mantenere il reparto di Riabilitazione Cardirespiratoria a Bozzolo, perché qui le funzioni richieste sono state assolte egregiamente, dopo di che il trasferimento dello stesso all’Ospedale Poma di Mantova ha dovuto fare i conti con i necessari standard, richiesti dai protocolli sanitari”.

Da qui la richiesta, dettata da varie motivazioni più che condivisibili. “L’ospedale Oglio Po e l’ospedale di Asola – si legge – sono a breve distanza da Bozzolo, che occupa una posizione baricentrica rispetto alla stessa ATS Valpadana. Inoltre la struttura del “Don Primo Mazzolari” è in grado di ospitare ancora tale reparto, nelle stesse aree dove era stato meritoriamente presente in precedenza. Il ventilato trasferimento a Pieve di Coriano aggraverebbe di molto l’accesso di pazienti e famigliari e porterebbe molti di quei pazienti fuori regione. Per questo chiediamo di essere ricevuti sollecitamente dai direttori di ASST Mantova e Cremona Stradoni e Rossi e dal direttore di ATS Valpadana Mannino, per definire un percorso che, dopo la chiusura del Punto Nascite all’Oglio Po, non penalizzi ulteriormente il nostro territorio”.

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