Ambiente

Chiarini, Visioli, Angiolini e Piccinelli: il mondo ambientalista casalasco si fa sentire

Damiano Chiarini, con un lungo articolo, bacchetta l'amministrazione casalasca e si fa portavoce di una diversa politica territoriale. A partire dalla richiesta di riprendere in mano il PAES del 2014 ed attuare tutti i punti in esso contenuti

CASALMAGGIORE – L’universo ambientalista, pur frammentato e legato a diverse sfumature, si muove. dopo il taglio delle piante e la bocciatura in Consiglio Comunale della dichiarazione relativa all’emergenza climatica ed ambientale, ci sono state diverse prese di posizione.

Era sembrato strano il silenzio – per lui che è comunque il presidente della più importante associazione ambientalista del territorio – dopo le vicissitudini che avevano coinvolto il territorio casalasco. Ma dopo che la maggioranza ha respinto la mozione per la dichiarazione dell’emergenza climatica (atto che Chiarini comunque non contesta in quanto tale) non ce l’ha più fatta a starsene in disparte. Damiano Chiarini, con un lungo articolo, bacchetta l’amministrazione casalasca e si fa portavoce di una diversa politica territoriale. A partire dalla richiesta di riprendere in mano il PAES del 2014 ed attuare tutti i punti in esso contenuti.

“Abbi cura del creato. Questo è il messaggio che si legge sulla recinzione delle scuole medie. Lo stesso giorno abbiamo appreso dalla stampa che il Comune di Casalmaggiore non ha sottoscritto lo stato di emergenza climatica. Due messaggi diametralmente opposti.

Il negare l’evidenza del cambiamento climatico e la corresponsabilità delle azioni umane che lo comportano è coerente con le politiche ambientali promosse dall’amministrazione comunale negli ultimi anni, che non brillano di lungimiranza. Questo non mi meraviglia. Non avere coscienza del cambiamento del clima a livello globale vuol dire non avere attenzione al territorio, alla valle del Po che ne risente fortemente.

Come dimenticare i periodi di siccità del Po degli ultimi anni a partire dal 2003 con annate sempre più scarse di acqua per fusione dei ghiacciai e quindi relativi danni economici al comparto agricolo (2 miliardi di danni secondo Coldiretti nel 2017) che potranno accentuarsi negli anni a venire, alternati ad eventi meteorici estremi con allerte meteo sempre piu frequenti, bombe d’acqua e trombe d’aria localizzate non sempre prevedibili.

L’estate 2019 si posiziona al quinto posto nella graduatoria delle più calde dal 1950, ma senza dubbio salta all’occhio che nei primi 6 posti della classica troviamo le estati del nuovo millennio (dal 2000 in poi) e parte quella del 2003 (praticamente inclassificabile), sono tutte molto allineate ad anomalie termiche prossime ai 2°C.

I temi ambientali e il clima in particolare non sono temi di destra o di sinistra, con la stantia logica della contrapposizione, ma sono temi di tutti che stanno sopra le nostre teste. Occorre recuperare la consapevolezza che la difesa della creazione, la difesa del clima vuol dire difendere l’Uomo e la Vita. Fanno bene quindi a ricordarcelo i ragazzi delle scuole medie, i giovani dei Fridays for Future.

I fatti ci dicono che è in atto un riscaldamento globale, la banca mondiale ci mette in allerta con il rapporto del 2014 “Turn down the heat: confronting the new climate normal”e ci ricorda che dobbiamo evitare un surriscaldamento di 1.5 C al 2050, la Chiesa ci ricorda che “Sappiamo che la tecnologia basata sui combustibili fossili, molto inquinanti – specie il carbone, ma anche il petrolio e, in misura minore, il gas –, deve essere sostituita progressivamente e senza indugio” (Enciclica Laudato Si)

Questo appello ad abbandonare i combustibili fossili è stato rimarcato con enfasi da una dichiarazione del 2015 da parte di vescovi cattolici di tutti i continenti, che hanno chiesto di “mettere una fine all’era delle fonti fossili… e fornire a tutti un accesso sicuro, affidabile e conveniente alle energie rinnovabili”. Le azioni umane e il modello di sviluppo di questi decenni hanno portato a contribuire in modo preponderante al fenomeno in atto.

Non dobbiamo votare una mozione di emergenza climatica se ce lo dicono altri ma solo se abbiamo coscienza della gravità della situazione. L’approvazione di una dichiarazione di intenti che non porta a ricadute concrete sulle scelte politiche è meglio non approvarla. La cosa che mi rammarica è che si ignori il problema, si parli e si voti anche per altri, senza conoscere i termini della questione.

Ma quali sono gli strumenti che un’amministrazione ha per dare azione ad una dichiarazione di emergenza climatica? Il primo è avere una visione di insieme del problema e si chiama PAES (Piano di Azione per l’energia sostenibile) redatto nel 2014 dal Comune di Casalmaggiore che declina in 24 azioni il da farsi a Casalmaggiore e frazioni. Poco è stato fatto e sappiamo inoltre che l’obiettivo di riduzione delle emissioni del Comune del 20% al 2020 non basta. Occorre essere più virtuosi.

Sono le piante che ci salvano dall’effetto serra? No, non solo. Occorre recuperare una visione di insieme al problema ed agire.

Però partiamo dal PAES del 2014 ed aggiorniamo e azioni: installazione impianti fotovoltaici sulle scuole comunali, installazione impianti fotovoltaici sulle cappelle cimiteriali, installazione impianto fotovoltaico sugli spogliatoi del campo sportivo, installazione impianti solari termici per gli edifici comunali, sostituzione caldaia del municipio, riqualificazione energetica degli impianti di illuminazione del museo e della biblioteca, installazione illuminazione pubblica LED, installazione lampade votive LED, installazione impianti semaforici a LED, sostituzione degli automezzi della flotta comunale, produzione locale di energia elettrica da impianti fotovoltaici privati, adozione dell’allegato energetico al regolamento edilizio ed implementazione, efficienza energetica dei trasporti privati, potenziamento delle piste ciclabili e creazione del servizio di Bikesharing, eventi divulgativi ed assemblee pubbliche, sito internet dedicato, informazione su carta stampata, sportello energetico comunale, software dedicato per il calcolo del risparmio energetico, attività con le scuole, bosco Kyoto, corsi di formazione per tecnici comunali e cittadinanza.

Avanti con le proposte di aggiornamento delle azioni del PAES di cui sopra”.

Altro suggerimento in materia, dopo una durissima presa di posizione sulla bocciatura della dichiarazione di emergenza climatica, quella dell’ex consigliere comunale Andrea Visioli. “Gli Amministratori dove sopravvivo amano l’aria peggiore d’Europa, coltivano sempre meno ombre e filtri, passeggiano tra rilassanti ortiche e fili d’erba gialli tutto l’anno, piantumano fuscelli rinsecchiti vantandosene, deliberano di asfaltare parchi, respirano polveri-gel poi non capiscono patologie bronchiali, si regalano stress perdendo giorni ad attendere pioggia che rinfreschi e abbatta pm5 e 2emezzo; e nell’arroganza più pericolosa e sterile s’arrampicano tra le ignoranze, incapaci di sinergie ad obiettivo comune, pensando l’immanente possa ancora definirsi bianco o nero, maschio o femmina, bene/male, +/-, acceso o spento”. Poi un attacco diretto all’assessore ai servizi sociali Salvatore: “Con la certezza della legge del tutto o del nulla tuona ‘Non credo ad una cosa non dimostrata’, come se giocasse a tennis con Dio ogni week end!”.

Al di là delle durissime dichiarazioni, lo stesso Visioli lancia una possibile strada quanto meno per le piante. “Si potrebbe suggerire di usare come leva la legge n. 10 del 2013 che prevede il censimento permanente dei monumenti vegetali. Cittadini e associazioni possono segnalare con apposite schede gli alberi meritevoli di tutela, un servizio regionale provvede all’invio di tecnici sul campo per validare le segnalazioni”.

Altra presa di posizione quella del verde Angelo Angiolini, che si rivolge direttamente alla maggioranza: “Sono in Consiglio Comunale, sono nove e votano compatti contro la mozione dell’ emergenza climatica. Per loro il problema non esiste o non è così urgente oppure per loro ogni singolo comune può fare poco o nulla.

Io non capisco e mi oppongo, in nome della ragione e dell’intelligenza umana. Lasciamo stare le evidenze scientifiche e i vari appelli degli scienziati che, quando non vengono accuratamente epurate, hanno un problema a essere capite da tutti, e su questo ci sarebbe molto da lavorare. Oggi funzionano molto di più le bufale sui social che anni di ricerche, ed i proclami razzisti anziché le domande sulle cause delle migrazioni.

Il Politecnico di Zurigo ha stimato che la migliore soluzione contro i cambiamenti climatici è la riforestazione e che sarebbe possibile aumentare di un quarto le foreste esistenti sulla terra senza danneggiare città e attività agricole. Secondo i Medici per l’ambiente, l’Italia subisce le maggiori conseguenze in termini di mortalità dovuta a elevate temperature con effetti più evidenti nelle grandi città. Le patologie cardiovascolari e respiratorie sono correlate gli inquinanti atmosferici dipendenti dall’utilizzo di combustibili fossili.

Persino in Regione a trazione leghista la sensibilità è diversa, almeno a parole, quando si stanziano fondi per auto meno inquinanti affermando con convinzione “processi di transizione verso assetti maggiormente virtuosi”. Da noi, con fondi Cariplo, vengono piantumate piante e siepi in golena, da Casalmaggiore fino a Cremona. In coincidenza con la mozione, quasi come l’asfaltatura delle strade prima del ballottaggio. Benissimo, siamo in sintonia.

Piadena-Drizzona (Giunta leghista) approva la mozione della minoranza per richiedere lo stato di emergenza climatica e ambientale e adottare nel proprio comune il progetto di riduzione del carbonio. Con loro prima San Daniele Po e poi Rivarolo del Re.

E allora, con queste premesse, che problema c’era a impegnare la nostra comunità su questo fronte? Non sono forse priorità e opportunità la rigenerazione urbana ed energetica degli edifici, il contrasto al consumo di suolo, piantumare nuovi alberi anche nel centro abitato, agire contro l’abuso di plastica monouso? La mobilitazione mondiale si è fermata a Casalmaggiore.

E perché? Perché il riscaldamento globale (per la giunta casalasca) non è causato dall’uomo o perché comunque non è un’emergenza. Evviva la chiarezza! Ormai il negazionismo climatico non è più un tabù! Se tutti i consiglieri di maggioranza hanno votato compatti contro la mozione di Alberto Fazzi (bravo!), i motivi sono due: o non passa niente che venga dalle minoranze oppure il partito che sbeffeggia Greta Thurberg e il movimento Fridays for future non sta solo dietro le tastiere dei social ma siede sui banchi della maggioranza, in buona compagnia di Jair Bolsonaro e Donald Trump.

D’altronde questa è solo una conferma, dal momento che le 40 azioni del Patto dei Sindaci (PAES) per la lotta al cambiamento climatico (e che il sindaco pare voglia cancellare) sono ferme al palo. Nulla sul consumo di suolo nuovo, nulla sul riuso degli immobili, nulla sull’efficientamento degli immobili pubblici, nessun controllo sul regolamento edilizio secondo i principi di CasaClima, ecc., quando il comune di Gussola ha ottenuto 1 milione di euro per l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico.

Intere città al mondo stanno pensando di rigenerare il verde pubblico per migliorare il microclima e il paesaggio urbano e abbattere gli inquinanti, non solo per assorbire CO2. Ma se c’è la convinzione, finalmente espressa, che non sono le azioni dell’uomo a scaldare il pianeta, tutto ciò viene visto come inutile e di parte.

Invece, servono azioni più incisive per l’uscita dalle fonti fossili, dalla cultura dell’ usa e getta. Per l’assorbimento di gas climalteranti. Il riscaldamento globale è solo una “scomoda verità”, ma la maggioranza leghista Casalmaggiore preferisce chiudere gli occhi. Semplicemente irresponsabile!”.

Piccole azioni concrete sono invece quelle che chiede Annamaria Piccinelli (CNC) ai colleghi insegnanti. Annamaria Piccinelli scrive dopo le manifestazioni degli studenti: “E’ un momento magico, di grande attenzione dei ragazzi sulla questione ambientale, non facciamocelo sfuggire. Cogliamo l’occasione per portare avanti un progetto che non ha costi aggiunti per la scuola, non porta via ore al nostro programma, non ha bisogno di esperti, non necessita di moduli da compilare. Alziamo le tapparelle e spegniamo quei 12 metri di neon sempre accesi in ogni aula, portiamo in borsa la borraccia di alluminio e mettiamola sulla cattedra, in quei 4 o 5 cestini guardiamoci dentro per vedere che ci sia almeno qualcosa al posto giusto, se per terra c’é qualche carta di merenda chiniamoci a raccoglierla. I social sono potenti, ma anche passeggeri, i gesti sono più lenti, ma rimangono, facciamoli giocare di squadra”.

Nazzareno Condina

 

 

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