Consorzio Casalasco Pomodoro, ecco il residuo zero: si va oltre il biologico
Il residuo zero rappresenta un’evoluzione del prodotto biologico, un ulteriore passo in avanti per il raggiungimento di prodotti più sicuri, più salubri e più sostenibili in linea con le esigenze dei consumatori.
RIVAROLO DEL RE – Grazie alle innovazioni e alle moderne tecnologie rese disponibili dall’agricoltura 4.0, dopo due anni di studi e sperimentazioni, il Consorzio Casalasco del Pomodoro ha prodotto e trasformato durante la campagna 2019 pomodoro a residuo zero.
Il progetto ha coinvolto 50 ettari a pomodoro, in provincia di Cremona, vicini allo stabilimento di Rivarolo del Re e di proprietà della Casalasco Agricola. Società, quest’ultima controllata da Consorzio Casalasco e costituita nel 2016 con il preciso intento di sviluppare e implementare in modo più autonomo l’attività di sperimentazione varietale, l’impiego di nuove tecnologie in campo e l’ottenimento di pratiche colturali più sostenibili sfruttando al meglio il know how della cooperativa.
Nel pomodoro a residuo zero i residui di antiparassitari sono completamente assenti, ovvero al di sotto della soglia di rilevabilità dello strumento di analisi pari a 0,01 mg/kg. Ciò si ottiene solo applicando un rigido protocollo che prevede interventi mirati e il rispetto di tempistiche di degradazione delle molecole di sintesi.
Il residuo zero rappresenta un’evoluzione del prodotto biologico, un ulteriore passo in avanti per il raggiungimento di prodotti più sicuri, più salubri e più sostenibili in linea con le esigenze dei consumatori.
L’obiettivo di Consorzio Casalasco nei prossimi anni è aumentare le superfici dedicate a questa pratica, coinvolgendo tutti i soci, per offrire ai propri clienti e al consumatore finale un alimento sempre più naturale.
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