Ambiente

Il comune risponde alle critiche: "392 nuove essenze, due progetti ambiziosi e tre parchi rinnovati"

Il “Contratto per il Po Grande” mira a estirpare le specie infestanti come il gelso e il cosiddetto zucchino del Po e ripiantumare specie autoctone come i salici. I tre parchi saranno rinnovati a Vicobellignano, in via Vaghi e in via Foscolo.

CASALMAGGIORE – Un viaggio dal passato al futuro, per fare il punto della situazione, per scoprire cosa è stato fatto dal 1997 ad oggi e quali progetti presto potrebbero partire. In parte anche per rispondere alle critiche dopo gli abbattimenti dei giorni scorsi in città, a Casalmaggiore. Sì, perché la tematica è ambientale e infatti la sede della conferenza è senza dubbio particolare: prima la lanca di Santa Maria, poi il cosiddetto vallotto a Fossacaprara.

Il sindaco Filippo Bongiovanni è accompagnato dal presidente del consiglio Pierfrancesco Ruberti, dal responsabile dell’Ufficio Ambiente Uber Ferrari, da Gianluca Vicini che ha curato il progetto “Dal Po al Morbasco” per Casalmaggiore (candidato nel 2016 al Bando Cariplo) e da Claudio Calestani del Consorzio Forestale Padano. Alla lanca di Santa Maria ci vengono mostrate le piante e gli arbusti appena piantumati, con una nuova siepe laterale ricreata con essenze ad hoc come pallon di maggio e sanguinello e ulteriori essenze di salice bianco, salice grigio, frangola e fusaggine.

E’ stata inoltre ricreata la cava, che nel tempo era stata cancellata dalle varie piene, tanto è vero che i versi insistenti degli anfibi dicono che la missione è compiuta: l’obiettivo è infatti fare vivere quella cava in primavera, proprio per consentire la riproduzione di queste specie. “Per questo non è un problema se l’acqua manca in questa stagione, deve essere presente tra febbraio e maggio” ha precisato Vicini. In totale 392 essenze piantate a fronte di 125 nascite nel comune di Casalmaggiore, risponde Ruberti riprendendo le polemiche, anche politiche, uscite dopo gli abbattimenti. “In un contesto urbano – spiega – abbattere è una questione di sicurezza; qui in mezzo al parco, dove i passaggi sono limitati, possiamo lasciare anche alcune piante messe meno bene”. “Il legno morto è utile anche ad insetti come il cervo volante, che se ne nutre” precisa Vicini, che svela una curiosità: quando la lanca è stata ricreata, scavando, è stata trovata una barca in cemento usata anni fa dai pescatori.

“In totale – fa di conto Ferrari – negli ultimi vent’anni abbiamo piantato 82mila nuovi alberi e 71mila nuovi arbusti su un totale di 122 ettari circa. Ed è un calcolo sicuramente per difetto. Peraltro ogni potatura è una ferita per la pianta, perché la cicatrizzazione è lenta e da lì possono entrare malattie per il fusto. La soluzione migliore, quando possibile, è l’autopotatura, che si ha quando l’albero blocca la linfa vitale verso alcuni rami, che seccano e cadono, ma in un contesto urbano questo processo è difficile, perché risulta pericoloso. Il rischio per chi amministra può essere penale”. Il tour si esaurisce a Fossacaprara, dove scopriamo due impianti, i primi dal 1997 ad oggi: un impianto produttivo con i pioppi, che piano piano si diraderanno e lasceranno spazio alle querce, agli olmi e ai frassini, e un impianto boschivo, in cui la pianta più forte, secondo una legge della natura, sopravvive.

Infine i progetti nuovi: quello legato al nuovo bando Cariplo, che prende un territorio che va da Orio Litta (Lodi) a Casalmaggiore (con Casalpusterlengo capofila), intitolato “Contratto per il Po Grande” mira a estirpare le specie infestanti come il gelso e il cosiddetto zucchino del Po e a ripiantumare specie autoctone come i salici. In secondo luogo l’obiettivo di questo progetto è sistemare il tunnel degli olmi, sostituendo gli olmi malati di grafiosi con nuove piante, le farnie. A Casalmaggiore potrebbero arrivare 40mila euro circa se il bando sarà finanziato. Gli altri tre progetti – illustrati da Bongiovanni – riguardano il rilancio di parchi cittadini: a Vicobellignano, dietro le scuole nel quartiere Parmigianino, non appena sarà accessibile l’area; in via Vaghi in zona Torrione con un progetto di Silvia Tei e la collaborazione (anche economica) dei residenti; in via Foscolo nell’aiuola centrale verde già dal prossimo autunno.

Nella foto il progetto del parco di Vicobellignano nel quartiere Parmigianino
Nella foto il progetto di via Vaghi
Nella foto il progetto di via Foscolo

Tornando ancora alle polemiche dei giorni scorsi, Ferrari ha precisato che “i tigli abbattuti di via del Lino erano della Regione: noi li abbiamo mantenuti per vent’anni e tenuti sotto controllo finché abbiamo potuto. Dopo di che abbiamo avvisato che, per l’incolumità delle persone, era meglio abbattere e la Regione ci ha dato il nulla osta. Sempre passando, ovviamente, dal parere di un agronomo esperto in materia, non ci siamo inventati nulla”. “In Lombardia le aree demaniali vengono spesso date in concessione ai comuni – ha spiegato Vicini, difendendo l’operato del comune casalese -. Questo non avviene in Emilia, dove sono gli agricoltori ad entrarne in possesso. La differenza si nota: qui il lavoro del Consorzio Forestale Padano è davvero intenso e importante, grazie alla presenza di vaste aree a disposizione”.

Giovanni Gardani

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