Cultura

Riconoscere gli estremismi per fermare la cultura dell'odio: incontro di alto profilo al Romani

Il dibattito, apprezzato, ha lasciato poi spazio ai saluti e ad un arrivederci al prossimo 2 ottobre, quando al Liceo Aselli di Cremona si terrà il secondo incontro del corso, dal tema “Parole di pace: educare al linguaggio contro l’odio”.

CASALMAGGIORE – Il primo incontro, di una serie di tre nel complesso, dedicati a insegnanti e dirigenti scolastici, oltre che ad alcuni studenti, invitati speciali per questo primo appuntamento di venerdì mattina, dedicati alla scoperta delle sottoculture e degli estremismi, che spesso sono generatori di odio. Conoscerli per combatterli, a partire dal linguaggio e ovviamente dalla scuola, dunque da un ambito educativo e non solo puramente istruttivo.

Il Polo Romani di Casalmaggiore, scuola pilota di un progetto provinciale, ha avuto l’onore di aprire questa rassegna con i saluti istituzionali giunti dalla dirigente scolastica Maria Caterina Spedini, dal sindaco di Casalmaggiore Filippo Bongiovanni, da Fabio Donati in rappresentanza del Provveditorato agli Studi di Cremona e da Roberta Verrusio, viceprefetto vicario di Cremona. Un primo incontro che ha visto partecipanti anche da Crema, percorrendo dunque per intero il territorio della nostra provincia in un percorso, che ha ottenuto un riconoscimento importante da parte del Provveditorato regionale agli studi con fondi strutturali europei. “Educare alle differenze nell’ottica del contrasto ad ogni forma di estremismo violento” è il titolo del corso, che nella prima puntata di venerdì ha visto gli interventi, moderati da Marco Bazzani, caporedattore del quotidiano La Provincia di Cremona, di Antonio Ferrari, inviato speciale ed editorialista del Corriere della Sera, di Omar Bellicini, esperto di comunicazione per l’Arma dei Carabinieri e per diverse testate nazionali, oltre che esperto di cultura dei paesi del Maghreb, e Giovanni Gardani, giornalista di Cremona 1, in qualità di relatore per la cronaca sportiva.

Tutti e quattro i giornalisti hanno presentato il rischio dell’estremismo insito nelle sottoculture, ossia in quelle forme di gerarchie che vengono a crearsi laddove lo Stato è più debole, o laddove lo Stato viene combattuto: Ferrari, dall’alto della sua esperienza, ha rivelato non pochi particolari anche su grandi misteri d’Italia (come il caso Moro) o nel Mondo, ricordando di avere svelato per prima – con un semplice giro di telefonate e di controllo delle fonti – come il golpe verso il Governo Erdogan in Turchia due anni fa non fosse niente altro che un golpe organizzato dallo stesso Erdogan per prendere ancora più potere. Bellicini ha invece affrontato il tema, sempre spinoso, dell’estremismo religioso: i motivi che spingono gruppi di ispirazione religiosa ad arrivare a forme di violenza così estreme, appunto, come gli attentati, ricercando spesso nella storia – anche occidentale – le cause e invitando sempre ad evitare la semplificazione estrema.

Gardani, con un excursus anche sulla storia dei movimenti Ultras in Italia, s’è soffermato sui rischi legati alle ritualità delle curve, con tanti esempi storici, e pure sul linguaggio del giornalismo sportivo che, se non controllato, si espone a tale rischio. Il dibattito, apprezzato, ha lasciato poi spazio ai saluti e ad un arrivederci al prossimo 2 ottobre, quando al Liceo Aselli di Cremona si terrà il secondo incontro del corso, dal tema “Parole di pace: educare al linguaggio contro l’odio”.

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