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La Lega di Salvini scricchiola, Gianni Fava ridà voce all'opposizione interna

In tanti (anche fra coloro che non sentivo da tempo) in questi giorni mi hanno cercato per chiedermi di ridare slancio alla corrente indipendentista all’interno della Lega che, ricordo ai distratti, si chiama ancora “per l’indipendenza della Padania”

VIADANA – L’opposizione alla linea di Matteo Salvini riprende quota, e lo fa per voce di chi – Gianni Fava – a Salvini si è opposto, sin dal congresso, sin da tempi non sospetti. Quando andar contro alla linea Salviniana non poteva che significare che una cosa: lanciare la nave nel più profondo della tempesta. Fu un quasi plebiscito per il Salvini nazionale, la nave tornò malmessa dalla navigazione, ma qualcosa che scricchiola adesso c’è. E l’opposizione interna – indipendentista – riprende quota.

“Ho le idee chiare da un pezzo – scrive Fava – su cosa non abbia funzionato. Ero solo in attesa di conferme. E sono arrivate nei giorni scorsi dalla autorevoli dichiarazioni di Giancarlo Giorgetti: “Nella Lega non c’è democrazia”. Tombola! Se è riuscito a dirlo uno dei soggetti più criptici del panorama politico contemporaneo vuol dire che siamo arrivati al dunque”.

Fava, come sempre parla chiaro. Ed è un j’accuse piuttosto duro il suo: “In questi anni di segreteria federale Matteo Salvini ha brutalizzato il dissenso interno, vietato il dibattito e sostituito sistematicamente nei ruoli di comando (interni ed istituzionali) tutti coloro che avevano velleità di pensiero libero. Nel consiglio federale si è lasciato solo formalmente spazio alla minoranza del partito per non incappare nelle spiacevoli conseguenze della violazione delle norme che regolano la vita dei partiti politici (minoranza che comunque rappresentava circa un quinto dei militanti) assegnando un unico seggio al candidato segretario risultato sconfitto al congresso. Da anni sono rimasto solo a cercare di rappresentare una posizione diversa all’interno di un movimento che nel frattempo ha cambiato pelle. Sono stato ostracizzato, ostacolato e delegittimato in tutto questo tempo solo perché non piegato alla logica del
Pensiero unico”.

“Il tempo passa e tutte le parabole prima o poi iniziano ad invertire la tendenza. Ho resistito fino ad oggi perché è la mia indole ma soprattutto perché lo dovevo agli oltre mille militanti che si sono esposti al rischio di ritorsioni firmando per la mia candidatura all’ultimo congresso federale e sopratutto per quelli che le hanno subite. Ho visto amici eliminati dalle liste elettorali anche solo per le elezioni in piccoli centri della Padania. Avevano un’unica colpa: si erano schierati dalla Parte sbagliata. Gli errori politici madornali di questi giorni hanno solo accelerato un processo che cominciava a maturare da tempo”.

“Il dissenso, seppur tacitato, rispetto alla linea politica aumenta a dismisura e a velocità impensabile fino a poche settimane fa. In tanti (anche fra coloro che non sentivo da tempo) in questi giorni mi hanno cercato per chiedermi di ridare slancio alla corrente indipendentista all’interno della Lega che, ricordo ai distratti, si chiama ancora “per l’indipendenza della Padania”. Credo sia necessario provare a rilanciare i grandi temi che hanno reso gloriosa la storia della Lega nei decenni e che stanno ancora a cuore a molto leghisti veri. E credo sia giusto continuare la mia battaglia dell’Interno. Perlomeno ci proverò fino a quando non mi cacceranno. Ci proverò con la forza delle idee e la serietà degli argomenti. Ci proverò con la speranza di ridare a molti sostenitori ed elettori un movimento che sia ancora quel sindacato territoriale, liberale e postideologico di cui il Nord ha ancora tanto bisogno. Ci proverò perché ci credo e perché mi sono accorto che ci credono ancora in tanti. Nei prossimi mesi proveremo ad organizzarci e strutturarci. E perché no, personalmente ci proverò anche per quei parlamentari, consiglieri regionali e sindaci con poco coraggio che mi chiamano e mi chiedono di dare un segnale, a chi come loro non ha la forza di mettere a rischio le proprie posizioni. Non sarò solo stavolta, ne sono certo. Lo faremo in modo costruttivo per evitare una scissione dolorosa e dannosa in questa fase. Con la speranza che a volere la scissione non sia la maggioranza attuale. E in ogni caso garantisco che la battaglia per l’affermazione dei nostri principi andrà avanti. Certo se non ci vorranno saremo costretti a dialogare a chi usa il nostro linguaggio. Quello del lavoro e della libera impresa, contro quello del primato dello stato e soprattutto dello stato centrale. Lunga vita alla Lega Nord per l’Indipendenza della Padania”.

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