Carpe morte nella lanca tra Roncadello e Fossacaprara: la colpa è da ricercare nell'anossia
Le condizioni anossiche possono essere favorite dal ristagno dell’acqua, dall’immissione di materiale organico e da una produzione più forte della colonia batterica, che crea materia organica superiore al rifornimento di ossigeno disciolto.
RONCADELLO/FOSSACAPRARA – La segnalazione è giunta su Facebook nella giornata di Ferragosto. A scrivere un cittadino residente nella frazione di Roncadello, a Casalmaggiore, che ha scattato alcune fotografie eloquenti. Queste ritraggono pesci morti che galleggiano sull’acqua: una vera e propria moria. In questi casi si teme sempre che la causa sia da imputare al crescente inquinamento, come del resto era accaduto nella vicina Canneto sull’Oglio soltanto un paio di settimane. Nell’occasione specifica tuttavia, come qualche esperto in materia, tra cui Matteo Cortelazzi, Guardia Ittica Volontaria di Casalmaggiore, ha prontamente precisato in risposta al post, si tratta del fenomeno dell’anossia, ossia della scarsa presenza di ossigeno nell’ambiente, naturalmente acquatico.
Quelle che si notano a pelo d’acqua sono grosse carpe, soltanto un paio quelle fotografate tra le molte presenti. Quella lanca, che si trova tra le frazioni di Roncadello e Fossacaprara, è sempre stata molto pescosa, il che rende ancora più spiacevole il singolo episodio, perché rende pure l’idea della perdita. La causa dell’inquinamento si può escludere in via diretta, ma non in senso assoluto: le condizioni anossiche possono infatti essere favorite dal ristagno dell’acqua, dall’immissione di materiale organico e da una produzione più forte della colonia batterica, che crea materia organica superiore al rifornimento di ossigeno disciolto.
“Peccato perché è sempre stata una lanca molto pescosa – commenta il casalese che ha scattato le fotografie e le ha postate sui social -. In questa lanca abbiamo avuto annate in cui l’acqua era molto più bassa di adesso, ma non si era mai verificata a mia memoria una moria di questo genere”. Acqua bassa, insomma, scarso ricambio, senza poter escludere qualche causa indirettamente legata all’inquinamento. Di certo la barca, solitamente attraccata nella lanca, è stata spostata per cercare una maggiore profondità, escludendo dunque la possibilità di trasportare in un diverso specchio d’acqua – con più ossigeno a disposizione – i pochi pesci superstiti. Con la speranza che il caso resti isolato.
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